E’ difficile dire chi sia Maqroll il Gabbiere, di sicuro è l’alter ego di Álvaro Mutis, colombiano, uno dei maggiori scrittori contemporanei. E Maqroll ha a sua volta un suo doppio, o almeno vive una sua dimensione di reciprocità sia con l’autore che con l’inseparabile Abdul Bashur, compagno di imprese e di sogni condivisi, come alcune donne e alcune navi. Personaggi picareschi che agitano la tranquillità di porti noti o sconosciuti, dal Mediterraneo alle foci dei grandi fiumi amazzonici, ma che sanno anche apprezzare i lunghi silenzi in cui basta la presenza per vivere fino in fondo un’amicizia. Il ruolo del gabbiere oggi è solo letterario, ma rimanda a un modo di vivere il mare in cui le navi erano ancora velieri e tra l’equipaggio esisteva chi si occupava delle vele di gabbia. Mentre si sa che Abdul Bashur è un libanese dedito a tutti i tipi di traffici che si possono fare nei vari porti del mondo, quasi sconosciuta è l’origine di Maqroll, come il nome per intero, o la nazionalità. Viaggia con passaporto cipriota di dubbia autenticità, conosce tutti i porti e tutte le taverne, esperto di mille mestieri, sembra avere vero interesse solo per il mare, per l’amicizia con Bashur e per l’amore per una donna triestina. Nel “L’ultimo scalo del Tramp Steamer” i due amici compaiono come personaggi di una storia che ruota attorno a una vecchia carretta dal nome mitologico, l’Alcion, alla sua proprietaria Warda, sorella di Abdul Bashur, e al capitano Jon Iturri. Una nave che sembra destinata ogni volta al suo ultimo viaggio, eppure resiste attraverso gli oceani, traendo la sua forza da quello che rappresenta, il simbolo della sintesi di due mondi che si cercano, si incontrano, si completano, ma inevitabilmente si perdono. L’Alcion naviga da Pola a Anversa, da Valparaiso a Panama, testimone della passione fra una bellissima levantina e un marinaio basco, un amore che si consuma come la nave che lo trasporta. Ogni carico indebolisce un po’ di più le strutture del cargo, ogni incontro indebolisce le certezze di due amanti. Warda fa di tutto per essere una donna occidentale, Jon Iturri non fa niente per sottrarsi al suo fascino, ma perché poi dovrebbe farlo? Di che cosa dovrebbe avere paura, di lei o di se stesso? L’Alcion salpa da Vancouver, attracca a Le Havre o a Caracas e ad ogni scalo lei c’è. Finché ci sarà la nave ci saranno anche loro, lo sa anche Abdul Bashur, sicuro che nonostante il desiderio di Warda di conoscere il mondo occidentale, il suo destino sarà nelle sue origini. Anche Jon Iturri ne è consapevole, ma non importa, perché accettando il comando si è appropriato della vicenda di una nave, di ogni suo viaggio, fino all’ultimo, ma soprattutto del suo vero carico, un’intensa e infelice storia d’amore fra due persone che si fanno travolgere dalle rispettive diversità, e che si conclude proprio in un porto qualunque, in un continente qualunque con la mano di lei che sfiora per l’ultima volta il viso di lui, con l’augurio che quel gesto possa comunque essere un ponte fra due mondi. “Gli uomini cambiano ben poco, anzi, rimangono sempre gli stessi; tanto che dal principio esiste una sola storia d’amore, che si ripete all’infinito senza perdere la sua terribile semplicità, la sua irrimediabile sventura.” Michele Castelvecchi ALVARO MUTIS L’ultimo scalo del Tramp Steamer Edizioni Adelphi Euro 6,20
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