Una valanga di anni fa ci trovammo (come buona parte dei giovani elbani) per un lavoretto estivo da 5.000 lire il giorno, dietro il banco di un bar a servire la gente, naturalmente non è che ci capissimo molto, ma c'era con noi, a fare quel lavoro, un altro ragazzo che era pure messo peggio. Costui, che in realtà era una persona di buonissima indole, aveva l'aria perennemente incazzata, un eloquio raro e brusco, un vocione tuonante e la stazza di un orso greezly. Una volta un cliente gli chiese, molto educatamente di servirgli un'aranciata. Senza aprire bocca e con la solita lentezza il nostro si chinò, prese dal frigo la bottiglia, la stappò e ne versò il contenuto nel bicchiere in maniera così impacciata che una parte del liquidò fuoriuscì. A quel punto sempre con esasperante lentezza spostò in bicchiere nella parte bassa del banco, tolse il piattino, pulì il banco con una spugnetta, ci appoggiò un piattino pulito, riprese la spugnetta e con quella, davanti al cliente un po' sconcertato asciugò l'esterno del bicchiere tenendolo per la parte superiore poi lo riappoggiò sul banco. Il poveretto fece buon viso a cattivo gioco cercando di individuare un punto dove non era passata la spugnetta o le dita dell'improvvisato barman per appoggiarci le labbra, ma appena assaggiato il liquidò si azzardò a protestare: "Scusì ma è proprio caldo!" Non l'avesse mai fatto, il plantigrado lo guardò torvo e gli rispose: "Deh! o se ce l'ho messo ora in frigo, che voi?!" Il poveraccio trangugiò la bibita, probabilmente pensando: "se non bevo questo mi pesta" mise sul banco più soldi di quanto costava e si dileguò per sempre, senza aspettare il resto. Con la solita lentezza il nostro ritirò i soldi e li pose nel cassetto da cui tirò fuori delle monetine che infilò nella fessura di una bottiglia di vetro posta sul banco, si volse verso di noi e con la stessa espressione di sempre borbottò: "Deh! Ha lasciato la mancia, e guarda che aveva anche ragione, era calda come il piscio!"
aranciata bibita bicchiere