Leggendo "a Sciambere " di oggi, che riguarda fatti di quando eravamo bamboli, mi è venuto in mente un episodio successo ad agosto a Portoferraio. Una signora di fori, amante della nostra città tanto da comprarsi casa dalle parti di piazza Padella, che soggiorna molto spesso all'Elba dove tiene anche la barca, una mattina è andata con la nipotina a far colazione in un bar dalle parti del Ponticello. Al gestore del locale ha chiesto una brioche vuota, cioè senza crema o altro. L'omino al banco, dopo averne "attastate" diverse, ne ha incartata una "vòta". La signora ha pagato ed è uscita, ma la bimba la pasta l'ha buttata nel cestino dell'immondizia. Ora se è vero che non si può generalizzare, è altrettanto vero che comportamenti siffatti dovrebbero far ripensare il modo in cui spesso all'Elba si accolgono i turisti che forse dovrebbero essere considerati "ospiti" o "clienti". Ferraiese Caro Ferraiese, La ringraziamo per questa storia dell'attastapaste che non sappiamo se definire comica o sconfortante, perchè, come Lei osserva, il pezzo da cui ha cavato l'ispirazione parlava di un'era in cui il turismo elbano muoveva i suoi primi decisi passi, la sua testimonianza data praticamente qualche settimana, e potrebbe dirci la sensazione di una linea di continuità tra la "barocciaggine" del nostro antico amico (che, vogliamo rassicurare, ha cambiato mestiere) e quella dell'attastapaste che per sfortuna delle nostre turistiche sorti si ritrova al pubblico ai giorni nostri. Invece ... è proprio così. E non vorremmo che la sorte della brioche finisse per essere una metafora della nostra offerta turistica. Mettiamo che l'Isola d'Elba sia una calda e appetitosa brioche, se la sapremo servire a dovere tutti la consumeranno con gusto, se la pillotteremo con i diti (aggiungendo ai prezzi talvolta esosi un servizio di infima qualità) finirà nel cestino. E saranno dolori, ma per tutti, compresi quelli che hanno cambiato mestiere.
cornetto cibi