Trasferta a Pianosa delle Fondazioni Pertini e Caponnetto per presentare una proposta di riforma della giustizia elaborata da Alfredo Galasso. Nella quarta giornata delle iniziative dal titolo "Elba cittadella della legalità e della giustizia", il gruppo di lavoro si è spostato nella sede che il Comune di Campo nell'Elba ha fin da maggio messo a disposizione delle due fondazioni. All'incontro era presente, oltre la Signora Elisabetta Caponnetto, l'On. Nichi Vendola (PRC) membro della Commissione Parlamentare antimafia, insieme al Prof. Petri in rappresentanza della Provincia di Livorno, il Vice Sindaco di Campo Graziani, il Presidente Alessi e l'Assessore Galerotti per la Comunità Montana e l'Assessore Daniele Palmieri in rappresentanza del Comune di Portoferraio. Un piccolo gruppo di studentesse di una terza media del Comprensivo di Portoferraio ha attivamente partecipato all'incontro. L'Onorevole Vendola (giunto sull'Isola accompagnato dalla scorta) ha ricordato il suo rapporto di amicizia e stima con Antonino Caponnetto invitando tutti ad affontare i tempi "assai bui" che l'Italia sta trascorrendo recuperando il senso vero delle parole. "Oggi vogliono rubarci le parole -ha affermato Vendola- ci dicono Democrazia e intendono autoritarismo,ci dicono Pace e parlano di guerra". Il presidente della Fondazione Caponnetto, Salvatore Càlleri, ha poi consegnato ai presenti il testo del documento di proposta per la riforma della giustizia elaborato da Galasso. Un testo intenso i cui contenuti sono agli antipodi culturali rispetto alla riforma da pochi giorni approvata dal Centro destra, a cominciare da un chiaro no alla separazione delle carriere. Una proposta comunque aperta esplicitamente ad "un'ampia e democratica discussione". Ma anche una proposta i cui principi fondamentali "non consentono compromessi" di alcun genere. Galasso chiude il breve opuscolo citando una frase del Cardinale Carlo Maria Martini: "Proprio perchè su tre cose si regge il mondo,la giustizia la verità e la pace,sarà anche possibile a ciascuno di noi compiere qualche passo verso questi ideali,troppo alti per essere raggiunti qui sulla terra, ma troppo necessari per poterne fare a meno del tutto in questo mondo. Al lavoro, dunque!" Al termine del breve incontro il rappresnetante elbano della fondazione Caponnetto,Fulvio Montauti,ha annunciato l'intenzione di intitolare la sede di Pianosa a Peppino Impastato,vittima della mafia e sul cui omicidio ("un omicidio di mafia e di stato")fece luce proprio Antonino Caponnetto. Purtroppo proprio questa sera i telegiornali hanno annunciato la morte della mamma di Impastato, donna combattiva vissuta in una famiglia mafiosa e che ha visto il figlio ucciso dal clan Badalamenti. Una donna che spiegava di aver trovato il modo di far convivere il suo dolore con la lotta per la verità sulla morte del figlio con una semplice ricetta: vivere a testa alta.
pianosa 5