Il consiglio comunale, nella sua recente riunione del giorno 29 novembre u.s. ha deliberato in favore di un piano di lottizzazione nella località di Nisporto. Hanno votato a favore i rappresentanti della maggioranza, Rio Democratico. Hanno espresso voto contrario i rappresentanti della minoranza, Rinascita Riese, motivando con un documento scritto le determinazioni della loro contrarietà. E’ nota, perché divulgata con volantini e a mezzo stampa, la posizione critica che RR ha assunto nei confronti del progetto di risanamento idrogeologico del bacino di Nisporto, che molti giudicano faraonico e fortemente dispendioso, proprio in conseguenza delle scelte di carattere amministrative che hanno presieduto alla sua impostazione. Tutto ruota infatti sulla intepretazione che si è voluto dare alla locuzione “invariante antropica”, a cui fa riferimento la legislazione regionale, e alle inevitabili conseguenze che ne sono derivate. Cosa significhi l’espressione “invariante antropica”, per quanto non specificato dalla Regione, e a che cosa si riferisca appare sufficientemente chiaro. E’, o quanto meno dovrebbe esserlo, “invariante antropica” una costruzione, una casa per intenderci, una casa che in forza delle leggerezze amministrative del passato si è potuta costruire dove non doveva essere costruita. Una casa, dunque. Ma è “invariante antropica” anche il terreno adiacente alla casa, il giardino tanto per intendersi? Ed eccoci allora al nocciolo della questione. Nel progetto di risanamento del bacino di Nisporto si è voluto attribuire la qualifica di invarianti antropiche anche ai terreni e ai giardini di abitazioni spuntate a casaccio, come funghi, quando, irresponsabilmente, si pensava che turismo significasse soprattutto cementificare, costruire, edificare ad ogni costo, anche ostruendo le valli naturali. Di conseguenza, ora, senza l’utilizzo di quegli spazi che non sono abitazioni ma solo spazi accessori, ci si è dovuti inventare valli nuove, tutte artificiali, valli da realizzare con grandiose tubazioni sotterranee, con grandi vasche di raccolta delle acque piovane, e, addirittura, con una condotta che trasferisce l’acqua da un versante all’altro dell’intero bacino. Insomma predisponendo un progetto grandioso, redatto sicuramente con adeguata perizia professionale, ma discutibile nella sua impostazione originaria e nelle indicazioni amministrative che lo hanno orientato. Cosa allora sarebbe stato più opportuno fare per risanare il bacino? Non possiamo sottrarci a questa domanda. A nostro modesto avviso, molto modesto naturalmente, anche perchè il Sindaco in Consiglio ha maldestramente ironizzato attribuendoci l’inverosimile pretesa di voler essere dei tecnici in materia, sarebbe bastato utilizzare, per parziali canalizzazioni sotterranee, quegli spazi che si sono indebitamente considerati intoccabili, riattivando così i normali, antichi e straconosciuti alvei di scorrimento delle acque meteoriche. Tutto qui. Rilevante, con ogni probabilità, sarebbe stato il risparmio di denaro pubblico e più credibile l’efficacia del progetto di risanamento. RR ha proposto a vari livelli un riesame del progetto e, in sede di Consiglio ha chiesto la sospensione dei lavori del risanamento idrogeologico.. Il sindaco, in risposta, ha snocciolato, ancora una volta e non senza malcelata insofferenza, la litania delle tante approvazioni già acquisite dal progetto in fase di attuazione e, in questo contesto, ha sollecitato la delibera per nuove costruzioni edilizie. Alle quali RR si è opposta, e non per ostilità verso i privati che, se mai, hanno l’innegabile merito di impegnarsi anche in favore di una offerta turistica più qualificata, ma perché la concessione merita di essere rivista e articolata con una maggiore oculatezza, nel contesto di valutazioni che consentano di mettere in discussione, nei suoi aspetti generali, quel progetto di risanamento dell’intero bacino che sta sollevando troppe critiche e genera troppo malcontento.
Rio Elba Spiaggia di Nisporto