Con questo primo racconto vogliamo pubblicare alcuni scritti di Biagio di Bugia all'anagrafe Biagio Stagno ormai non più giovane personaggio isolano. Biagio è molto legato alla sua terra e la conosce molto bene da tutti i punti di vista con una descrizione accurata del territorio e di tutti gli aspetti che lo contraddistinguono. Nonostante il soprannome i suo scritti sono veritieri al 100% perchè non solo riportano alla mente storie realmente vissute ma ti riportano indietro nel tempo facendoti rivivere quelle situazioni che ormai stanno scomparendo. Biagio è forse uno degli ultimi che continua a coltivare la terra e la sua vigna ed il suo vino sono la dimostrazione di quello che un tempo fu veramente la coltivazione e la produzione dell'Ansanaco sul nostro territorio. Alvaro Andolfi Le antiche strade del Giglio "Sono molte le mulattiere che partono dal Castello e si diramano in tutta l'isola; strade che hanno una storia e strade che sono servite per collegare il Campese, il Porto e molti posti di campagna e di mare.La prima strada mulattiera fu quella del Gronco che collegava il Castello al Campese con una deviazione in località Fontuccia o Canto del Turco. Questo nome che deriva dal fatto che quando sbarcarono i turchi al Campese per saccheggiare l'isola utilizzarono la strada del Gronco per raggiungere il Castello; quando trovarono una vecchietta che pascolava le pecore, a metà strada, essi le chiesero quanti abitanti c'erano al Castello, ma essendo sorda capì quante pecore c'erano sull'isola e rispose che erano migliaia. Molti dei turchi, impauriti da questo gran numero di abitanti, preferirono rimanere a metà strada dove uno di essi morì e venne sepolto in un canto ( angolo) di terra. E rimase il nome: la strada del Canto del Turco. Dopo un po' di anni fu fatta quella della Costa, un'altra strada mulattiera che collegava Castello al Campese, con molte deviazioni, per dove si poteva raggiungere con un altro svincolo altre località, come la Valle della Botte, la Valle del Mulino e la Valle della Felce; queste venivano chiamate dai contadini gigliesi "carraie", erano strade che attraversavano l'isola da strade più importanti per poi ricollegarsi tutte insieme. Sulla strada Castello - Campese ci sono quattro deviazioni: strada del Valliccione (a fondo chiuso), strada della Felce, che si collega con quella del Bastone e a sua volta con quella Castello - Campese via Costa, strada dell'Aiarella che sul versante sud si collega al Campese, dove si unisce con quella del Franco e Pozzarelli. Poi c'è la strada Castello - Punta Capel Rosso; questa è una strada lunga nove chilometri, dove si trovano molte deviazioni per altre località. La prima si unisce al Fregiano (strada a fondo chiuso), la seconda deviazione è quella dell'Incudine dove a metà strada una parte raggiunge le Cannelle e l'altra scende fin sul Porto (questa un tempo era molto praticata per raggiungere le cave di granito e il Porto), poi sempre su quella dell'Incudine un'altra deviazione raggiungeva il Castello, via San Giorgio e Acqua Cagnacci. Sempre su strada Capel Rosso, quella della Piana raggiunge punta Torricella e Cala degli Alberi con una deviazione per spiaggia delle Caldane e Puntoni; sul lato sud-ovest per andare a Capel Rosso quella del Serrone che si divide, ai piani del Mortoleto, dove c'è una bellissima sorgente che serviva per far abbeverare gli asini che venivano da Punta Capel Rosso e Serrone, dove erano i noti vigneti dell'isola. La strada del Corvo ha tre deviazioni: la prima quella dell'Appiata con una strada che raggiunge la punta della Penna e Piani della Vena; la seconda quella del Familiari (a fondo chiuso), ma sulla metà strada una deviazione raggiunge il Catolo del Corvo, che poi sbocca sui piani delle Porte e di nuovo al Castello, ma sul versante Pagana. Castello - Campese via strada delle Grotte: anche questa è una bellissima strada che unisce Castello al Campese, dove verso la metà una deviazione raggiunge Poggio della Fontuccia e un'altra carraia si unisce a metà strada alla strada del Gronco, molto comoda ma soprattutto bella per le sue fattezze, tutta lastricata con lastre di granito. Castello - Punta Fenaio è una strada sul versante nord dell'isola, importante per tutte le deviazioni che univano molte località di campagna e di mare, la prima per punta di Radice, la seconda per punta delle Secche, dove finiva proprio in cima al mare. Sul lato est quella di Cala Monella e quella della Calbugina, due deviazioni molto belle, tutte strade fatte con scale di granito e lastre comode per scendere al mare. Castello - Porto: questa è una delle strade più importanti dell'isola. Collega i due centri più importanti, è una bellissima strada tutta fatta di lastroni di granito lavorato a mano; ha tré deviazioni: una per Guidassegno, una per il Santo e l'altra per Spiaggia dell'Arenella. In passato è stata molto praticata per scambiare prodotti di campagna che venivano dati in cambio di pesce e quindi non passava giorno che non fosse transitata da entrambi gli abitanti di Porto e Castello. A metà strada ci sono due impronte di ginocchi: queste vengono chiamate "i ginocchi del diavolo", e ancor oggi si possono notare benissimo. Ma quello che più nuoce a tutte queste bellissime mulattiere esistenti sull'isola è che per il novanta per cento sono chiuse da rovi e sterpaglie, quindi non sono transitabili, ma una volta riattivate si potrebbe girare l'isola palmo per palmo".
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