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Controcopertina - Nuovo attacco a Barbetti. I Verdi bocciano il PNAT su Pianosa

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 03 novembre 2004

Se mai ce ne fosse bisogno anche la vicenda della mancata valorizzazione di Pianosa dimostra il fallimento della gestione Barbetti e mette in evidenza, in modo clamoroso, la debolezza politica del braccio destro del Ministro Matteoli all'Isola d'Elba. Infatti, mentre il Ministero di Grazia e Giustizia sta aprendo un "carcere leggero" ed il Comune di Campo nell'Elba ha promosso un articolato studio scientifico sull'ambiente marino dell'isola piatta, il Parco, relegato ad un ruolo marginale, si occupa perlopiù di imporre gabelle ai visitatori. Peraltro, in una recente relazione, il Commissario ha risposto alle numerose critiche ricevute con la seguente dichiarazione: "Oltre ad interventi diretti, questo Parco, attraverso il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, ha agevolato gli unici interventi di manutenzione relativi alle strutture in abbandono dell'Isola di Pianosa (manutenzione di strade e sentieri, puliziadel verde, sistemazione di impianti tecnologici, semina terreni e predisposizione di punti di abbeveraggio per la fauna stanziale e di passaggio). Ha altresì attivato un apposito piano per la visita a scopi turistico-ricreativi". In realtà non ci risulta che il Parco abbia attivato significativi interventi diretti a Pianosa. Inoltre, è di difficile comprensione di quali interventi di manutenzione - agevolati dal Parco - abbia beneficiato l'Isola Piatta negli ultimi mesi, quando strade e sentieri non si presentano in buone condizioni, ed i terreni seminati ed i punti di abbeveraggio fanno bella mostra di sé completamente abbandonati da molti mesi (vedi foto dell'agosto 2004); gli impianti tecnologici, poi, non pare abbiano goduto di alcun rilevante intervento. Non riteniamo, infine, che il Parco possa accreditarsi il merito dell'attivazione di un piano per le visite, poiché la fruizione turistica è promossa e gestita esclusivamente ed autonomamente da soggetti privati. Anzi, dispiace constatare che quando il Parco è intervenuto nel suddetto piano, modificando repentinamente e senza motivazioni comprensibili il numero di visitatori consentiti, si sono creati perlopiù disagi sia per i fruitori che per gli operatori turistici. Forse sarebbe stato meglio mantenersi fin dall'inizio su un livello di visitatori più contenuto, anziché improvvisare un destabilizzante dietrofront in piena stagione turistica. Giacché il Parco ricava ingenti introiti dai biglietti di ingresso all'area protetta, dovrebbe potersi osservare su Pianosa se non qualche intervento peculiare che confermi ai visitatori che, ebbene si, proprio in un'area protetta si trovano, almeno qualche minimo intervento che ne garantisca il decoro. Orbene, quali sono gli interventi finanziati con tali introiti? L'unico investimento del Parco, a quanto ci è dato sapere, consiste in un incarico ad una cooperativa che presta servizio sull'isola nel periodo estivo. Ma non è ben chiaro quale sia il compito di tale cooperativa; infatti l'attività di controllo è istituzionalmente demandata, per quanto riguarda le competenze del Parco, al Corpo Forestale dello Stato; inoltre si occupano della vigilanza anche Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto. Così come l'attività di antinquinamento è di pertinenza di unità navali appositamente attrezzate e dislocate dal Ministero dell'Ambiente nell'Arcipelago Toscano. Si può intravedere, quindi, in questa anomala situazione uno sperpero di denaro pubblico? La suddetta relazione, inoltre, conferma che, come da noi evidenziato in precedenza, gli interventi a Pianosa annunciati da Barbetti nell'ottobre 2002 erano solo promesse; ad oggi, infatti, non sono stati avviati i lavori per la realizzazione né dei punti di ormeggio né della Casa del Parco di Pianosa. Per quanto riguarda il più volte annunciato "progetto di eccellenza" per la valorizzazione dell'Isola Piatta, purtroppo, rimarrà un sogno irrealizzabile, almeno fino a quando Barbetti continuerà a dimostrarsi incapace di attivare intese con gli altri soggetti che hanno competenza a Pianosa. E' di poche settimane fa la notizia che il Parco ha aperto un tratto di mare prima interdetto, Cala dei Turchi, ad attività di sea-watching. A parte il fatto che la fine della stagione balneare non sembra il momento adatto per lanciare certe iniziative, ci chiediamo: il Commissario conosce la zona in questione caratterizzata da una costa accidentata con accessi a mare pericolosi? E' stato effettuata una preliminare verifica su flora e fauna presenti ed una contestuale valutazione sull'impatto ambientale che potrebbe determinare tale attività antropica? Ma la discutibile gestione commissariale non prevede solo sporadici interventi, investimenti sbagliati e debolezza politica, ma anche la limitazione di progetti efficaci. A quanto ci risulta, infatti, il Commissario non si è attivato per ripetere i campi lavoro organizzati dal WWF Toscana che nel periodo 2000 - 2003 avevano impegnato 300 volontari in opere di miglioramento ambientali e pulizia delle coste. Speriamo che Barbetti si renda conto, una volta per tutte, che per far funzionare il Parco Nazionale Arcipelago Toscano non è sufficiente annunciare i progetti, è necessario anche realizzarli.


Pianosa Marchese

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