Egregio Direttore, nel vano tentativo di far spazio in un polveroso armadio, scartabellando tra vecchi e ormai logori ritagli di giornale, ho ritrovata un articolo del Tirreno di Sabato 10 aprile 1993, nel quale due noti politici locali esprimevano un convintissimo "SI alla riforma elettorale" per i Comuni. Uno in particolare si sperticava nelle lodi: "Certamente è una buona legge ed avrà ricadute positive sulla governabilità ma anche sull'efficienza e sulla moralità delle Amministrazioni. I cittadini diventeranno più importanti perchè col loro voto eleggeranno direttamente il Sindaco e i nuovi sindaci sceglieranno i loro collaboratori-assessori I partiti dovranno rientrare nei ranghi ed occupare spazi giusti, saranno meno probabili mercanteggiamenti, accordi di corridoio e ribaltoni. E' positivo che gli accordi fra le forze politiche si dovranno fare prima del voto, in questo senso diventeranno centrali i programmi delle varie liste che non potranno più essere libri dei sogni ma somme di impegni concreti e realistici sottoscritti dal candidato-sindaco che risponderà in prima persona della loro attuazione". Ma chi ha fatto questa profezia politica che, come ci racconta quotidianamente il Suo giornale, è stata duramente smentita dalla pratica e dalla cronaca? Sul foglio del Tirreno, ingiallito da 11 anni di dimenticanza, spiccano le foto di un rubicondo e impomatato Leopoldo Provenzali (allora segretario DC di Portoferraio) e di uno scarmigliato e sorridente segretario dell'allora PDS di Portoferraio, che poi è il colpevole della dichiarazione. La foto ritrae quindi proprio Lei, egregio Direttore, è Lei il responsabile di cotanto eccesso di ottimismo e, per contrappasso, è ancora Lei che, da anni, ci dimostra ogni giorno quanto erano sbagliate quelle parole se misurate, oggi, ai nostri Amministratori Comunali ed alla triste cronaca amministrativa e alle caustiche prese per i fondelli che Lei ci fornisce ogni giorno con dovizia di particolari sul malcostume e dell'impreparazione di alcuni nostri Amministratori. Vorrei sapere, egregio Direttore, cosa ne pensa - alla luce di Elbopoli e dintorni - di quella lontana profezia e, soprattutto, se già allora non si fosse preoccupato della giustezza delle sue parole, visto che Leopoldo Provenzali le dava ragione su tutta la linea? Tiro Fisso Ottimo Signor Tiro Fisso Ammetto di aver peccato nell'occasione di ingenuità ed eccessivo ottimismo (senza neppure l'attenuante della giovane età: avevo già 45 anni). Però erano anni molto bui quelli, lo testimonia il fatto che il PDS era così male in arnese (si figuri!) che aveva scelto chi le scrive come segretario della più importante sezione, e che nelle stanze di Piazza della Repubblica (talvolta, lei non può saperlo, assediate fisicamente dalle masse giustamente indignate per la realizzazione del Parco Nazionale) si aggiravano altre mezze-calzette: Massimo Zottola, Umberto Mazzantini, Daniela Calafuri ed altri che attualmente hanno mutato la sfera dei loro interessi facendo luogo alla nuova gloriosa classe dirigente diessina. Ed i nuovi (o forse i lavati con Perlana) ci hanno mostrato come andava realmente interpretata e vissuta quella legge, con i giusti accordi (doverosamente riservati) tra le segreterie politiche, senza idealistici vaneggiamenti e con molta senso politico della realtà, soprattutto facendo giustizia della pericolosa deriva populistico-partecipativa di chi pretende addirittura che il semplice cittadino (che gode già il diritto di votare) continui ad occuparsi di politica, senza uno straccio di tessera, ed a contare senza tenere conto dell'ordine stabilito. Oh via! Ed il fatto che allora io fossi in perfetta assonanza con Leopoldo, stroricamente sempre in campo avverso, altro non è che la riprova massima di quanto fossero fallaci le mie convinzioni. Si renda conto finalmente che c'è un grande passato nel nostro futuro!