Recentemente ho avuto modo di intervenire sul Piano del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano a seguito di una intervista rilasciata dal Direttore generale del Ministero dell’ Ambiente Dott. Cosentino (L’Isola, 28 Settembre 2004). I contenuti della lettera dell’ attuale Commissario Dott. Barbetti, del 2 Ottobre scorso, in merito ai rilievi e alle osservazioni formulate dalle Associazioni ambientaliste, Categorie produttive ed Enti locali sulla sua Bozza finale del Piano del Parco, mi impongono ulteriori precisazioni di metodo e di merito. E’ noto come nei mesi invernali del 2002 vennero acquisite dal Parco Nazionale e trasmesse alle Istituzioni ed al territorio le Bozze finali dei suoi strumenti di pianificazione elaborate dalla Agriconsulting. Il Consiglio Direttivo provvide ad un esame preliminare delle Bozze del Piano e venne ribadito ed unanimemente condiviso, il concetto che le Bozze dovevano essere elaborate sulla base di una critica valutazione delle osservazioni acquisite dal territorio, intervenendo inoltre per incrementare la chiarezza e la facile lettura dei tre “scenari“ illustrati nella Relazione del Piano. Allo scopo venne istituita una apposita Commissione consiliare. Si concretizzava così anche nella sua fase finale il metodo partecipativo per giungere alla stesura degli strumenti di pianificazione del Parco voluto dal Consiglio Direttivo e dalla Comunità del Parco attivato e sviluppato nel corso del 2001 (Convegni pubblici alla Sala de Laugier e Hotel Airone; incontri con le categorie). L’obiettivo, date le prossime scadenze degli organi di governo dell’Ente, era quello di approvare il Piano del Parco e, acquisito il parere della Comunità del Parco, trasmettere gli atti alla Regione per iniziare il lungo iter – attorno ad un anno - previsto dalla Legge 394/91 per giungere alla approvazione definitiva del Piano. Nel Febbraio del 2002 pervenne al Consiglio Direttivo la mozione presentata dal Sindaco Barbetti ed approvata in Comunità del Parco, al tempo presieduta dal Sindaco Ageno, con la quale si richiedeva di sospendere l’iter approvativo del Piano del Parco fino a che la Comunità non avesse approvato il Piano di Sviluppo Economico e Sociale. Il Consiglio respinse tale richiesta sulla base dei dettati legislativi e di elementari considerazioni sulla gestione sostenibile del territorio, rilevando nel contempo i contenuti strumentali della richiesta. Oggi leggendo la lettera del Commissario sembra di capire che la sua Bozza finale, in particolare per aree contigue e aree marine : “ … non ha introdotto nessuna novità rispetto a quanto recepito e già ampiamente discusso dal Consiglio Direttivo …”, ed inoltre per quanto riguarda la zonazione: questa era stata “…criticata dallo stesso presidente Tanelli e da autorevoli membri del Consiglio Direttivo…“. Questi riconoscimenti, che seguono quelli già espressi dal Direttore Cosentino e dei quali comprendiamo l’uso funzionale alla ricerca di un consenso sociale e di una legittimità giuridica nella continuità istituzionale, non possono che meravigliare dopo oltre tre anni durante i quali, prima si è assistito ad azioni tese a rallentare il processo di acquisizione del Piano del Parco e a delegittimare i lavori del Consiglio, e poi con il commissariamento alla interruzione del percorso partecipativo, e a ripetute dichiarazioni in accordo con le quali il Piano non esisteva o al massimo era una mera raccolta di dati . Entrando nel merito, notiamo: a) In effetti nella Bozza commissariale e in particolare nella Relazione sono stati introdotti elementi di novità, togliendo alcune parti ed inserendone altre in una operazione accompagnata da qualche refuso e limitatezza cartografica, che non incrementano certamente la chiarezza e la facile comprensione dei contenuti . Inoltre il Consiglio Direttivo non ha mai potuto “ discutere ampiamente “ le Bozze finali del Piano e tanto meno le osservazioni pervenute dal territorio essendosi dovuto limitare per ragioni contingenti ad osservazioni del tutto preliminari; b) Per quanto riguarda le zonazioni. Alcuni membri del Consiglio, fra i quali il sottoscritto, espressero in via preliminare e nel contesto di una generale panoramica, i loro punti di vista sulla rimodulazione delle Zone A del Parco. Niente a che vedere con la macroscopica scomparsa di tali zone a Gorgona, Pianosa, e Giglio e alla loro drastica riduzione all’Elba e Giannutri. Resta il nodo basilare che aggrava oggettivamente, a prescindere dalla volontà dei soggetti, il cammino per dotare il Parco del suo Piano rappresentato in generale dalla legittimità commissariale di espletare un atto – approvazione del Piano del Parco – che il legislatore ha demandato ad un organo collegiale – il Consiglio Direttivo - in cui sono previste oltre al Presidente ed ai cinque rappresentanti della Comunità del Parco, sette “…persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura “ (L.394/91 , art. 9, c. 4). Appesantito nello specifico dalla sentenza di illegittimità a suo tempi formulata dalla Corte Costituzionale sulla nomina del Commissario.
pomonte dal mare panorama