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I verdi contro l'utilizzo del carbone nella centrale elettrica di Tor del Sale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : venerdì, 08 ottobre 2004

Esprimiamo netta contrarietà alle ipotesi della Uilcem sull’utilizzo del carbone per la Centrale di Tor del Sale. Dopo le dichiarazioni del direttore generale dell’ENEL sulla volontà di riconvertire il 50% delle centrali a carbone, e le preoccupanti previsioni del piano Lucchini sull’ampliamento e delocalizzazione dei carbonili anche a scopi energetici, aprire un fronte favorevole alla reintroduzione del carbone nel nostro territorio vuol dire cancellare quella che è stata la grande battaglia locale degli anni ’80 e l’esito positivo del referendum popolare. Sul carbone la posizione deve essere NO “senza se e senza ma”. La strada della riconferma dei combustibili fossili evidenzia una cultura miope e chiusa a nuovi scenari che abbiano al centro la necessità della compatibilità ambientale e sanitaria in un territorio già ampiamente provato. Che la proposta venga dalla azienda è inaccettabile, ma se arriva da un organismo sindacale è un vero scandalo perchè si vorrebbe ribaltare una decisione ampiamente voluta dalle popolazioni locali e condizionare il futuro di tutto un territorio. Sulla centrale Enel di Tor del Sale è da tempo che le forze ambientaliste hanno espresso una posizione sostanzialmente favorevole alla metanizzazione dell’impianto. Affrontare l'ipotesi di questa riconversione a metano vuol dire tenere conto di ulteriori elementi di criticità, quali ad esempio la realizzazione di un gasdotto, e quindi la discussione deve essere approfondita non solo sulle enunciazioni generali ma anche e soprattutto sui progetti specifici. Ricordiamo che i Verdi toscani sono contrari ai nuovi impianti gasieri off-shore e centrali turbogas (Livorno, Rosignano), rilevandone l'incompatibilità ambientale e richiedendo nel contempo verifiche sul Piano Energetico Regionale: attualmente la provincia di Livorno, dà già il suo notevole contributo fornendo il 70% della produzione elettrica della Regione Toscana, con la relativa pesante quota di inquinamento localizzato sul nostro territorio. Prima di pensare a nuove centrali, occorre razionalizzare le esistenti e ridurre la domanda. Le nostre proposte in materia di politiche energetiche sono basate essenzialmente su tre temi: Ecoefficenza, Produzione diffusa da rinnovabili e Microcogenerazione. L’ecoefficenza si persegue attraverso un accorta politica tesa a favorire il risparmio energetico e combattere gli sprechi. Accanto ai consumi industriali e per i trasporti, il settore delle costruzioni civili e logistico-aziendali incide per quasi il 40% sui consumi energetici globali. Su questo settore l’adozione di criteri bioclimatici e bioedili può permettere il dimezzamento del relativo consumo energetico e delle conseguenti emissioni. Le linee guida regionali e la proposta di legge regionale dei Verdi toscani sugli incentivi alla bioedilizia vanno nel senso dell’accettazione della delibera UE 91/2002, che prevede dal 2006 regolamentazioni per il contenimento degli sprechi energetici dovuti al settore edilizio e l’adozione di sistemi di certificazione e controllo. L’altro punto del nostro programma è la produzione energetica diffusa. Piccoli impianti, efficienti e basati sulle energie rinnovabili (in primis solare termico, fotovoltaico, piccolo eolico e biomassa). A favore dei piccoli impianti diffusi sta la possibilità di creare energia per utenze medie senza bisogno del trasporto dalle grandi centrali (elettrodotti, linee aree e interrate), tenendo presente che più si utilizzano queste tecnologie, più si abbassano i relativi costi e si allarga il loro mercato. Il mercato del petrolio è sempre più altamente instabile dato il progressivo esaurimento della risorsa e le speculazioni finanziarie di cui è oggetto, inoltre l’uso del petrolio è dannoso sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello sociale visti i conflitti che il controllo della risorsa provoca. Le rinnovabili invece sono energia “democratica” a disposizione di tutti, illimitata e non inquinante. Grandi spazi per le istallazioni solari e di piccolo eolico, sono reperibili immediatamente nelle aree industriali, sulle coperture dei capannoni produttivi, nella riqualificazione energetica degli edifici pubblici e nelle nuove costruzioni. Forme di incentivi come la riduzione degli oneri di urbanizzazione per le aziende che adottino soluzioni eco-compatibili di risparmio e di autoproduzione energetica, porterebbero per le aziende risparmi sulla bolletta energetica e l’incremento dei requisiti per la certificazione EMAS e per la collettività la riduzione delle emissioni per raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto. Il terzo punto riguarda la diffusione della microcogenerazione, che, assicurando produzione combinata di energia termica ed elettrica con un rendimento dell’80%, garantisce maggior risparmio a minor inquinamento. L’adozione di questa tecnologia per utenze come ospedali, scuole, condomini, strutture ricettive e simili, assicura una autonomia energetica utile anche in casi di black-out riducendo il quadro delle emissioni globali in atmosfera.


fumi carbone

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