Paul Auster è scrittore, ma non solo, della ricerca dei luoghi dell’anima, del contrasto interiore di personaggi sempre a confronto con il caso ma anche con precisi riferimenti simbolici, reali o colti dalla letteratura, dal cinema, o da altre espressioni artistiche - Vertigo è il titolo di un film di Hitchcock , Walter Rawley si pronuncia come Sir Walter Raleigh, fondatore della prima colonia americana e si libra nell’aria come le figure di Chagall - Messaggi chiari e sottintesi, in una aspirale che avvolge le vicende umane portandocele distanti e facendole ricadere direttamente nella nostra intimità, le parole non sono solo suoni, diventano immagini, e anche le sceneggiature cinematografiche di Paul Auster (es. Smoke) possono considerarsi romanzi a tutti gli effetti. “Battezzai il locale Mr Vertigo. Era nel cuore della città, tra la West Division e North LaSalle, e l’insegna al neon cangiante in rosa e azzurro disegnava contro il cielo della notte una ballerina che si alternava a uno shaker da cocktail”. Ma per Walt non è che un momento di transizione, di attesa fra un’esistenza vissuta nei panni di bambino prodigio e diretta verso quelli di uomo qualunque, il desiderio di essere nessuno dopo aver rappresentato qualcosa di inimmaginabile, di irripetibile. La ricerca di condivisione di eventi comuni con gente normale inizia forse dal bar Mr Vertigo, nella Chicago della fine degli anni ‘30, la ricerca dell’oblio dopo l’assoluto; dopo la capacità di volare, la voglia di scomparire per tornare ad essere qualcuno solo per se stessi. Provare il desiderio della meraviglia della normalità dopo le frustrazioni dell’indescrivibile prodigio che sembra affrancare da una vita destinata alla sofferenza, senza un futuro in cui credere, e che invece l’incontro con Maestro Yehudi rende magica. Una scommessa fra il giovane orfano e l’intrigante ebreo ungherese costituiscono il prologo di un’avventura senza precedenti, che si snoda prima in una misteriosa comunità fatta solo di un ragazzetto nero, Esopo, una donna Sioux, un maestro che ricorda i più classici affabulatori di inizio secolo scorso, e Walt, il bambino volante, che ammalierà il pubblico di fumosi tendoni da palcoscenici circondati di venditori di zucchero filato, donne barbute e stanchi mangiafuoco. Personaggi grotteschi popolano vicende strettamente personali che si intersecano con cinquanta anni di storia americana, il Ku Klux Klan, i gangsters di Chicago, il declino di un campione di baseball, la seconda guerra mondiale e il ritrovato benessere post bellico, in cui chi è stato eccezionale trova soddisfazione nella ripetitività della catena di montaggio e nella tranquillità della gita in spiaggia la domenica. Il vecchio circo di Maestro Yehudi lascia il posto prima al bar Mr Vertigo, poi ad una donna normale con cui costruire una famiglia e condurre un’esistenza normale. Il vero prodigio non è nell’ essere stai unici ma scoprire di riuscire ad esserlo anche nell’anonimato, in un alternarsi di cadute e di riprese, senza perdere di vista il vero stimolo a farcela anche quando tutto sembra perduto. Una capacità da ricercare non nell’obiettivo in sé, ma nel rapporto che si riesce a instaurare con gli altri. La fiducia in un quasi ciarlatano rende Walt un prodigio fugace, il suo amore per la stessa persona, invece, non lo abbandonerà mai e ciò che resterà sarà la gratitudine per l’insegnamento della sofferenza e sacrificio quali strumenti indispensabili per riuscire a volare. Con il corpo o con l’anima non c’è differenza. Gli insegnamenti di Maestro Yehudi, l’affetto di Mamma Sue, l’amicizia di Esopo sono la famiglia che Walt non avrebbe avuto e con loro lui è soltanto un bambino non più orfano, e di cui resterà, probabilmente, solo un uomo qualunque, ma non per questo meno nobile di quell’irripetibile fenomeno che attirava folle incredule in giro per l’America. Michele Castelvecchi Paul Auster MR VERTIGO Einaudi Euro 8,50
Mister vertigo libro