E' successo circa una settimana fa ma se ne è avuta notizia solo nella giornata di venerdì primo ottobre a quattro mesi esatti da quel 1° Giugno del blitz che condusse in carcere sei tra amministratori, tecnici ed imprenditori ed alla denuncia di altre quattro persone a piede libero. Il P.M. della Procura livornese Roberto Pennisi ha presentato al Giudice per le Indagini Preliminari Sandra Lombardi la richiesta di rinvio a giudizio per i dieci indagati, nella maxi-inchiesta su affari e politica condotta a Portoferraio tra il 2003 ed il 2004, soprattutto con l'ausilio della Compagnia dei Carabinieri dell'Isola d'Elba, comandata dal Capitano Salvatore Distefano. Pennisi ha quindi chiesto che siano processati tre ex-amministratori del Comune portoferraiese: Giovanni Ageno, Alberto Fratti e Annalisa Di Pede che all'epoca dei fatti contestati ricoprivano rispettivamente le cariche di Sindaco, Assessore esterno e Presidente della Commissione Demanio, quattro imprenditori: Tiziano Nocentini, Marco Regano ed i fratelli Enrico e Giuseppe Cioni, due tecnici del Comune, la ex-responsabile dell'Ufficio Tecnico Architetto Sandra Maltinti e la ex-Segretaria Comunale Annunziata Fusco ed un libero professionista, l'Architetto Nicola Ageno, figlio dell'ex-sindaco. Non si conoscono ancora quali siano i reati che il P.M. ha deciso di richiedere di contestare agli indagati, circolano comunque voci che alcune delle imputazioni sarebbero mutate. Pennisi potrebbe aver fatto proprie in tal senso alcune osservazioni, sulla natura delle violazioni di legge ipotizzate, che erano presenti nelle decisioni dei Giudici del riesame, che avevano osservato che per alcuni degli indagati l'ipotesi di una della maggiori imputazioni, quella di peculato, doveva essere piuttosto riformulata come concussione.
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