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A Sciambere della fame

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 24 ottobre 2004

Come usa dire asciutto asciutto Giorgio Bocca: "Chi scrive ha poco tempo per leggere". E' vero, da un po' di tempo in qua siamo così presi dallo scrivere che dobbiamo aspettare un evento come un forzato riposo, una malattia, per poter incastrare un libro nella nostra giornata. Ma non avevamo considerato fino all'altra sera un aspetto positivo dello stare tanto tempo davanti a questo schermo, perchè se lo scrivere ci limita il piacere della lettura, è pure vero che contiene in termini umani lo spazio temporale che dedichiamo ad un altro schermo: quello della TV, che smicciamo all'ora dei pasti, ascoltando (più che vedendo) qualche TG o che vediamo a scampoli. E seguendo un altrui zapping ci siamo trovati ad assistere, nel giro di qualche minuto, a due diverse trattazioni del tema "fame". Una tranche di TG mostrava una scena simbolica e terribile: in una piazza francese piena di sagome di persone, e degli attivisti di un movimento umanitario, ogni cinque secondi, al suono di un gong abbattevano una delle sagome, per ricordare che ogni cinque secondi, nel mondo, una persona muore di fame. Sull'altro canale una notissima popputa signora, di cui non conosciamo il nome, piangeva davanti alla telecamera e dicendo che aveva fame, lì sull'Isola dei Famosi. Di solito la nostra reazione di fronte a format di una voyeuristica imbecillità come il Grande Fratello (chissà quanti tra gli esibizionisti assoldati avranno mai letto Owens, e di questi quanti l'hanno capito) è quella di disattivare i sensori, nel caso la signora ci ha fatto proprio incazzare, con la profanazione della parola "fame", ed abbiamo trovato insultante e rivoltante uno spettacolo in cui dei ricchi "giocano" ad avere fame. Ci consideriamo pacifisti e non violenti e l'istinto omicida non lo abbiamo mai avuto, ma (lo ammettiato) l'impulso verso il calcio in culo talvolta sì. Con una grande frustrazione podalica abbiamo smesso di assistere a quel discorso del catodo, e ci siamo rimessi a lavorare, per raccontare le vicende di un'isola, dove recentemente quelli che diventano famosi lo diventano loro malgrado, e talvolta, più che giungere nell'empireo dei famosi, vanno ad infoltire la schiera dei famigerati.


fame etiopia

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