Torna indietro

Controcopertina: Le bizzarie lessicali e naturalistiche del Presidente D'Errico

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 19 novembre 2004

Egregio Direttore, il Tirreno del 18 novembre ospita un accorato intervento (E' scontro sul Piano del Parco) del Presidente della Comunità del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano che illustra il pessimo stato dei rapporti tra la Comunità stessa e il superCommissario Barbetti. Tralasciando il merito dello scontro sul Parco (al quale vedo non trascura di partecipare sul suo giornale l'inossidabile exPresidente Tanelli), che appare ormai molto più legato alla reciproca antipatia personale che a concrete diversità politiche, programmatiche e culturali(?) sulla salvaguardia dell'ambiente, quel che mi ha colpito nella contorta prosa del Presidente Pietro Paolo D'Errico è la strana percezione dell'ambiente elbano che, visto il ruolo a cui lo ha chiamato il centro-sinistra tutto, assume una tinta preoccupante. Infatti, l'articolo si chiude con questa virgolettata e memorabile dichiarazione di Pietro Paolo: "Permettetemi alla fine di rivolgere un appello. Cinghiali e mufloni stanno letteralmente distruggendo il nostro sottobosco. La popolazione indigena si è notevolmente ampliata e ciò ha causato un incredibile azzeramento di tutte le specie vegetali che costruivano il nostro sottobosco. Quando addirittura non vengono messi in serio pericolo i sistemi idrogeologico delle nostre valli. Crediamo che il problema sia urgente ed impellente e chiediamo che ci si ponga immediatamente un freno. E' di sicuro un dramma per la nostra balbettante agricoltura e per le varie colture agricole esistenti". Forse, vista l'impervia prosa del Pietro Paolo D'Errico, il problema vero dei suoi rapporti con Barbetti potrebbe essere la lingua italiana, malmenata spesso anche dall'ex Sindaco Capoliverese. Ma il Presidente Pietro Paolo si stà evidentemente addentrando imprudentemente in un campo non suo: l'ambiente. Una materia che richiederebbe studio, precisione, consapevolezza, tutte qualità che non vedo nelle dichiarazioni frettolose del malconsigliato Presidente. Dire che cinghiali stanno letteralmente distruggendo il nostro sottobosco è una mezza minchiata, infatti, il vocabolario definisce il sottobosco "complesso della vegetazione che cresce al riparo delle piante nei boschi" e ancora: "complesso di vegetali con struttura arbustacea, erbacea e muscosa che vivono nei boschi". Quindi il sottobosco è tutta la vegetazione che stà sotto gli alberi ed è difficile che gli ungulati lo possano distruggere, anche perchè molta non la mangiano proprio. Cinghiali e mufloni creano danni ad alcune specie del sottobosco non lo distruggono certamente perchè distruggere vuol dire "rovinare completamente una cosa sì da renderla inutilizzabile o da farne perdere le tracce" , nè tantomeno lo azzerano perchè azzerare vuol dire: "ridurre a zero; portare sullo zero l'indice di uno strumento di misurazione" fortunatamente il sottobosco all'Elba è vivo, vegeto, misurabile e con centinaia di specie in buona salute. Ma se quello del sottobosco può essere un veniale infortunio lessicale, al Presidente di una Comunità del Parco non si possono certo perdonare altre cose da lui dette sulla fauna. Dice D'Errico, riferendosi a cinghiali e mufloni:" La popolazione indigena si è notevolmente ampliata", riuscendo così ad infilare ben due perle in una collana di sole sette parole. Infatti, la popolazione di ungulati all'Elba non è affatto "indigena" perchè importata da fuori e recentemente da cacciatori e CFS, è al contrario alloctona: "organismo animale o vegetale originario di una regione diversa da quella in cui si trova"; indigeno infatti significa: "detto di persona, che è originario di un dato paese, per quanto se ne sa, fin dai tempi più antichi (in questo senso equivale a "aborigeno" o "autoctono") talvolta si dice anche, con lo stesso significato, di specie animale o vegetale". Quindi la popolazione indigena non può essersi ampliata (magari si sarà accresciuta o sarà aumentata...) perchè prima non c'era. C'è poi lo spassoso passo agricolo del Pietro Paolo: "E' di sicuro un dramma per la nostra balbettante agricoltura e per le varie colture agricole esistenti", mi sembra che di balbettante ci sia solo l'italiano di D'Errico che dovrebbe spiegarci la differenza sostanziale tra l'agricoltura e le varie colture agricole esistenti, visto che l'agricoltura è fatta dalle varie colture agricole esistenti! Il Presidente D'Errico si lamenta ma si dimentica di dirci come lui risolverebbe il problema cinghiali e mufloni: sterminio per tutti, eradicazione dei cinghiali come chiedono contadini e ambientalisti, gestione venatoria dei cinghiali e stempiamento di tutti i mufloni come chiedono i cacciatori, espatrio volontario, esilio coatto, campi di concentramento, camere a gas, sedia elettrica? Evidentemente studi, convegni, polemiche, abbattimenti, trappole e reti sono fin quì trascorsi invano, meno male che al superCommissario del Parco di destra si è aggiunto e si contrappone il superPresidente della Comunità del Parco con un piede nel centro-sinistra, un altro solutore di parole crociate ed incrociatore di problemi insoluti, quindi attendiamo ansiosi la ricetta D'errichiana per sbarazzarci definitivamente dei fastidiosi ovini e suini selvatici. Magari scopriremo che basterebbe solo mandare a casa l'eterno Commissario Barbetti e anche i cinghiali e i mufloni ridiventerebbero come per incanto buoni... e non solo alla brace o in salmì... Intanto, passati invano ma in studioso e fecondo silenzio gli anni da vicePresidente, spero che la sua esperienza di Presidente della Comunità del Parco coincida con un ripasso di italiano (tipo sinonimi e contrari) e soprattutto che l'esperienza lo porti a capire un po' meglio di cosa si parla quando si tratta di ambiente, di fauna e di flora.


cinghiali piccoli

cinghiali piccoli