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Controcopertina: Adotta un sentiero e dintorni. Tanelli a tutto campo sul Parco

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 19 ottobre 2004

Il progetto “ Adotta un sentiero “ come illustrato dal comunicato del PNAT e dalla stampa è buona cosa per ridare alla sentieristica dell’ Elba una dignità perduta e sviluppare quelle iniziative e collaborazioni che , in particolare fra S.Andrea e Fetovaia, hanno dato i loro primi e lodevoli frutti . Non posso però non notare come nel comunicato del PNAT in questa circostanza , così come per il Piano del Parco , ricorra il concetto di “ eredità” sia pure rovesciato nella sua utilizzazione. Anche il “ pessimo stato della sentieristica “ sembra sia stato “ ereditato” dalla passata gestione del Parco, quando l ‘ Ente era governato dagli organi ordinari previsti dalla Legge. Questa è una ulteriore grossolana bugia smentita da numerosi riconoscimenti e manifestazioni pubbliche sullo stato della sentieristica, prima e dopo il commissariamento .Non avrei voluto evidenziarla, ma le piccole bugie ripetute, se non smentite rischiano di diventare delle grandi verità. Dice un antico adagio. In effetti nel comunicato del PNAT il pessimo stato della sentieristica non è imputato soltanto alla passata gestione , ma anche “ alle calamità naturali-come le nevicate e gli incendi- che hanno devastato gran parte del bosco e della macchia mediterranea “ . Povera Elba. Ottima mossa promozionale . Ma per fortuna le cose non stanno proprio così , anche se i tentativi di mandare a fuoco l’Elba si sono tragicamente ripetuti nel passato. Il Parco non solo ha lottato assieme a tanti, , contro delinquenti e balordi, ma ha speso centinaia di milioni per riqualificare il territorio percorso dal f uoco. Magari prima di scrivere sarebbe stata opportuno fare quattro passi a Calamità e verificare quello che i delinquenti avevano causato nell’Estate del 1998, quello che il Parco aveva fatto e , quello che ora è. Il Parco commissariato faccia la sua strada. Con umiltà ricerchi il dialogo con le Istituzioni ed il territorio, e con dignità istituzionanale ed onestà intellettuale non accampi scuse facilmente smentibili nei fatti per giustificare le sue azioni o non-azioni. Spero soltanto che i nuovi cartelli annunciati, dopo che per due anni i vecchi erano stati abbandonati al vandalismo e all’incuria, non siano un ulteriore mezzo per concretizzare quel piccolo complesso “ iconoclasta “ che da un po’ di tempo porta il Parco a sostituire il Simbolo e, nel simbolo, il nome legale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. E’ triste vedere la carta intestata del PNAT con il simbolo rettangolare e la dizione Isole di Toscana Parco Nazionale, sormontato dal nome ufficiale dell’Ente scritto in una calligrafia più consona ad un Luna Park che ad un Parco Nazionale, il tutto nobilitato , unico esempio per quanto a mia conoscenza nel pur vasto panorama dei Parchi Nazionali commissariati , dalla dizione Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, in rigoroso corsivo ministeriale, come se il Parco fosse un ufficio periferico del Ministero e non un Ente Pubblico dotato di una propria autonomia e di un proprio Statuto, anche se illecitamente bloccato dalla burocrazia ministeriale. Il Simbolo Ufficiale del PNAT non è soltanto un ovale a rappresentare il pianeta Terra in cui viviamo; un’ onda marina che ci ricorda la grande ricchezza e motivo di unione delle isole dell’ Arcipelago; un volo di gabbiani dal becco rosso a sancire l’ impegno dell’area protetta nella difesa della biodiversità e nella protezione delle specie in estinzione; un nome - Arcipelago Toscano - che è quello voluto dalla tradizione e dal legislatore; è anche, e soprattutto, il Simbolo scelto dal Consiglio Direttivo del PNAT nell’Aprile del 1998 in una seduta pubblica ed aperta tenuta nella Sala Consiliare del Comune di Capraia a sancire - là dove era nata l’ idea del Parco Nazionale e dove erano emerse le prime contestazioni - una nuova alleanza fra uomo ed ambiente nella non facile rotta della solidarietà e dello sviluppo sostenibile. Resta poi da chiarire , e mi riservo di farlo nei modi opportuni, la legittimità legale ed amministrativa su quanto espletato. Sono profondamente amareggiato nell’essere costretto a fare questi interventi sul Parco. Avevo sperato che il Parco commissariato raccogliesse , almeno nel metodo, l’eredità lasciata dal suo Consiglio Direttivo, del quale l’attuale Commissario era membro, evitando di caratterizzarsi come veicolo di propaganda politica di parte e ossequioso canalizzatore del centralismo burocratico. Due aspetti , e lo rivendico con orgoglio, che mai hanno caratterizzato il Parco che ho avuto l’onore di presiedere. Vediamo poi nel merito i risultati dei metodi gestionali sopra detti. Non arrivo a dire come a suo tempo disse il Commissario su di un autorevole giornale nazionale : “ Ho ereditato cinque anni di gestione fatta di molte parole e pochi fatti e intendo ribaltarla” , ma una piccola disanima sui fatti del “ ribaltone” si impone . Almeno limitatamente a quei fatti che nelle varie Relazioni commissariali sono stati evidenziati come i più rappresentativi. Si è allestita una “ infoparkarea” ridondante nelle sue aperture annunciate - tutto l’anno dodici ore al giorno- spendendo centinaia di milioni di lire e dimenticando che a meno di cento metri era già presente e funzionante una analoga struttura creata con i soldi del Parco e gestita dal Parco e dall’ Ente preposto a fare promozione turistica, cioè l’ APT. Se del caso, poteva essere rinforzata questa struttura nel personale e nelle attrezzature, risparmiando i soldi ed investendoli sulla sentieristica o sul restauro del Volterraio prima che, i primi si riducessero come è avvenuto a un palese disvalore nell’ immagine turistica dell’ Elba, e il secondo un reale accumulo di quattro sassi come a suo tempo era stato definito. E’ stato firmato un accordo con il Demanio per le aree minerarie , propagandandolo in modo subliminale come l’acquisizione da parte del territorio della proprietà e poi ci siamo trovati a vivere e combattere contro la loro cessioni in proprietà e vendita al Coni Servizi S.p.A. Per Pianosa stiamo ancora aspettando “il progetto di eccellenza ambientale“ mentre si moltiplicano le incertezze, i misteri e le preoccupazioni sul futuro dell’Isola. Gli edifici della ex-Scuola della Guardia di Finanza sono oggetto di condivisibili critiche in seguito alla assegnazione al Parco di migliaia di metri cubi per realizzare un faraonico progetto per realizzare non solo, e giustamente, la Sede dell’Ente e del CTA-CFS, ma anche un centro congressi, un museo del mare, la sede del comitato di pilotaggio di Pelagos , e quant’ altro. Con quali soldi visto che la finanziaria 2005 prevede di ridurre di circa il 25% i fondi del Ministero dell’Ambiente.( Ironia della sorte il lessico “ Pelagos” che era stato estromesso dalla finestra nel tentativo di rinominare il Parco perché poco familiare fuori dei confini dell’Arcipelago, rientra dalla porta principale nel nome dato al Santuario Internazionale dei Cetacei, istituito è bene ribadirlo nel 1999) . Il Parco a suo tempo, in accordo con il Comune , chiese al Demanio degli spazi per la propria sede e per il CTA-CFS e ottenne un intervento legislativo affinché anche agli Enti Parco venisse esteso in analogia con altre istituzioni, il beneficio di acquisire concessioni demaniali con il canone scontato del 90%. Nel 2001 le procedure di acquisizione vennero interrotte da una precisa e perentoria nota del Ministero dell’Ambiente che imponeva al Parco di ricercare la sua Sede , in accordo a quanto riportato nella L.394/91 e difformemente ai dettati del DPR 22.7.96 istitutivo dell’Ente Parco, entro i confini dell’area protetta. Non guasterebbe oggi che il Parco ridimensionasse le sue richieste, ricercasse assieme alle Istituzioni una quanto mai auspicabile soluzione per le esigenze scolastiche e si attivasse , a scanso di rivalse amministrative future , per ribadire l’ esigenza di un idoneo emendamento legislativo, già richiesto nella passata gestione , nell’interesse non solo del PNAT, ma di tutti i Parchi Nazionali. Sul Piano del Parco e sulle Aree marine protette ho avuto modo in tempi recenti di esprimere il mio punto di vista. Torno a ribadire che un Parco Nazionale la cui area di riserva integrale è stata ridotta a meno del 10% del suo territorio non è stato “ereditato” dal suo Consiglio Direttivo. Una riduzione che invito a rivisitare anche alla luce delle iniziative parlamentari sulle attività venatorie emanate dal Ministero delle Politiche Agricole fra le quale è compreso il divieto della caccia solo nelle zone di riserva integrale dei Parchi Nazionali. Ho molti cari amici cacciatori, dei quali comprendo, anche se non ne condivido, la passione Molti di loro sono i primi a criticare questi mezzucci che di fatto li criminalizzano di fronte all’opinione pubblica. Per quanto riguarda le Aree marine protette, spero che dopo i “ muscolosi e virtuali “ proclami del Ministero dell’Ambiente con i quali si dava certezza che entro il 2003 sarebbe stata istituita la Riserva marina Isole di Toscana , si giunga in tempi brevi a regolarizzare le aree marine che già da otto anni sono di fatto protette dal Parco, magari aggiustandone anche il nome in : Aree Marine protette dell’Arcipelago Toscano , gestite dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed inserite in Pelagos, il Santuario Internazionale dei Cetacei. Forse il tutto è poco creativo ,ma forse aiuterebbe la comprensione. Restando in tema. Le autorizzazioni concesse dal Parco per frequentare la zona uno dell’area marina protetta. E’ quanto mai grave che l ‘ Ente si rifiuti di dare informazioni in merito rifugiandosi nell’articolato della Legge sulla privacy e aprendo la strada a speculazioni e qualunquismi, non condivisibili, a tutto discapito dell’immagine dell’Ente. Legambiente ha richiesto l’intervento del Difensore civico. Personalmente ho inviato una nota al Ministero quale organo vigilante richiedendo , nel rispetto della Leggi sulla privacy , che dica semplicemente se le autorizzazioni , come spero, soddisfino o meno i dettati normativi ed i regolamenti a suo tempo seguiti dall’Ente. Mi piacerebbe ancora di più che fosse il Parco ad esprimersi. Errare è umano e personalmente rifuggo da chi non commette errori, L’ importante è cercare di non perseverare. Non possono che essere apprezzare le sincere dichiarazioni delle persone direttamente interessate ,ma non nego che mi farebbe più piacere che fossero le Istituzioni a chiarire la vicenda nei suoi contenuti generali. Resta un punto basilare . La situazione di incertezza amministrativa e debolezza politica che il Parco vive in conseguenza dei ripetuti commissariamenti sulla cui legittimità dopo la sentenza della Corte Costituzionale, restano numerosi dubbi. La Regione Toscana ha proposto da tempo i nomi di tre personalità in grado di ricoprire la figura del Presidente . La Comunità del Parco ha già espresso in modo fattivo la sua volontà partecipativa nella gestione dell’Ente e si accinge a nominare i suoi cinque rappresentanti nel Consiglio Direttivo per riportare l’Ente alla sua gestione ordinaria. Recentemente è stata varata una Legge, che prevede per la nomina dei Presidenti delle Autorità Portuali l’ indicazioni da parte della Regione di tre nominativi entro i quali il Ministro nomina il Presidente. Questa Legge ha risolto il problema dell’Autorità Portuale di Livorno. Perchè non accoglierla anche nel caso dei Parchi Nazionali. Non sarebbe un gesto di debolezza , ma un apprezzabile e coraggioso gesto politico nel superiore interesse delle Istituzioni e del Territorio. Il Parco deve essere , con l’autorevolezza acquisita nel dialogo chiaro e trasparente e con le competenze di cui dispone, un punto di riferimento in collaborazione con le altre Istituzioni, per la gestione compatibile del territorio e per il suo sviluppo economico e sociale sostenibile. Questa è la sua missione per questa e per le future generazioni. Una piccola nota , a margine, ma non tanto. E’ noto che nel Disegno di Legge sulla delega ambientale approvato con modifiche dal Senato quattro giorni fa , è stato introdotto un emendamento – cosi detto Salva Certosa - che sembra possa permettere di condonare nelle aree protette e vincolate gli abusi edilizi realizzati fino al 30 Settembre 2004. La Regione Toscana ha fatto già sentire la sua autorevole voce. Comunque quando e se , il preoccupante disegno di Legge sulla delega ambientale sarà approvato in via definitiva , è possibile che i tempi di scadenza degli abusi slittino e siano “ attualizzati a nuove esigenze “ emerse in corso d’opera . Al riguardo il progettato censimento della sentieristica trova un ulteriore motivo di validità poiché va ad aiutare le Istituzioni per realizzare quel capillare controllo del territorio teso ad evitare che , alle opere edilizie abusive dei vecchi furbi si affianchino quelle dei nuovi furbi. Ricordo ancora e con me molte persone le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente quando l’anno passato iniziò la storia dei condoni. Più o meno dicevano che al massimo i condoni avrebbero interessato i piccoli abusi : una finestra aperta, un porticato , qualche modestissimo incremento di volume, e comunque mai avrebbero interessato le aree protette. Non dubito minimamente che il Ministro non abbia lottato fino all’ultimo per concretizzare i suoi propositi, ma le cose sono andate un po’ diversamente, a prescindere dalla volontà del Ministro e dagli amichevoli crediti politici a lui concessi . La Legge sul condono è stata approvata in termini ancora peggiorativi rispetto alle due precedenti ed oggi ci troviamo a combattere affinché non venga estesa anche alle aree protette. Non sembra che le politiche intelligenti e pragmatiche così come quelle creative , dissociate nel merito e nel metodo , dai bisogni e dalle aspettative della società civile, abbiano dato dei grandi risultati. Per rimanere ai condoni, i dati evidenziano come la Legge approvata nel 2003 si stia dimostrando un grande flop per le finanze dello Stato con un ricavo che a fine Agosto non arrivava neanche al 2% degli introiti previsti. Nel contempo si è rivelata, come facilmente prevedibile, un grande successo per coloro che volevano allontanare ancora di più i cittadini dalle Istituzioni , rovesciando le regole dello Stato di diritto e minando l’ etica sociale e civile di una moderna democrazia. Si premiano i furbi che hanno evaso le Leggi e nel contempo si mortifica e di fatto si indica come fessi , coloro che le Leggi avevano rispettato. E’ possibile che con un po’ di “ Grande Fratello”, qualche “ virtuale defiscalizzazione “ , un po’ di “ politiche annunciate sulla concorrenzialità , il rilancio del Sud ed il proporzionale “, e qualche ulteriore “ legge costituzionale federalista sfascia Paese “ , questo Governo arrivi alla fine della legislatura. Certo ci sarà da fare un bel lavoro per tentare di risolvere i problemi economici, bellici ed etici che lascia in eredità al Paese. Altro che quelli “ ereditati “ a scala nazionale e locale dalla passata legislatura. Spero soltanto, come sarebbe ovvio e “ politicamente corretto “, che questo scritto stimoli a fare. Ma poi non si dica che è mancato lo stimolo e la fattiva collaborazione. Non sarebbe “ politicamente corretto”.


castello volterraio  da vicino

castello volterraio da vicino

tanelli giuseppe

tanelli giuseppe

miniere rio marina spiaggia

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campo elba S.Ilario panorama

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pianosa gmg E spiaggia sfondo elba

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monte capanne tetto marciana

monte capanne tetto marciana

Torre di S.Giovanni  campo giorno

Torre di S.Giovanni campo giorno