L'eterno scuriosare di Gian Mario Gentini ha condotto questa volta ad una busta che compì con la lettera che conteneva un lunghissimo viaggio nell'autunno del 1873, centotrentuno anni fa, in un mondo che doveva apparire sterminato rispetto a quello che conosciamo oggi. La carta ingiallita, l'inchiostro ormai color seppia recano i timbri che segnalano le tappe di questo interminabile spostamento: dall'Isola di Curaçao alla Martinica, e poi oltre l'Atlantico a Parigi, e da lì a Modane, e poi a Livorno, Porto-ferraio (come è vergato in datata grafia sulla busta) a Campo, per giungere finalmente, dopo essere passata per decine di mani, a S.Ilario a Claudio Scrocchi, nella cui memoria ci pare di esserci eravamo imbattuti qualche anno fa, forse per una sua parentela con Pietro Gori, l'anarchico pericoloso e gentile che proprio a S.Ilario aveva le sue radici. Una carta che testimonia il viaggiare per il mondo degli isolani ed il loro comunicare con la terra d'origine, attendendo per settimane e mesi una risposta. E' bello oggi scrivere tutto questo su una pagina elettronica che in meno di un secondo, dopo che sarà pubblicata, raggiungerà qualsiasi posto della terra dove viva un isolano dell'Elba, del Giglio o di Capraia. Resta forse un po' di nostalgia per il lento procedere verso la sua meta, l'andare lento profumato di spezie e di racconti fantastici, di quella lettera da Curaçao a S.Ilario.
lettera epoca ridotta