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DOSSIER SACCHETTI DI PLASTICA di Legambiente

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 11 dicembre 2004

Legambiente ama tutto ciò che vola, tranne i sacchetti di plastica: sono un flagello per il nostro ambiente insulare e, rappresentano i simboli di un’ economia ingorda e assurda. Dopo i convincenti risultati avuti in Corsica con una riduzione di più di 80 % dei sacchetti di plastica, diffondiamo il nostro appello a tutte le isole e ai loro abitanti: privati, commercianti, istituzioni e industriali, affinché, nel più breve tempo possibile, il sacchetto di plastica sia rimpiazzato da un sacchetto riutilizzabile o biodegradabile in amido di mais, non geneticamente modificato (100% compostabile) o da sacchetti in carta riciclata non sbiancati con il cloro …E che ognuno sia libero di portare la sua cesta della spesa! Siamo convinti che l’avvenire delle isole debba passare attraverso uno sviluppo ragionato, nel quadro di un’ economia non inquinante. Grazie a questo gesto utile e salutare , le isole possono essere di esempio e sprone ad altri , per il passaggio dalla società dell’ “usa e getta” alla società del “riutilizzabile”. Tutto ciò prefigurerà il comportamento di ciascuno di noi , sempre più volto alla protezione e alla salvaguardia dell’ambiente nel presente e nel futuro . INFO: LEGAMBIENTE Mare mare@mail.legambiente.com Direzione Nazionale via salaria 403 00199 ROMA tel.06862681 LEGAMBIENTE Isole Minori legaisole@hotmaill.com via del Ruotone 2 57033 Marciana Marina (ELBA) LI tel. 0565904353  Sostengo l'appello "Stop ai sacchetti di plastica nelle isole"® COGNOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . NOME . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . INDIRIZZO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . FIRMA Basta sacchetti di plastica nelle Isole LEGAMBIENTE intende utilizzare l’esperienza acquisita in Corsica, nella campagna « Alt ai sacchetti di plastica » lanciata nel 1999, coinvolgendo nella campagna cittadini, Amministrazioni, distribuzione commerciale ed industrie.. Vogliamo iniziare allargando il nostro obiettivo a tutte le isole Minori Italiane allo scopo di escludere questi sacchetti a uso unico dagli ambienti insulari. Migliaia di tonnellate di materia plastica asfissiano l’ambiente marino causando danni irreparabili. Un terzo delle particelle rilevate nel Nord-Est dell’Atlantico sarebbe di frammenti di materia sintetica. Davanti alla modicità del costo di un sacchetto di plastica, bisogna evocare il costo per la biodiversità della perdita della posidonia, dei pesci e dei cetacei. Gli ambienti insulari sono vulnerabili a ogni forma di inquinamento ed è per questo che l’esigenza di ognuno, semplice cittadino o con potere decisionale deve essere considerevole. L’eliminazione dei sacchetti di plastica dalle isole e la presa di coscienza dei consumatori sono le premesse per passare dalla società dell’usa e getta alla società del consumo durevole. L’aumento dei prezzi delle materie prime (petrolio, acciaio….) ci impone un’impronta ecologica più leggera. Tutte le isole sono territori nei quali l’ecologia e il rispetto dell’ambiente devono essere valori essenziali. Si deve anche pensare che la terra è un’isola nell’infinito dell’universo. Perché e in che modo inquinano i sacchetti di plastica ? Circa Mille Miliardi di sacchetti di plastica sono fabbricati ogni anno nel mondo. Questi sacchetti sono costituiti per la maggior parte di polietilene o, più raramente di PP (polipropilene) o di PVC (polivinile cloruro). Queste materie prime derivano al 100% da prodotti petroliferi e non sono biodegradabili. Ci vuole meno di un secondo per fabbricare un sacchetto di plastica che resterà mediamente 20 minuti nelle vostre mani e ci metterà quasi 400 anni per sparire nella natura, vale a dire nei nostri campi, nelle nostre foreste, nei nostri laghi, nelle nostre montagne e nei nostri mari. A questo inquinamento visivo si deve aggiungere per la fauna marina la mortalità indotta, poiché soprattutto delfini e tartarughe, li confondono, li inghiottiscono e muoiono di occlusione intestinale o di soffocamento! Quando questi sacchetti non vengono puramente e semplicemente abbandonati, sono gettati in discarica o vengono inceneriti. Contribuiscono così all’inquinamento del nostro ambiente e nelle isole minori producono un impatto notevole sul paesaggio, il mare, le coste. Le Nuove tecnologie Eppure esistono nuovi processi e sono sempre più utilizzati nei paesi evoluti, soprattutto nei paesi anglosassoni, il Belgio, la Svizzera, ma anche in Italia. Si deve dapprima generalizzare l’uso dei sacchetti di plastica biodegradabili e assimilabili nel compostaggio. Questi sacchetti scompaiono pur presentando una resistenza uguale a quella dei sacchetti in plastica. Ne esistono due tipi: i sacchetti di carta e quelli in amido di mais. I sacchetti di carta presentano tuttavia alcuni svantaggi: richiedono più energia per essere prodotti (da 5 a 7 volte di più che per un sacchetto in amido di mais), le cartiere sono industrie inquinanti che consumano tantissima acqua e soprattutto la carta impiega molto più tempo a decomporsi e ciò la rende poco interessante per il compostaggio industriale. I sacchetti in amido di mais senza OGM sono invece “consumati” molto rapidamente dai microrganismi del suolo, dei fiumi, dei laghi o degli oceani. La loro durata di vita è dunque estremamente limitata, in un arco di tempo che va dalle 3 settimane a due mesi, a seconda del clima; ciò li rende dunque i candidati ideali per il compostaggio. Il Compostaggio ? Di che si tratta ? Il compostaggio è un procedimento naturale che consiste nel mettere la sostanza organica in grado di fermentare nelle condizioni (temperatura, umidità, ossigenazione, presenza di microrganismi del suolo, ecc…) che permettano la loro biodegradazione. Praticamente il sistema, anche industrializzato, è estremamente semplice nel suo principio perché riproduce per via tecnologica ciò che avviene in natura ad opera dei microrganismi degradatori . Per avere un ottimo prodotto dal compostaggio in primo luogo deve essere effettuata una cernita selettiva completa, vale a dire che deve essere realizzata la selezione dei prodotti organici del vostro piatto e/o del vostro giardino: rifiuti verdi, gusci d’uovo, bucce, fondi di caffè, ossi di pollo, ecc…. Per questa selezione servono sacchi biodegradabili e compostabili. Questi sacchi contenenti i rifiuti vengono in seguito raccolti, spezzati e mescolati in modo da ottimizzare la fermentazione, poi disposti sotto forma di “cumuli” (mucchi allungati, come il fieno tagliato nei campi sistemato sul campo per il disseccamento prima di essere messo in covone). Questi“cumuli” saranno girati e aerati, la loro umidità mantenuta lungo tutto il processo di compostaggio con l’aiuto di macchine specifiche come i rivoltatori mobili per compost. Questo sistema non genera sostanze inquinanti in atmosfera, utilizza un processo naturale e valorizza i rifiuti domestici creando alla fine in un lasso di tempo dagli 8 ai 12 mesi, un compost , vale a dire humus, utilizzabile dall’agricoltura tradizionale e/o dal giardiniere dilettante. Inoltre, il compost è un metodo quattro volte meno caro dell’inceneritore e crea posti di lavoro, tanti quanti un inceneritore. Infine esistono altri procedimenti come la biometanizzazione, che permette in un tempo più breve, ma con installazioni più importanti, di produrre circa dal 50 al 70 % di metano. Anche i Papuasi della Nuova Guinea non ne vogliono più! L’Africa del Sud proibisce i sacchetti di plastica, lo stesso fa l’isola di Taiwan dal 1° gennaio 2003. Nel Pakistan è già stato fatto, come nel Bangladesh, e l’ India ha incominciato a proibirli in alcuni stati, mentre il Nepal lo sta facendo. Il governo della Nuova Zelanda ha messo all’ordine del giorno la loro messa al bando, l’Australia ha lanciato la campagna”Ban the Bag” (mettete al bando il sacchetto di plastica), quando anche il papuasi della Nuova Guinea, attraverso l’associazione Papua New Guinea Coastal Cleanup, studiano insieme al governo dell’isola le modalità di messa al bando dei sacchetti di plastica. In Irlanda i sacchetti di plastica sono fortemente tassati e, visto il successo di questa decisione, il governo Blair pensa di fare la stessa cosa in Inghilterra. Quanto ai paesi del Nord, preferiscono e utilizzano i sacchetti biodegradabili in accordo con il Canada, la Svizzera e l’Italia. Anche la Francia si sta preparando, poiché non si tratta di una moda o di un dibattito di parte, ma di un processo mondiale di rigetto. La Corsica ha dato l’esempio con il Festival del Vento, promotore dell’appello "I sacchetti in plasticcu basta !” già due anni fa. Così i supermercati di Calvi, la Foire aux Châtaignes de Bocognano, Corsica Ferries hanno adottato i sacchetti biodegradabili, mentre la grande distribuzione ne sta studiando il principio, seguita da vicino da tutti i commerci dell’isola. L’Ufficio dell’Ambiente della Corsica e il suo presidente Jérôme Polverini, hanno presentato i risultati dei loro studi e riflessioni su questo soggetto importante, che dimostra che la Corsica può rendere durevoli le sue magnifiche risorse naturali, che deve tutelare con uno sviluppo sostenibile. LE SOLUZIONI DI RIMPIAZZO SOLUZIONI DURATURE... le sporte per la spesa Le sporte per la spesa sono, a lungo termine, le più ecologiche (meno materie prime, meno energia, meno rifiuti…). La capacità di una sporta è nettamente superiore. In oltre la possibilità di riutilizzo di ogni tipo di sacchetto è differente. Più il sacchetto viene utilizzato, più il suo bilancio ambientale è favorevole. In questo contesto, la sporta è la migliore per tutti i criteri ambientali a partire dalla quarta volta in cui si utilizza. Se si suppone che le famiglie facciano la spesa una volta a settimana, il guadagno ambientale si ottiene nel giro di un solo mese. -> Miglior bilancio ambientale a partir dal 4° utilizzo. -> Solidità -> Grande capienza i sacchetti compostabili in Mater-Bi Il Mater-Bi è una materia a base di amido di mais senza OGM, biodegradabile, che, dopo compostaggio, diviene un agente fertilizzante per nuove colture. Questi sacchetti permettono la raccolta dei rifiuti fermentabili e una messa in compostaggio facilitata di questi rifiuti. La soluzione dei sacchetti biodegradabili diventa interessante per le famiglie che fanno la raccolta differenziata della sostanza organica -> Biodegradato da uno a due mesi. -> Diventa interessante con lo sviluppo del metodo compost. -> Nessun rischio per la flora e la fauna. -> Nessun residuo tossico. ...E FALSE SOLUZIONI il sacchetto di carta Se è vero che il sacchetto di carta utilizza le riserve di carta e cartone vecchi, l’insieme del suo ciclo di vita (dalla produzione di materia all’eliminazione al fine della vita) presenta un costo ambientale non trascurabile. In effetti, per uno stesso servizio reso, il sacchetto di carta è effettivamente peggiore del sacchetto di plastica secondo numerosi criteri ambientali. Questo bilancio si spiega soprattutto considerando il suo uso unico. -> Interamente biodegradabile. -> Compostaggio lungo. -> Impronta ecologica ponderosa. In rapporto al sacchetto di plastica: +14% di consumo di energia +240% di consumo d’acqua +82% di emissione di gas serra +83% di acidificazione atmosferica +150% di produzione di rifiuti i sacchetti di plastica frammentabili in EPI I sacchetti frammentabili o fotodegradabili non possono essere chiamati biodegradabili. In effetti un materiale biodegradabile si scompone in anidride carbonica, acqua e sali minerali e produce una nuova biomassa. Nel caso del sacco di plastica in EPI, la degradazione è di tipo fotochimico. Sono gli additivi presenti nella materia che conducono a una frammentazione del sacchetto sotto forma di “scagliette”. Nel caso dell’inquinamento visivo sparisce più o meno, ma i rifiuti di plastica non sono eliminati e restano disseminati nella natura. -> Sacchetti non biodegradabili. -> Inquinamento con particelle. -> Assenza di una reale soluzione alla presenza di plastica, soprattutto nella natura. ->Trasformazione di macro-rifiuti in micro-rifiuti. LE ALTRE INIZIATIVE NEL MONDO L’IRLANDA Il 4 marzo 2002, il governo irlandese decide di introdurre una tassa di 15 centesimi su ogni sacchetto di plastica pagato dai consumatori. Più importante è il fatto che i consumatori irlandesi abbiano oggi una coscienza più grande della posta in gioco del trattamento dei loro rifiuti. Per saperne di più: www.environ.ie TAIWAN Diverse strategie sono state introdotte dal governo di Taiwan allo scopo di ridurre i 3 miliardi di sacchetti utilizzati fino ogni anno a quel momento. -Aiuto alla ricerca e allo sviluppo sulle materie alternative alla plastica - Sollecitazione presso le industrie per l’utilizzo di materie biodegradabili al posto della plastica - Collaborazione con i centri commerciali per intraprendere azioni per incitare i consumatori a riportare la propria borsa (consegne) - A partire dal 1° gennaio 2003, la distribuzione di sacchetti di plastica è proibita nei supermercati, i fast-food e i centri commerciali. I consumatori che desiderano utilizzare un sacchetto di plastica devono comperarlo Per saperne di più: www.epa.gov.tw IL CANADA Il Canada ha lanciato nel 1990 un Protocollo Nazionale sull’Imballaggio, avente per obiettivo la riduzione del 50% dei rifiuti nel 2000. Questo obiettivo è stato raggiunto nel 1996, vale a dire 4 anni prima della scadenza prevista. Oggi, sono stati allestiti centri di compostaggio industriale e trattato quasi il 50% della raccolta dei rifiuti del paese. Per saperne di più: www.ccme.ca QUALCHE DATO E CIFRA Alcune campagne di osservazione aerea hanno evidenziato che i rifiuti di plastica rappresentano la maggior parte dei rifiuti trovati in fondo al mare (tra il 60 e il 90% dei rifiuti osservati a seconda del sito). I fiumi (al loro sbocco), gli agglomerati urbani situati sul litorale, le zone turistiche, come pure le navi (commerciali e da turismo) sono responsabili per la maggior parte della produzione di macro-rifiuti sulle coste. Le conseguenze dei sacchetti di plastica in mare sono nefaste. Il loro ristagno sulla superficie del mare e fra le rocce provoca, impedendo alla luce di penetrare, il riscaldamento della temperatura dell’acqua e un’alterazione della catena alimentare. Inoltre, alcuni grandi organismi marini (tartarughe, cetacei, tonni) confondono i sacchetti di plastica con una loro fonte di nutrimento (meduse) e rischiano di essere soffocati. A 1 m² di posidonia ci vogliono 450 anni per formarsi. E’ lo stesso tempo che impiegherà il sacchetto di plastica che ricopre i fondali per scomparire. In Corsica, rispondendo all’appello «Alt ai sacchetti di plastica» dell’Associazione «Les Amis du Vent», la grande distribuzione dell’isola non distribuisce più sacchetti di plastica a uso singolo dal 1° agosto 2003. Alcune altre isole francesi, Saint Barthélémy, La Martinique, La Réunion, l'île de Ré, sono pronte a seguire questo appello. Ma questa azione ecologica è ora abilmente raggirata da alcuni industriali che incominciano a diffondere sacchetti in politilene degradabili o con “una durata di vita controllata”. Ma questi prodotti non sono biodegradabili!! C’è confusione. Possono, nei casi più fortunati, ridursi in coriandoli, o allora in polveri totalmente indistruttibili, che resisteranno e s’accumuleranno nell’ambiente durante molti secoli. Qual è l’effetto di queste micro-polveri sulla nostra salute? Rischiano di passare nella catena alimentare? Queste domande sono al momento senza risposta. Nell’acqua, senza fotodegradazione, questi sacchetti rimangono intatti e causeranno gli stessi danni alla fauna marina provocati dai sacchetti di plastica. Per renderli degradabili, i fabbricanti aggiungono al politilene un additivo di destabilizzazione. I fabbricanti rimangono muti sulla natura di questo additivo!! Cos’è? Studi passati e recenti mostrano che si tratta di prodotti tossici a base di tiocarbamati, un potente pesticida, che in oltre può contenere metalli pesanti. Questi additivi sono liberati nell’ambiente al momento della frammentazione dei sacchetti. Questi stessi studi confermano chiaramente che questi materiali non sono biodegradabili ne compostabili. Infine questi sacchetti non sono conformi alle norme recenti sui materiali d’imballaggio biodegradabili. Di fronte a questa situazione, che tende a confondere l’utente con un vocabolario ingannevole, che non risolve la questione ambientale e che, al contrario, tende ad aggravarla, noi mettiamo in guardia solennemente i consumatori, la distribuzione e i poteri pubblici sui pericoli collegati all’utilizzo di tali sacchetti degradabili o “a durata di vita controllata” nel nostro ambiente vicino e lontano. Soltanto i sacchetti conformi alla norma europea EN 13432 possono vantare una completa biodegradabilità e attitudine al compostaggio. Sono riconoscibili grazie alla loro certificazione OK-compost stampata sul sacchetto e attribuita dall’AIB-Vinçotte, organismo certificatore indipendente sito a Bruxelles. L'ESEMPIO DELLA CORSICA • Lancio del primo appello « Alt ai sacchetti di plastica » del Festival del Vento nel settembre 1999. • Il gruppo Ollandini/Avis utilizza sacchetti di carta. • Riunione e accordo dei direttori delle grandi distribuzioni a Calvi (Haute-Corse) all’iniziativa di Dominique Orsini, direttore del Casino di Calvi. • Formazione e invio di dossier informativi alle istituzioni e alla stampa, alle imprese in Corsica per spiegare la nostra azione. • Voto di una mozione del Consiglio Economico, Sociale e Culturale della Corsica. • Sostegno ufficiale della Collettività Territoriale della Corsica. • Ricerche sulle soluzioni di sostituzione esistenti e informazione presso le ditte della grande distribuzione in Corsica che si unisce per l’occasione. • La Fiera di Bocognano, La fiera di Venaco, l’ODARC, l’Hôtel la Villa e la Corsica Ferries adottano il sacchetto in Mater-Bi. • Al Festiventu, uno stand consacrato alle soluzioni di sostituzione del sacchetto di plastica e due dibattiti su questo tema, di cui uno all’Università della Corsica. • Utilizzo esclusivo dei sacchi pattumiera biodegradabili sull’insieme dei siti Festiventu che accoglie 40 000 persone in 9 giornate. • Decisione dell’Ufficio dell’Ambiente della Corsica e delle 3 ditte della grande distribuzione di organizzare una consultazione il 23 e 24 maggio 2003 che invita i consumatori corsi a scegliere tra 3 soluzioni di sostituzione del sacchetto di plastica: i sacchetti biodegradabili e compostabili in Mater-Bi, il sacchetto sporta in carta e il sacchetto sporta in plastica polipropilene tessuto con deposito. • Il grande successo di questa consultazione con più di 30000 votanti e solo il 6% dei voti bianchi. Il sacchetto sporta con deposito ottiene più voti con il 61%, il sacchetto di carta arriva in seconda posizione con il 19%, poi il sacchetto in mater-bi con il 14%. • Voto di una mozione da parte dell’Assemblea della Corsica, che raccomanda la proibizione del sacchetto di plastica non biodegradabile nei negozi in Corsica entro il 15 maggio 2003. • Il 1° agosto 2003, l’insieme dei supermercati in Corsica ha soppresso la distribuzione dei sacchetti alla cassa senza problemi. La popolazione ha perfettamente capito la posta in gioco. • L’associazione Amici del Vento è ricompensata dall’Associazione per la Protezione degli Animali Selvatici con il Trophée de Plume 2003. • Il Festival del Vento prosegue la sua azione : Lancia due nuove campagne : un appello a tutte le isole e ai loro abitanti per eliminare i sacchetti di plastica dal loro ambiente e, il 30 gennaio 2004, con il WWF, la campagna di sensibilizzazione “Dal Consumo Usa e Getta al Consumo Durevole”. MOZIONE DEL CONSIGLIO ECONOMICO E CULTURALE DELLA CORSICA presentata da Elie Cristiani e Serge Orru e adottata all’unanimità dal le Consiglio Economico, Sociale e Culturale della Corsica riunito in seduta plenaria mercoledì 20 marzo 2002 a Ajaccio L'Irlanda ha appena deciso di eliminare i sacchetti di plastica in tutti i suoi negozi. Sulla nostra isola e in mare, sono un disastro per il nostro ambiente diretto; sono in generale, qui e dovunque, i segni di un’economia assurda e inquinante. Lanciamo un appello a tutti, privati, commercianti, istituzioni e grande distribuzione affinché, nel più breve lasso di tempo possibile, il sacchetto di plastica sia sostituito dal sacchetto in tessuto riciclato o altra materia biodegradabile. Tutti in Corsica, forse un po’ più che altrove, siamo convinti che l’avvenire passi attraverso uno sviluppo durevole nel quadro di una economia ecologica. La Corsica, con questo gesto utile e salutare, può dare l’esempio. Sarà il testimone del comportamento di ognuno nella protezione e nella tutela del suo ambiente vicino e lontano. MOZIONE DELL’ASSEMBLEA DELLA CORSICA DEPOSITATA DA: Marie-Jean VINCIGUERRA NEL NOME DEL GRUPPO "LE RASSEMBLEMENT" OGGETTO : MESSA A DISPOSIZIONE DI SACCHETTI DI PLASTICA BIODEGRADABILI NEI CIRCUITI COMMERCIALI CONSIDERANDO che più di 150 milioni di sacchetti di plastica sono utilizzati ogni anno in Corsica nei supermercati e nei negozi. Questi sacchetti distribuiti gratuitamente si ritrovano in parte nelle foreste come in montagna, dove tappezzano inesorabilmente il sottobosco e la macchia durante secoli. Lo stesso accade alle nostre coste, dove questi sacchetti possono addirittura provocare la morte di specie marine (animali e vegetali) e arrivare fino alle fosse marine, CONSIDERANDO che la distribuzione gratuita di questi sacchetti incita a un consumo senza ritegno ed estremamente inquinante per il fatto della durata delle materie plastiche utilizzate correntemente. Un sacchetto di plastica si fabbrica in meno di un secondo e si utilizza in media 20 minuti, la sua distruzione naturale è stimata in almeno molti secoli, tra 500 e 1000 anni. D’altra parte, quando vengono inceneriti la combustione dei sacchetti sporchi sprigiona gas tossici e diossine cancerogene, CONSIDERANDO che già numerosi paesi hanno preso coscienza di questo problema. E’ particolarmente il caso dell’Africa del Sud, di Taiwan, del Bangladesh, del Pakistan, del Québec, dell’Irlanda (tassa sui sacchetti di plastica) e presto dell’Australia e della Nuova-Zelanda che hanno preso disposizioni per ridurre l’utilizzo dei sacchetti di plastica, CONSIDERANDO che le isole naturalmente più esposte a questo tipo di problema reclamano soluzioni specifiche. CONSIDERANDO che se la limitazione alla fonte dei rifiuti, così come la loro valorizzazione, è una via che si deve ormai prendere in considerazione, ci resta tuttavia da definire i mezzi per riuscirci (Legge del 15 luglio 1975 sulla distruzione mediante la valorizzazione dei rifiuti e Direttiva n° 94/62/CE del 20 dicembre 1994 relativa agli imballaggi e ai rifiuti degli imballaggi), CONSIDERANDO l’azione efficace e volontaria condotta dall’associazione « Gli Amici del Festival del Vento », CONSIDERANDO la mozione adottata dal Consiglio Economico, Sociale e Culturale della Corsica, CONSIDERANDO il lavoro di qualità effettuato dall’Ufficio dell’Ambiente, le concertazioni intraprese e i primi risultati ottenuti, L'ASSEMBLEA DELLA CORSICA SI PRONUNCIA solennemente contro la messa a disposizione nei circuiti commerciali di sacchetti gettabili in plastica non biodegradabile, evitando in ogni modo possibile un sovrapprezzo per i consumatori. DOMANDA che le soluzioni eventuali di sostituzione di questi sacchetti di plastica siano certificate da un organismo scientifico competente, nel quadro di uno studio giuridico, economico e tecnico diretto dall’Ufficio dell’Ambiente. Legambiente Isole Minori www.legaisole@hotmail.com a cura di Umberto Mazzantini. Traduzioni dal Francese di Ornella Casnati. Hanno collaborato: Sebastiano Venneri, Lucia Venturi, Luca Fazzalari Si ringrazia l’Associazione “Les Amis du Vent” - www.lefestivalduvent.com - per la documentazione fornita


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