Accidenti, è ricapitato, come dice un nostro amico: "uno va al bar cinque minuti per passare un'oretta ..." Insomma giornale quasi fatto, solo A Sciambere da inventare, ci siamo sdraiati sul divano per dieci minuti di relax e sigaretta risvegliandoci nel cuore della notte. Abbiamo riguadagnato la posizione o postazione ci siamo messi alla consolle con ancora niente nella testa, ma (tanto per continuare a sciacquare nel luogo comune) affacciandoci al balcone di quel villaggio globale che è internet, incontrando un'amica italiana che insegna negli states (pronuncia steits) che da sei ore prima ed un oceano più in là, lamentava la mentalità da salumaio di giovani torzoli e torzole del nuovo mondo nell'approccio con la sua scienza, mentre con l'altra metà del cervello traduceva barcamendosi tra "uno sguardo graffiante" ed "un'occhiata tagliente". Ci è venuto in mente a quel punto che anche noi in fondo siamo dei traduttori, visto che buona parte del tempo lo spendiamo per cercare di tradurre in notizia, piana ed intellegibile, aggrovigliolamenti linguistici assessorili, storie di ordinaria follia amministrativa, pensieri in libertà di maestri del pensiero in sedicesimo che spesso altro senso non hanno se non quello della parafrasi cartesiana "scrivo e di conseguenza esisto", magari cercando di far si che il tutto stimoli un briciolo di oggettivo interessi. Ci siamo un po' depressi, un po' parecchio depressi, risolvendo in ultimo che più che ad un'ispirazione era il caso di puntare ad un'espirazione, ansi ad un soffio: quello da rivolgere verso la fiamma dell'immaginaria candela, per spengere il lume ed andare a letto.