Nel nostro parlare c'è un'espressione assai colorita: "un muso che ci rimbarzano i palanconi grechi" (letteralmente: un volto che non sarebbe minimamente scalfito neppure se bersagliato dal lancio delle pesanti monete in uso tra la greca gente) che crediamo renda meglio il concetto delle espressioni "faccia di bronzo" o "faccia tosta". Ci è venuta in mente questa espressione nel vedere in TV il Cavaliere annunciare che per colpa dei comunisti che governavano prima non poteva onorare il contratto con gli italiani firmato solennemente davanti al maggiordomo-cerimoniere-capo Vespa in una ormai lontana sera, limitatamente però ad una bazzecola come la riduzione delle tasse, rigiurata fino ad un quarto d'ora prima. Ciò detto ha però vantato le opere del regime, vale a dire una serie di leggi e decreti salvaculo di cui hanno gioito tutti lavoratori ed i pensionati italiani che notoriamente hanno più di un miliardo in beni da lasciare ai successori, atti processuali in Svizzera, mucchi di soldi evasi al fisco in società offshore da far rientrare, processi da mandare in prescrizione, e che la mattina non si svegliano mai pensando a come faranno a sbarcarla anche questo mese, bensì con l'angoscia di sapere se le carriere dei magistrati saranno separate. Una volta ci capitò di vedere un signore talmente incazzato con Craxi che tirò una ciabattata al televisore, così come è noto, restando sul versante degli autocrati cavalieri che Pierone, il 26 di luglio del 1943, entrò nella bettola dei Tre Archi, ottenne il distacco e la consegna della fotografia di Mussolini a cavallo e dopo averla tolta dalla cornice e ridotta in frammenti se la mangiò buttandola giù con sorsi di vino. Ma è noto che prendersela con le effigi così come con le immagini formate dai tubi catodici o dai cristalli liquidi non arreca alcun danno all'effigiato. E a quello poi, anche a tirargli sul muso non una ciabatta, e neanche i palanconi grechi, ma una stufa di ghisa, ci rimbalzerebbe.
silvio berlusconi