Mentre stiamo per incartare e legare col fiocchetto (rosso ovviamente assessore) anche questo numero di Elbareport ci sentiamo un po’ stancucci anzichennò, ed allora più che all’umorismo del testo ci affidiamo all’umorismo dell’immagine. La foto che vi proponiamo mostra solo una delegazione dell’assemblea dei pali che sono stati piantati “uno in collo all’altro” (espressione indigena che sta per: “molto fitti”) con sopra lo stesso identico segnale - alla banchina d’alto fondale – non sappiamo se per idea Tabanica o Ageniale. Su questa sfilata si sono moltiplicate le ipotesi: taluni hanno pensato che i pali nascondessero delle antenne telefoniche in batteria, tal’altri hanno interpretato la teoria di pipiritti come una scultura post-moderma, quasi a completare idealmente il percorso che inizia dalla radice del Molo Gallo con quei due cosi che i più scambiano per attaccapanni vetrosi, e invece sono un’opera di un grande maestro locale, l’unico che conosciamo che si è dedicato un museo a sé vivente. Altri ancora vedendo imbiancare i monti hanno pensato a quanto sarebbe suggestivo organizzare una gara di slalom o di snow-board ad un passo dal mare. “E’ vero – ci hanno detto - c’è il problema della pendenza, ma la polipo de medici sta già studiando una manifestazione di sci ippotrainato, in una grande kermesse che prevederà anche una corsa di palombari ciclisti, ed il monologo dell’Amleto recitato da Pippo Franco e presentato dalla consigliera Giudicelli in sostituzione di Milly Carlucci”. Niente di tutto questo, i trenta segnali rispondono semplicemente ad un dettame di base della didattica che si formula con la frase latina: “Repetita juvant”, per il bene di noi poveri utenti avessimo a sbagliare ci hanno ripetuto quel segnale per trenta volte. Tanto tanto pensassero che siamo “duri” come loro?
pali cartelli molo alto fondale