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Dipendenti Comunità Montana: il passaggio all'Asa fa paura

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 04 dicembre 2004

C’è preoccupazione tra i dipendenti del settore idrico della Comunità Montana. La fase di passaggio all’ASA, il gestore unico previsto dalla legge Galli, è un serbatoio di interrogativi. I trenta dipendenti si trovano ad un bivio. La legge prevede un’opzione: possono rimanere in un ente locale oppure passare al nuovo gestore. Ma nella seconda ipotesi c’è molta incertezza, perché ancora il nuovo Ente non ha detto con precisione come intenderà utilizzare il personale che erediterà dalla Comunità Montana. Non esiste a tutt’oggi un Progetto Elba, non si sa cioè quali saranno le nuove strategie con le quali l’ASA si affaccerà sul versante isolano. Per questo, come recita un vecchio adagio, i dipendenti non se la sentono di fare un salto nel buio, e si potrebbe profilare un fuggi fuggi negli enti locali. “Come possiamo scegliere – dicono i lavoratori – se ci troviamo di fronte a qualcosa che non conosciamo?” Questo potrebbe significare, in un primo momento, una difficoltà per la riorganizzazione dei nuovi servizi idrici, nei quali confluirà anche la gestione delle fognature, con probabili ripercussioni anche sugli utenti. E più in generale la perdita di importanti profili di professionalità, maturati attraverso una profonda conoscenza del territorio. L’RSU, la rappresentanza sindacale unitaria, rivolge appelli in due direzioni. All’ASA, che spieghi in maniera più chiara quali saranno i cambiamenti ai quali i dipendenti andranno incontro, e che gestisca il passaggio in maniera più elastica , perlomeno nella prima fase. Ai Comuni di responsabilizzarsi nei confronti di quei dipendenti che chiederanno di entrare in organico. A questo proposito il prossimo 9 dicembre ci sarà un incontro con le forze sindacali, con gli enti locali e con il nuovo gestore. Per ora i dipendenti hanno due punti fermi: la certezza che nessuno di loro perderà il posto di lavoro, perché l’ATO impone un organico di almeno trenta dipendenti e, per chi deciderà di passare all’ASA, un nuovo contratto di diritto pubblico che prevede 38 ore distribuite su 5 giorni lavorativi. Qualcuno pensa anche allo spauracchio del trasferimento in ambito provinciale, ma sotto questo aspetto l’Assessore al settore idrico, Maria Grazia Mazzei, tranquillizza tutti: “abbiamo l’impegno formale da parte dell’ASA che non ci sarà nessun trasferimento.”


comunità montana vessillo

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