“Pianosa è l’isola minore italiana con il fondale marino più conservato e popolato”. A dirlo è Francesco Cavaliere che di isole se ne intende. Ne ha circumnavigate 38, bracciata dopo bracciata, pinneggiando tra cernie e posidonie. Un modo per fare sì le vacanze al mare, ma anche per monitorare i fondali marini delle isole italiane, per fotografarli, per accarezzare con lo sguardo allenato le tane delle murene, le ultime nacchere, le anse di anfore romane. Francesco Cavaliere, quarantaquattrenne swintrekker romano, istruttore e preparatore atletico della Federazione Italiana Nuoto, ha presentato i dati dei suoi viaggi nella mattinata di sabato 23 ottobre nella sede di Legambiente a Portoferraio. Viaggia spesso da solo, accompagnato da un barchino giallo, uno zaino stagno idrodinamico battezzato “ Hal 9000 “, sul quale mette lo stretto necessario: cibo, cellulare, pronto soccorso. Nuota sotto costa, foderato con una muta disegnatagli appositamente dalla Cressi, con una camera subacquea al collo e una lavagnetta sulla quale annota le caratteristiche del fondale, la fauna incontrata, le stravaganze del mare: “Ho elaborato un codice che mi permette di rilevare molte informazioni senza riempire mucchi di lavagnette.” Ha fondato un’ associazione di swimtrekking che sta facendo adepti: appassionati del mare con un grande allenamento alle spalle per sopportare anche sei ore di fila di nuoto ed escursioni. Questo trekkink del mare è un modo per evitare soste forzate in strutture organizzate, per mangiare o fare una telefonata, e permette invece di scegliere luoghi e tempi di sosta in piena autonomia e libertà. A Francesco mancano ancora le Tremiti per terminare tutte le isole italiane, ma parla dell’Arcipelago Toscano come un mare in salute, arricchito da isole molto diverse tra loro, come Pianosa e Montecristo. Francesco Cavaliere inaugurò le sue imprese insulari proprio dall’Elba nell’ormai lontano 1994, quando ancora il suo metodo di rilevamento dei fondali era da perfezionare. Parla del Golfo di Portoferraio come di un “fondale mistico”, dove forme diverse e improvvise impresse sullo sfondo bianco scavano emozioni musicali. Giannutri è il punto dolente dell’Arcipelago: nonostante le zone di protezione A e B il mare è assediato dai natanti. “Ho nuotato – dice Cavaliere – tra due fasce di barche che mi impedivano di vedere da una parte la riva e dall’altra l’orizzonte in direzione del mare. Passavo tra un cavo e l’altro d’ormeggio, stando più con la testa fuori che sott’acqua.” A Montecristo un anno fa , il nostro cavaliere marino, si è imbattuto in una ricciola infiocinata. Poco più in là, infilato nel fondale roccioso, un retino da pesca quasi nuovo. Francesco lo ha preso e consegnato alla Forestale che presidia l’Isola, segnalando anche il pesce ferito. Ha riportato il fatto anche sulle sue annotazioni di viaggio. La cosa non deve essere piaciuta molto. La Forestale di Follonica lo ha forse preso come un affronto personale ed un modo di insinuare chissà che cosa. Così a Francesco, che per ragioni logistiche non aveva completato gli ultimi tre chilometri di costa, è stato negato il rinnovo del permesso. Ma, visto l’insistente via vai di barche segnalato dagli ambientalisti negli ultimi mesi, probabilmente qualcun altro al suo posto è riuscito lo stesso a monitorare quel tratto di costa destinato a rigidissimi controlli. Forse tornerà di nuovo a percorrere i 147 km di costa elbana, per vedere in dieci anni che cosa è cambiato, o forse inizierà nuovi percorsi in altri Paesi. Intanto Francesco pensa al mare delle Tremiti.
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