In questa Repubblica delle Bandane nella quale ci troviamo a vivere recentemente abbiamo avuto modo di constatare (grazie anche ad una performace televisiva delle Iene) che vengono chiamati a legiferare dei torzoli improvvidamente eletti dal popolo ma dotati di cultura assai inferiore a quella degli Gnu del Serengeti. Ci siamo allora chiesti: perchè noi no? E gettando il cuore oltre l'ostacolo abbiamo deciso di elaborare una nostra proposta di riforma della giustizia, della cui stesura si è gravato Andrea Galassi e che vi proponiamo qui di seguito, nella speranza che presso qualchwe schieramento politico risulti gradita: Il Consiglio dei Ministri, ascoltate le sentenze degli ultimi giorni (per la deportazione nelle miniere di Carbonia dei magistrati interessati vedi decreto a parte), considerato che se è passata la riforma Castelli ci si può spingere oltre, in ammirazione della dottrina del venerabile maestro Licio Gelli, valutata la magistratura asservita alla (parte sbagliata della) politica, valsosi delle consulenze di insigni giuristi quali il boss don Totò, don Tano "u principino" e don Balduccio "a lupara", ha formulato il seguente disegno di legge: Art. 1: E' inconcepibile che alle soglie del XXI secolo l'ordinamento dello stato si basi ancora sulla separazione dei poteri enunciata da un rivoluzionario bolscevico-illuminista francese. Occorre affidarci ai precetti del massimo ideologo della giustizia moderna: il pulcino Calimero. Pertanto il potere giudiziario viene accorpato a quello esecutivo e sostituito da quello imprenditoriale. Questo godrà di un proprio organo di autocontrollo e legislativo che avrà illimitata competenza sul tema della politica economica e del lavoro. In rispetto ad esso una successiva legislazione abolirà ogni forma di sindacato. Art. 2: La formula "la legge è uguale per tutti", retaggio dei vecchi regimi comunisti che hanno governato in questo paese, diviene obsoleta. Verrà quindi sostituita in tutti i tribunali dal marchio della ditta che sponsorizza il processo. Art. 3: In considerazione all'art. 1 il Consiglio superiore della magistratura (Csm) decade e verrà sostituito dal Consiglio dei ministri (Cdm). Presidente sarà il premier, consiglieri i ministri. Si riunirà ogni anno nell'ora di solito dedicata alla partita a freccette. Non cambieranno i metodi operativi di questa. Il Presidente della Repubblica avrà ancora un ruolo importante nel nuovo organo: potrà tenere i punteggi. Art. 4: Le carriere dei giudici saranno separate: i magistrati di sinistra si leveranno dalle palle, quelli di destra continueranno a fare il loro lavoro. Art. 5: L'ingresso in magistratura sarà valutato da un semplicissimo test psicoattitudinale: si presenterà ai candidati una scheda su cui vi sono dei simboli, con la domanda "Quali di questi segni ti è più simpatico?". I simboli per cui il candidato potrà essere selezionato sono: una sorta di tricolore con sopra due parole di cui una sia "forza", una fiammella tricolore con sopra due parole di cui una sia "alleanza", una vela scudocrociata, un'immagine di Alberto da Giussano. Tutti gli altri simboli porteranno all'eliminazione del concorrente. Ai candidati non sarà più richiesta la conoscenza del codice penale, basterà che sappiano a memoria l'imprescindibile saggio politico "L'Italia che ho in mente". Art. 6: I giudici dovranno obbligatoriamente assistere a corsi di aggiornamento mensili tenuti da valenti esperti di settore: Dell'Utri spiegherà loro il rischio che correranno a intentare certi processi in Sicilia, Previti spiegherà come si scrivono le sentenze, Squillante come si intascano soldi cercando di evitare le trappole della corruzione, Ferrara come si possono imbastire processi scabrosi senza disturbare troppo gli imputati eccellenti, Schifani come ci si pettina. Avevamo pensato anche di affidare corsi a La Russa, ma i giudici li vogliamo asserviti mica rincoglioniti. Art. 7: A causa dell'emendamento di qualche rompicoglioni della nostra maggioranza, dobbiamo cambiare il testo di questo articolo quanto segue. Non più "Silvio Berlusconi non potrà essere processato", ma "Tutti gli imprenditori nati a Milano, possessori di tre reti televisive, costruttori di quartieri nel capoluogo lombardo, di età superiore ai 60 e statura inferiore a 1,60 non potranno subire alcun procedimento giudiziario". Art. 8: Coloro che hanno i requisiti descritti nel precedente articolo potranno cancellare tutti i procedimenti in atto a chi vogliono. Art. 9: La mafia non è provato fino in fondo che esista. Partendo da questo dato di fatto decadono tutte le commissioni, i reati e i processi di tale tenore. Verrà inoltre costituito un fondo per la restituzione dei beni indebitamente tolti ai tapini presi di mira dallo stato arruffone. Art. 10: I pentiti di mafia residuali saranno presi in considerazione solo quando si limiteranno ad assunti vaghi e generici come "la mafia è tanto brutta" o "la camorra è un grave problema sociale". Non potranno invece godere del trattamento speciale quando faranno nomi precisi e motiveranno circostanze documentate. Art. 11: Verranno istruiti e aizzati giudici speciali per il gravissimo reato di opinione contro il potere costituito. Oltre a condanne speciali per chi esprime concetti contrari a quelli del governo si stringeranno le maglie anche a quelli apparentemente innocenti tipo "questo esecutivo non ha operato poi così bene": altrimenti come lo incastriamo a Rutelli? Art. 12: Poiché il precedente articolo porterà a un numero rilevante di richieste di grazia, si dovrà semplificare l'iter: le richieste suddette dovranno essere presentate in valigette ventiquattrore e in pezzi di piccolo taglio. Firmato: Il presidente del consiglio L'Unto del Signore Firmato: Il guardasigilli Isp. Bob Callaghan Castles