A sottoporre all’attenzione del governo regionale la situazione della sanità elbana è stato Leopoldo Provenzali le cui recenti interrogazioni in merito hanno trovato oggi risposta, in sede di commissione, da parte dell’assessore regionale alla sanità. Rossi, riconosciuto a Provenzali il merito di tenere alto il livello di attenzione sui problemi della sanità elbana, ha sostenuto come siano stati fatti passi in avanti e come l’ospedale di Portoferraio sia al centro di una ristrutturazione complessiva che dovrebbe esaurirsi nel giro di quattro o cinque anni. Secondo l’assessore, il quadro sta diventando positivo anche a seguito di una serie di investimenti previsti già dallo scorso Piano Sanitario nel quale, grazie anche alle pressioni esercitate da Provenzali, furono stanziate risorse aggiuntive per la sanità insulare. Per il Vicepresidente del Consiglio Regionale, invece, la situazione della sanità elbana presenta sì alcune luci ma ancora molte ombre. Provenzali ha puntato nuovamente l’indice sulle carenze relative alle attrezzature ed agli organici. Per questi ultimi, a quelle già lamentate del reparto di anestesia e rianimazione dove si continua a lavorare con soli 3 medici anestesisti mentre l’organico degli atti di programmazione aziendale ne prevede 7, si aggiungono oggi quelle del personale di sala operatoria. “Insomma” ha osservato Provenzali “appare difficile capire come si possano garantire in queste condizioni servizi adeguati e qualitativamente apprezzabili, soprattutto nel periodo estivo quando gli abitanti dell’Isola si moltiplicano a dismisura. Ed anche per questo dobbiamo ringraziare il personale medico e paramedico per gli sforzi che quotidianamente sostiene e per l’ampia disponibilità sino ad oggi garantita”. Una battuta, infine, anche sull’eliporto. Provenzali e Rossi hanno concordato sulla necessità di potenziare il servizio del 118 e dell’elisoccorso. “L’Elba è un territorio molto critico” ha sottolineato Provenzali “ed il non aver a tutt’oggi individuato un sito idoneo per la piazzola d’atterraggio, rappresenta un ritardo che potrebbe mettere a repentaglio la prontezza e l’efficienza dei soccorsi”.
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