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Le poesie dal carcere in TV

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 12 dicembre 2004

Paolo Ferruzzi parlerà del Premio Letterario Nazionale Emanuele Casalini, riservato ai detenuti delle carceri italiane nella trasmissione “Lo Sguardo dentro” che verrà messa in onda su RAI 2. Il Premio, che si fregia della Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica, della Targa d’argento del Senato della Repubblica, della Medaglia d’Argento della Camera dei Deputati, è nato in Toscana tra l’isola d’Elba e Piombino e promosso dalla “Società San Vincenzo de Paoli” – “Università delle Tre Età”. Mentre per le prime due edizioni si è manifestato nel Casa di reclusione di Porto Azzurro quest’anno, il Premio, è stato ospitato nel carcere romano di Rebibbia dove, alla presenza di numerose Autorità e di un folto pubblico, le poesie vincitrici sono state lette con intensa partecipazione dalla attrice-scrittrice vincitrice del Premio Strega Margareth Mazzantini e sottolineate dall’accompagnamento musicale della pianista Raffaella D’Esposito. Precedentemente, le stesse opere, erano state relazionate dai giurati Ernesto Ferrero vincitore del Premio Strega 2000 e Direttore della Fiera Internazionale del Libro di Torino, Anna Maria Rimoaldi Direttrice del Premio Strega e della Fondazione Goffredo e Maria Bellonci, Paolo Ferruzzi Titolare di Scenografia e Direttore Vicario dell’Accademia di Belle Arti di Roma e dal professore Pablo Gorini. Ha condotto la manifestazione il giornalista televisivo della La7 Andrea Pancani. Ed ecco qui di seguito la poesia risultata vincitrice del premio: EVASIONE di Gabriele Aral: E adesso prova a prendermi secondino ora che corro al di là di questo muro, e mi lascio alle spalle il tintinnio delle chiavi le pesanti porte e le finestre buie. Corri, prova a raggiungermi mentre attraverso prati verdi e campi dorati, e supero montagne di roccia e cime inviolate, e città distratte e campagne addormentate ed intravedo l’azzurro di quel mare sconfinato. E come farai adesso secondino? adesso che questo vecchio legno mi porta lontano, gli alberi contro il cielo, le vele gonfie d’orgoglio, e questa prua coraggiosa che si tuffa tra le onde, lo scintillio dì una moneta d’oro infissa nell’ albero maestro e il bianco delle scogliere del mare del nord. Corri, corrii veloce, come la mia slitta come questi lupi, figli della foresta, attraverso il ghiaccio ed il vento, oltre la pace ed il sìlenzio, dove gli echi lontani di discordie e ipocrisie sono soffocati dalla neve che sì posa leggera. Segui le mie orme sulla sabbia secondino. sulla bianca spiaggia di Zihuatanejo, chiedi a quell’uomo che leviga il vecchio gozzo sotto il sole, quel calore placa l’affanno, quella brezza porta fierezza Riuscirai a seguirmi anche qui? tra questi vecchi vicoli, in questa vecchia casbah, sete sgargianti sotto un sole spietato, la folla si mischia,si confonde, tripudio di datteri e zafferano profumi di menta e baklahà Ormai non puoi più riconoscermi secondino sono un barone rampante, un cavaliere inesistente il mio nome è Zeno Cosini, è Mattia Pascal sono Eugenie Grandet, Jean Valjean sono Werther, sono Siddhartha i miei libri sono la mia libertà e nessuno potrà mai togliermela. Gabriele Aral


carcere sbarre

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