Dopo l'assemble adella Comunità Montana del 27 ottobre scorso ecco la dichiarazione del Presidente danilo Alessi: Ancora una volta ci troviamo dinanzi ad una manovra finanziaria che fa pagare alle Regioni e agli Enti Locali le scelte sbagliate del potere centrale. La Finanziaria 2005 riduce i trasferimenti e fissa il tetto del 2% alle spese rispetto all'anno precedente (il 4,8% per i Comuni rispetto al 2003), ponendo Comuni, Province e Comunità Montane dinanzi ad una drammatica scelta: - o limitare fortemente la propria capacità operativa venendo meno agli impegni programmatici per i quali hanno ricevuto la fiducia degli elettori; - o alzare i tributi locali aumentando l'addizionale IRPEF, rialzando il gettito dell'ICI, incidendo sui ticket richiesti a fronte dei servizi offerti. In ogni caso a pagarne le spese saranno i cittadini e soprattutto la parte più debole ed esposta. Bloccare la spesa per investimenti vuol dire inoltre dare un colpo ulteriore alla possibilità di ripresa economica del Paese. E vuol dire penalizzare soprattutto chi ha fatto una seria ed efficiente programmazione finanziaria che oggi sta iniziando a realizzarsi. Significativo, in tal senso, è il quadro che emerge dai conti fatti dall'IRPET, l'Istituto di Programmazione Economica della Regione, dove appare che in totale per il 2005 alle Province, ai Comuni e alla stessa Regione Toscana mancheranno circa 414 milioni di euro (circa 800 miliardi delle vecchie lire). Soldi in meno sia per la spesa corrente che per gli investimenti. Il Governo, cioè, non punta solo a far chiudere i cordoni della borsa nelle spese di tutti i giorni, quelle ordinarie, ma è come se avesse deciso di tenere ferme le braccia anche a quegli Enti Locali che invece hanno messo in programma delle opere pubbliche e che vogliono far partire i lavori nei cantieri, bloccando così ogni possibilità di rilancio della nostra economia. Se il futuro dei Comuni e delle Province si presenta irto di difficoltà, ancor più difficile si presenta quello delle Comunità Montane, che di fatto vivono sui trasferimenti e che, a differenza degli altri Enti Locali, non possono neppure far leva su una pur minima autonomia fiscale. 356 Comunità Montane con 4.202 Comuni rappresentano una popolazione di 10,6 milioni di italiani. Gran parte di queste Comunità, senza l'intervento di riequilibrio dei trasferimenti da parte dello Stato, non è strutturalmente in grado di erogare servizi indispensabili, fatica ad assicurare servizi a domanda individuale e a svolgere il proprio ruolo di coordinamento e di programmazione sul territorio. Nell’ ultima assemblea della Comunità Montana, il Centrodestra si è sottratto ad un confronto su queste tematiche che in sede UNCEM e ANCI sono ampiamente condivise da tutti gli schieramenti. E non potrebbe essere altrimenti, perché si tratta di evitare tagli disastrosi per gli Enti Locali e quindi per tutti i cittadini.
Alessi Danilo Ghiaie