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Fabio Mussi illustra la mozione "Una sinistra forte. Una grande alleanza democratica"

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 09 novembre 2004

Per una volta un incontro politico all’Elba non ha come argomento l’incarico a capo di un ente pubblico o uno scandalo amministrativo. Nella sede dei Democratici di Sinistra a Portoferraio si parla di guerra e di pace, di riforma della Costituzione, di socialismo e di globalizzazione liberista, di distanza fra ricchi e poveri del mondo, di un altro mondo possibile. Fabio Mussi illustra la mozione "Una sinistra forte. Una grande alleanza democratica", che come primo firmatario presenterà al congresso dei DS che si terrà a febbraio e che per ora ha l’adesione di 42 membri della Direzione del partito e di altri 8 deputati, oltre a quella di 6 membri della segreteria nazionale della CGIL. La sala di piazza della Repubblica è piena , come nelle grandi occasioni. Oltre alla presenza di iscritti di tutte le sezioni elbane, si nota quella di molti cittadini che aderiscono ad altre forze politiche o indipendenti. “L’Italia non può essere complice del bagno di sangue di Falluja e le nostre forze armate in Iraq non possono applicare la legge marziale senza offendere la nostra Costituzione” Mussi esprime la sua appassionata posizione sull’attualità della guerra. Poi critica l’ analisi di D’Alema sull’ elezione di Bush, secondo la quale in America avrebbero perso Michael Moore e Nanni Moretti. “Sembrava che le avesse perse il Correntone. In realtà le ha perse Kerry che non ha preso una posizione decisa su nulla, mentre le ha vinte un candidato che ha ostentato posizioni radicali: Dio, patria e famiglia, che ha assecondato i fondamentalismi religiosi, che ha sventolato i soldi delle tasse per i più ricchi e la Bibbia per i più poveri”. L’analisi di Mussi lo porta alla conferma della tesi secondo la quale per vincere non serve rincorrere il centro perché “il centro non esiste: si vince con fortissime caratterizzazioni a destra e a sinistra, come dimostra in America Bush e in Spagna Zapatero.” Spetta all’Europa oggi caratterizzarsi in modo alternativo a chi ha usato un’espressione agghiacciante: “Il diritto naturale è il diritto del più forte” Mussi individua alcuni punti in comune con la mozione del segretario del partito: la questione delle tasse e la questione istituzionale, ma molti sono i punti di differenziazione; prima di tutto il ritiro dei militari italiani dall’Iraq, poi l’abrogazione della legge 30 sul lavoro e della legge 53 sulla riforma della scuola, argomenti sui quali Fassino non ha una posizione così netta. Infine c’è la questione politica. Fassino è favorevole ad una federazione riformista, che, come dicono più esplicitamente D’Alema e Morando, sarebbe insensata se non fosse un primo passo per un partito unico riformista. Altra cosa, sostiene Mussi, è una grande coalizione democratica in cui confluiscano tutti i partiti della sinistra e del centro, dall’Udeur al Prc,confrontandosi, ma senza perdere la propria identità. Ma esiste già un protocollo elaborato dalle direzioni DS, Margherita, SDI, Partito repubblicano che hanno concordato di firmarlo il 31 dicembre prossimo. “Stiamo sciogliendo i DS senza dirlo agli iscritti!” è il grido di allarme di Fabio Mussi “Io sono contrario al fatto che in Italia sparisca il più grande partito della sinistra” e lo sono anche i più dei presenti a cui il vice presidente della Camera rivela che il documento è diffuso via Internet. Nelle sezioni elbane intanto si lavora per terminare il tesseramento affinché il risultato del voto del congresso di zona rappresenti in modo fedele e democratico la scelta del partito per un riformismo che guarda al centro o per un socialismo nuovo, ambientalista, pacifista, libertario.


fabio mussi

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