Capoliveri, pre-congresso di sezione: siamo pochi e variamente assortiti, ma le discussioni sono appassionate, colorite, problematiche. L'unico sfigato della "mozione Fassino" sono io, al pari del Chiarchiaro della "Patente" pirandelliana, al pari dell'enigmatico ed onnipresente Coluccia. Attacca il nostro "leader" con veemenza e chiede cosa significhi riformista... Se è "colui che fa riforme" anche Berlusconi si può dire riformista...Sta facendo una caterva di riforme! La dichiarazione così stentorea mi lascia leggermente perplesso... Chi erano allora Saragat, Di Vittorio, Rosa Luxemburg e perfino il simpatico Macaluso? Mentre rifletto sull'inquietante interrogativo storico spiegazzando la mappa di palazzo Giustiniani, un'altra compagna, acclarata intellettuale della "vague" Mussiana dice che lei è per la federazione dei partiti contro il coacervo di "uniti per l'ulivo", insieme pseudo aristocratico di inconcludenti; anzi, quasi quasi i "comunisti italiani" o, di contro, la "mozione Salvi", risulterebbe assai più credibile. Ma dimentica la compagna ed amica che al Cossutta, quando Berlinguer dichiarò finita la "spinta propulsiva" della Rivoluzione d'Ottobre, quindi rottura con il PCUS, mancapoco gli prende un infarto dal dispiacere visto che, pochi anni prima, aveva cacciato dopo un "comitato nazionale farsa" i compagni del Manifesto per aver interpretato la "propulsione" come la voglia di metterlo in quel posto ai Cecoslovacchi. Così, via discorrendo, cala la sera e, come in ogni buon film, anche Morettiano, ecco il lieto fine: vince la "mozione Mussi", così sia. Una cosa mi convince poco...perchè gli alfieri di tanta "giustezza" e sensibilità non hanno proposto uno straccio di segretario alternativo a Fassino, procedendo poi all'epurazione dei nemici del popolo annidati all'interno delle sezioni? Che significa questa guerra per bande sotto un unico direttore? La mia modestissima interpretazione è che ci lasciano un po' ruzzare ma alla fine la "seconda mozione" avrà il suo 21% e da qualche parte lo doveva prendere. Peccato proprio qui all'Elba, che va sempre in controtendenza.
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