Col passare delle ore si aggiungono particolari e precisazioni sulla disgrazia accaduta dopo la mezzanotte di sabato poche decine di metri a largo della spiaggia de Le Prade dove sono annegati, dopo essere caduti in acqua dal piccolo battello sul quale stavano pescando, due immigrati tunisini da tempo residenti a Portoferraio. Si tratta di due giovani operai edili: il ventisettenne Mahaj Alì Benhe'd, il cui corpo è stato recuperato dai Sommozzatori dei Vigili del Fuoco su tre metri di fondale alle 8.20 di domenica, e di Ellouzu Montassar Ben Alì di 24 anni, che era stato tratto a riva subito dopo il rovesciamento dell'imbarcazione su cui si trovavano i due e che gli Operatori della Croce Verde avevano tentato inutilmente di rianimare. Chiarito anche che a tentare di salvare il più giovane dei due, e probabilmente a lanciare un primo allarme, è stato un gruppo di appassionati di Kayak che si trovavano alloggiati in un camper presso la spiaggia. Sono stati loro a raggiungere con le canoe la barca rovesciata, rispondendo alle disperate grida di aiuto che venivano dal mare, lanciate dai due poveretti che, si è appreso successivamente, non sapevano nuotare. Ed il fatto che i due ignorassero i rudimenti del nuoto può fornire la chiave di spiegazione di una tragedia che appariva in un primo momento assurda: i tunisini erano infatti caduti in mare ad una distanza tra i quaranta e i cinquanta metri dalla riva, e su un basso fondale; se avessero saputo nuotare sarebbero bastate loro solo poche bracciate per giungere a toccare il fondo con i piedi e mettersi in salvo. Intanto sull'accaduto sta continuando ad indagare la Capitaneria di Porto del capoluogo elbano, che in nottata aveva coordinato le operazioni di soccorso e ricerca, e che ha posto sotto sequestro sia il natante usato dai due che del materiale da pesca.
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