Il dente d’attracco della Banchina d’Alto Fondale a Portoferraio, acciaccato dalla pruata dell’Aethalia, è recintato. L’Autorità Portuale ha deciso di chiedere a chi ha provocato le lesioni alla struttura di attracco (la Società di Navigazione Toremar) di provvedere direttamente, sembra entro venti giorni, alle necessarie riparazioni ed al consolidamento, ma a distanza di una settimana dal pauroso incidente non si vede traccia alcuna di inizio dei lavori di ripristino. La cosa non attira molto l’attenzione di amministratori ed associazioni economiche, soggetti impegnati in una appassionata discussione sulle terze e quarte compagnie di navigazione del futuro. Tra soggetti che dovrebbero essere assai interessati nessuno pare rendersi conto che in questo momento il porto del Capoluogo elbano, anche se siamo in inverno, con gli orari dei traghetti ridotti, è in piena emergenza, e che in Capitaneria debbono fare i salti mortali per assicurare l’ordinario attracco alle corse dei pur diradati orari invernali di Toremar e Moby Lines. Contemporaneamente alla Banchina d’Alto Fondale sono infatti completamente inagibili, a causa dei lavori che si stanno conducendo per ampliare la banchina di fronte all’ex-Cromofilm, anche l’attracco posto sul lato sud del Molo Massimo ed il dirimpettaio posto sul lato nord del Molo N.3. In pratica in questo momento sono agibili solo i due lati del Molo Lucchesi, il lato sud del Molo N.3, ed il lato nord del Molo Massimo. Per dare un’idea della limitazione funzionale del porto del capoluogo elbano, a chi preferisce paragoni terragnoli, è come se una grande stazione ferroviaria dotata di 7 binari (e nella nostra “stazione” transitano qualcosa come oltre 2.000.000 di passeggeri all’anno) di punto in bianco se ne perdessero 3. La sensazione è che paradossalmente ad evitare un casino peggiore siano provvidenzialmente giunti i lavori di manutenzione di alcuni traghetti delle due compagnie che risultando fermi o assenti non contribuiscono ad aumentare gli spostamenti d’attracco. E questa situazione di “sofferenza” ha anche ripercussioni a terra, com’è accaduto nel pomeriggio di Martedì 4 Febbraio quando con le partenze saltate per il maltempo e le corse non previste si sono dovuti “sbrogliare” incolonnamenti di macchine nell’area portuale a cui hanno provveduto i Marinai della Guardia Costiera riciclati in Vigili Urbani avventizi. A riprova ulteriore, se ce ne fosse bisogno, della scarsa coscienza portuale di una città che pure il termine “porto” lo porta nel nome.
molo massimo sud lavori
molo moby nord lavori
molo d'alto fondale piccola