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Capo d'Arco: un depliant pubblicizzava gli appartamenti abusivi

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 17 novembre 2004

Non si può certo parlare di “abusivismo di necessità”: i 19 appartamenti sequestrati dal Corpo Forestale nel Comune di Rio Marina (all’isola d’Elba) sono stati ricavati nello splendido Cantinone dell’esclusivo villaggio di Capo d’Arco, dentro il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il 24 luglio scorso LEGAMBIENTE scriveva al Parco Nazionale per chiedere cosa stesse succedendo nel Villaggio di Capo d’Arco e se vi fossero i necessari nulla-osta, l’Associazione Ambientalista si era mossa in seguito a segnalazioni ricevute da cittadini, ma possibili abusi erano stati messi in evidenza anche dal “Comitato per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia urbanistica di Capo d’Arco”. Quello che aveva insospettito LEGAMBIENTE era uno strano opuscolo pubblicitario del “Gruppofinim” e della “CBM – Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi” che pubblicizzava la vendita degli appartamenti del Cantinone di Capo d’Arco illustrato con plastici e immagini che sembravano ben diversi da quanto aveva concesso il Parco Nazionale ed il Comune di Rio Marina. Nei giorni scorsi il Corpo Forestale dello Stato ha scoperto che le segnalazioni di LEGAMBIENTE erano giuste: a Capo d’Arco si stavano costruendo 19 appartamenti invece dei 12 autorizzati, il tutto senza nessuna concessione di variante e il necessario nulla-osta del Parco Nazionale. Sono così stati denunciati il responsabile di un’immobiliare, il titolare di una Ditta livornese ed il Direttore dei lavori. Capo d’Arco è un villaggio sulla costa orientale dell’Elba (tra Porto Azzurro e Rio Marina) al quale si accede solo attraverso una strada sbarrata e sorvegliata e dove gli abusi accertati dalle forze dell’ordine non sono una novità, “Ma – dicono a LEGAMBIENTE Arcipelago Toscano – i 6 appartamenti abusivi sono uno scherzetto rispetto alla colata di cemento prevista dal Piano Strutturale del Comune di Rio Marina (15.000 metri cubi di ricettività alberghiera). Intanto erano già pronti al via i lavori per 13.000 mc. di villette (un’ottantina) che, per ora, sono stati bloccati”. Ma gli abusi di Capo d’Arco mettono anche in evidenza due cose: 1) per contrastare l’abusivismo è essenziale la collaborazione tra cittadini e Associazioni Ambientaliste per poter intervenire sulle Istituzioni e chiedere il rispetto della legge e dell’ambiente 2) Nonostante l’ottimo lavoro del Corpo Forestale dello Stato, esiste evidentemente un problema di controlli rapidi all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per evitare abusi e furbizie. E’ evidente che uno dei “trucchi” è quello di ottenere i nulla-osta e poi fare più di quanto concesso. Capo d’Arco rischia di essere la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più esteso: ci chiediamo cosa sia successo – e quali controlli siano stati eseguiti rispetto a quelli solennemente promessi – in occasione del rifacimento in muratura di decine di baracche e baracchine di metallo “condonate” incredibilmente dal Parco. L’effetto condono sta producendo una sensazione di impunità, per questo LEGAMBIENTE chiede che il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano avvii immediatamente un’azione straordinaria e capillare di controllo di tutte le costruzioni autorizzate all’interno dell’Area Protetta.


capo d'arco opuscolo abuso

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