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Parlando di turismo è sbagliato dire: "l' Elba è passata di moda"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 02 novembre 2004

Vi sono state due dichiarazioni “turistiche” che mi hanno alquanto spaventato in quanto la prima proveniente dal Presidente degli Albergatori, l’amico Mauro Antonini (l’Elba non è più di moda), la seconda dal Signor Coluccia che riprende con molta leggerezza, contrapposta alla interminabilità del suo ragionamento apparso su Elbareport, ancorchè ben orchestrato, il concetto di “ passati di moda” e vi aggiunge, di suo, il concetto che il “troppo pieno” è la causa del declino elbano, arrivando a supporre che la decimazione delle presenze turistiche sarebbe utile al miglioramento delle presenze stesse, in un prossimo futuro. Una palese contraddizione in termini arrivando a dire che per avere una isola piena, occorra tenerla semivuota. Ma andiamo con calma. Mauro Antonini, che stimo ottimo albergatore, non misura purtroppo, in questo caso, le parole. La sua analisi, semplificata al massimo, contiene un millesimo, su cento, di verità e si riferisce ad un avvenimento (il concetto di essere alla moda) che nulla ha a che vedere con il fenomeno turistico. Una “stazione turistica” (così si chiamavano romanticamente i luoghi ameni che credevano e puntavano sul turismo) diventa di moda, cioè attuale e desiderata e frequentata, solamente in conseguenza delle qualità peculiari del sito, dell’amabilità delle persone che in quel sito vivono (gli indigeni), della qualità estesa e consolidante degli alberghi, del contorno di attività umane che in quel sito si verificano, nessuna esclusa. Quello che respingo quindi è il concetto, di per se molto effimero, che la frase “essere alla moda” contiene. L’essere alla moda può essere collegato solo ad avvenimenti frivoli e passeggeri quindi, non certo ad attività umane così complesse come quelle che si realizzano con le attività turistiche. Può essere alla moda un taglio di capelli, la lunghezza delle gonne, il tipo di vettura o ancora il modo di cantare o di ballare. Avvenimenti quindi che passano come meteore. Non certo il turismo che deve avere solide basi, solidi operatori, solidi amministratori. E’ però pur vero che “di moda” si passa nel senso che non si riesce più ad essere nel cuore, e nei desideri, delle persone. E si passa di moda mettendo in moto tutti quei meccanismi perversi che sono l’antitesi della fruizione turistica di un sito, in primo luogo le difficoltà di collegamento con la destinazione ed il loro folle costo, nel nostro caso, l’assenza del desiderio onesto e doveroso di compiacere l’Ospite dandogli ciò che gli si è promesso, in maniera palese o subliminale. Esempio : se io chiamo la mia isola Verde&Blu, è logico che tale la devo far trovare, colma di fiori e ricca di piante e di vegetazione (mi vengono in mente le rotatorie delle strade che a giugno sono già inesorabilmente e definitivamente bruciate dal sole) e con un mare blu che sappia sorprendere e meravigliare. In codesta maniera, così bravamente facendo, si rimane di moda e non si tradiscono le aspettative degli Ospiti. Il Signor Coluccia dice invece che il segreto del successo starebbe nel numero limitato di Ospiti che fossero accettati nell’isola. Concettualmente sembrerebbe giusto. Una isola abitata dal 50% degli Ospiti, così come avviene in maggio ed ottobre (periodi per l’appunto chiamati di bassa stagione), sarebbe splendidamente vivibile e godibile. La domanda però è un’altra: che cosa li hanno costruiti a fare 270 alberghi e 10.000 appartamenti turistici, per tenerli vuoti? Il problema va quindi ribaltato nel seguente modo: visto che gli amministratori hanno consentito la costruzione di tutti quei volumi, ivi compreso quel mostro di nove o dieci piani che accoglie gli Ospiti a Portoferraio, ed ancora, in era più recente. il mostro prefettizio di Procchio, adeguiamo la realtà alla necessità di una vita migliore sull’isola anche quando il numero apparentemente alto degli Ospiti minaccia la serenità di tutti. Come? in che modo? con quali accorgimenti ?. Queste risposte alla prossima risposta, non vorrei apparire Colucciano anch’io.


s. andrea panorama marciana

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