La lettera aperta del Commissario Dr. Barbetti sulle vicende della ex-Scuola della Guardia di Finanza del 13 Novembre u.s., impone alcune considerazioni e precisazioni. La cronistoria degli avvenimenti in merito alle azioni espletate dal Parco fra il 1997 e il 2002 per giungere a disporre di una propria sede è sostanzialmente esatta. Dalla ricostruzione degli avvenimenti possiamo palesemente cogliere due aspetti. Il primo riguarda il fatto che, da subito, il Consiglio Direttivo dell’Ente attivò le iniziative per disporre di una sede definitiva. Il secondo che le sue richieste in merito alla ex-Scuola della Guardia di Finanza erano limitate alla sede del Parco e del CTA-CFS. Niente a che vedere con il mega progetto del Commissario. Nessuno e tanto meno il sottoscritto “… fa finta di non ricordare come sono andate le cose e si schiera oggi per la Caserma alle scuole dopo averne caldeggiato la cessione al Parco”. E’ opportuno che il Commissario legga, o rilegga la lettera aperta inviata dal sottoscritto il 18 Ottobre passato al Ministero dell’Ambiente ed al Parco. Nella lettera è scritto testualmente: “ Gli edifici della ex-Scuola della Guardia di Finanza sono oggetto di condivisibili critiche in seguito alla assegnazione al Parco di migliaia di metri cubi per realizzare un faraonico progetto per allestire, non solo e giustamente, la Sede dell’Ente e del CTA-CFS, ma anche un centro congressi, un museo del mare, la sede del comitato di pilotaggio di Pelagos e quant’altro... - e prosegue - Il Parco a suo tempo, in accordo con il Comune, chiese al Demanio degli spazi idonei per la propria sede e per il CTA-CFS e ottenne un intervento legislativo affinché anche agli Enti Parco venisse esteso in analogia con altre istituzioni (leggi Comuni, Province etc), il beneficio di acquisire concessioni demaniali con il canone scontato del 90%. Nel 2001 le procedure di acquisizione vennero interrotte da una precisa e perentoria nota del Ministero dell’Ambiente (leggi Direttore Generale SCN- Dr.A.Cosentino) che imponeva al Parco di ricercare la sua Sede… entro i confini dell’area protetta. Non gusterebbe oggi che il Parco ridimensionasse le sue richieste, ricercasse assieme alla Istituzioni una quanto mai auspicabile soluzione per le esigenze scolastiche e si attivasse, a scanso di rivalse amministrative future, per ribadire l’esigenza di un idoneo emendamento legislativo, già richiesto nella passata gestione, nell’interesse non solo del PNAT, ma di tutti i Parchi Nazionali.” . L’Ente Parco aveva stimato in circa 800 -900 mq., che comportava un canone scontato attorno ai 10.000 Euro/anno, le esigenze di spazi per uffici di gestione , presidenza dell’Ente, Comunità del Parco, sale riunioni ed annessi , e individuando l’Enfola come sede per le iniziative di educazione ambientale, formazione, promozione e ricerca scientifica. E’ pertanto una ulteriore maldestra espressione di “eredità ricevuta“ (vedi: Piano del Parco, Sentieristica,…) quando si afferma che “…l’Ente Parco (Commissariato) non ha fatto altro che perseguire la strada indicata dal Consiglio Direttivo …” e che “… è veramente strano che quel che sembrava indispensabile ieri oggi venga presentato come una prepotenza dell’Ente Parco ..” Ma gli aspetti più inquietanti della situazione creata dal Commissario e dal Ministero dell’Ambiente risiedono nei contenuti del Verbale di consegna, del 30 Aprile 2003 degli edifici della ex-Scuola, per uso governativo al Ministero dell’Ambiente da parte dell’Agenzia del Demanio, come emergono dagli atti della Deliberazione del Consiglio Comunale di Portoferraio n.70 del 29 Ottobre u.s. Si legge nel Verbale di consegna che gli immobili concessi al Ministero e per esso al PNAT devono essere destinati a: “Museo del Mare, centro di promozione informazione e merchandising, centro congressi e formazione e sede del Comitato di Pilotaggio del Santuario Internazionale dei Cetacei.” Niente viene detto della Sede dell’Ente. Non ci è dato di sapere se l’operazione rientra in una strategia tesa a trasformare i Parchi Nazionale in strutture direttamente dipendenti dal Ministero dell’Ambiente, alla faccia del federalismo e delle autonomie territoriali o in una mera operazione di ingegneria burocratica. Certo è che mi sembra un’ operazione non troppo chiara. Per quanto riguarda il fatto che l’Ente Parco per poter espletare i propri compiti istituzionali abbia dovuto affittare locali per allestire uffici e magazzini per l’Ente e per il CTA-CFS che oggi portano ad un canone annuo di 162.000 Euro, non vi è ragione di preoccuparsi. Sono altre le cose di cui ci dobbiamo preoccupare. Certo meglio sarebbe stato spendere i soldi degli affitti in modo diverso, ma è difficile concretizzare le finalità istituzionali dell’Ente senza i locali in cui lavorare. Comunque il Parco oggi ha una reale occasione di acquisire la sua Sede e la strada è molto semplice. Attivarsi affinché sia approvato un emendamento che permetta al Parco di avere la sede fuori l’area protetta, ridimensionare le proprie esigenze, dialogare lealmente con le Istituzioni per acquisire il Grigolo o parte della Tesei e giungere ad un nuovo ,chiaro e legittimo accordo con l’Agenzia del Demanio. Come ho avuto modo di scrivere nella lettera aperta del 6 Novembre u.s.. le circostanze offrono al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano una grande opportunità. Non sarebbe saggio lasciarsela sfuggire. Tralascio, per non abusare della cortesia di chi ospita questo scritto e della pazienza dei lettori, i tanti dettagli che mi piacerebbe commentare, ma non posso trascurare un aspetto che per molti, me compreso, è forse il più importante in tutta la questione. Nella lettera commissariale è scritto: “…nessuno dei ragazzi che hanno protestato alle Ghiaie riuscirebbe mai ad entrare da studente nell’improbabile villaggio scolastico dell’ex Caserma che, accelerando al massimo i tempi, forse potrebbe essere pronto non prima di 5/6 anni”. Quanta supponenza e quante certezze in queste parole. E quanta tristezza nel leggerle. Può essere tutto vero. Può essere anche che i “ragazzi” che hanno protestato alle Ghiaie guardino avanti e pensino al futuro. Pensino ai loro fratelli minori che fanno le Elementari o le Medie. Può darsi che quei “ragazzi“ pensino di entrare domani nella ex-Caserma come genitori che partecipano a qualche Consiglio nella Scuola frequentata dai propri figli. E poi chissà, non è detto che qualcuno di quei “ragazzi” non possa frequentare gli ultimi anni delle sue Superiori o gli insegnamenti di un Corso di Laurea o di un Master universitario, nel Polo Scolastico ed Universitario de “ Le Ghiaie” di Portoferraio. Magari insieme a qualche altro giovane cittadino europeo od extra-europeo al quale potrà trasmettere, con orgoglio, i grandi valori del suo Scoglio, nati e cresciuti nella ospitalità, integrando nei secoli e nei millenni tante culture e tante diverse umanità, per costruire insieme un futuro di pace, solidarietà e tolleranza. I cardini della serenità civile e volano del benessere sociale ed economico.
tramonto bello gian mario fetovaia