Apprendiamo dalla stampa che i Comuni elbani hanno elaborato un protocollo che prevede il trasferimento degli impianti del Buraccio a Literno e la realizzazione in loco di un “termovalorizzatore” per l’incenerimento dei rifiuti. Quello dei rifiuti, com’è noto, è uno dei problemi storici della comunità elbana. Anni fa, per l’incapacità degli amministratori locali a raggiungere un accordo, la Regione nominò un proprio commissario, che pensò di risolvere il problema con il cosiddetto “gassificatore”: un concentrato di moderne tecnologie che tutto il mondo ci avrebbe invidiato, consentendoci pure di produrre energia a basso costo. Tutti sanno che fine ha fatto l’impianto del Buraccio, che ora, comunque, i Comuni elbani dovranno acquistare dalla Daneco per la modica cifra di una quindicina di miliardi di vecchie lire. Nel frattempo, le bollette tarsu dei cittadini e delle aziende elbane, anche a causa del conferimento dei nostri rifiuti sul continente, hanno raggiunto livelli da capogiro. Adesso qualcuno pensa di risolvere il problema rifiuti trasferendo l’impianto del Buraccio a Literno e trasformandolo in inceneritore. A quanto si legge sui giornali, pare anche che “il termovalorizzatore porterebbe vantaggi economici a tutta l’Elba”. Noi ci chiediamo: ma l’interesse pubblico prevalente è la salute dei cittadini e la necessità di favorire un’economia prospera o il fatto di riuscire a far entrare qualche soldo nelle casse comunali? Perché questi impianti, com’è noto, sono alquanto pericolosi: per funzionare perfettamente, necessitano di condizioni particolari, altrimenti possono produrre sostanze altamente nocive per l’organismo umano. Soprattutto devono funzionare sempre a pieno regime e poiché all’Elba, per evidenti motivi, in inverno si producono molti meno rifiuti che in estate, per parecchi mesi all’anno dovremmo importare rifiuti dal continente. Noi crediamo che un inceneritore all’Elba, oltre a risultare pericoloso per la nostra salute, sarebbe un disastro per la nostra economia turistica, che ha subito una perdita d’immagine considerevole con l’alluvione del 4 settembre scorso e sta attraversando un momento di grande difficoltà, per l’interazione di tutta una serie di elementi negativi: la crisi tedesca, la stagnazione economica in Italia, l’aggressività della concorrenza, ecc.. La realizzazione di un inceneritore, con l’ulteriore perdita d’immagine che ne conseguirebbe, potrebbe essere la ciliegina sulla torta per il tracollo definitivo della nostra industria turistica. A tale riguardo, riteniamo opportuno ricordare che, quando venne realizzato il gassificatore, gruppi di cittadini inviarono lettere di denuncia e fotografie alla stampa e ai tour operators di tutta Europa, con comprensibili effetti sulla nostra immagine. Ci rendiamo conto che è assolutamente necessario risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti. Intanto è del tutto prioritario avviare, in tutta l’Elba, un servizio di raccolta differenziata degno di questo nome. Il che, al contrario dell’inceneritore, produrrebbe un considerevole recupero di immagine. E poi devono essere concretizzati quegli accordi che, a quanto ha riferito il Presidente della conferenza dei Sindaci in occasione della visita di Martini a Portoferraio l’8 gennaio scorso, sembra siano stati raggiunti tra gli otto comuni elbani. Soprattutto, il potenziamento di Literno, che dovrebbe consentirci di tirare avanti ancora per qualche anno, dandoci il tempo di elaborare soluzioni che risultino le più ecocompatibili e le meno onerose. Concludendo, questa associazione manifesta la più totale contrarietà alla realizzazione di un inceneritore all’Elba e si propone pure di contattare le altre associazioni di categoria al fine di coordinare un’azione comune contro un progetto che potrebbe avere preoccupanti riflessi sulla nostra economia, oltre che sulla salute degli elbani.
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