La proposta indecente era una trovata di Hollywood sull’affitto di una moglie (Demi Moore) ad un miliardario capriccioso (Robert Redford). Un film visto e rivisto, proprio come la telenovela delle trattative sulle nomine, in primis quelle che riguardano l’ ESA (Elbana Servizi Ambientali). Negli ultimi vent’anni (probabilmente di più, ma non saprei darne una vera testimonianza) le nomine sono state il vero cuore della politica, che nel frattempo si allontanava sempre di più dalla gente. Proposte e controproposte, trattative sul potere fino a notte inoltrata, poi una serie di nomi annunciati agli elettori spettatori. Non è di per sé una cosa scandalosa, la politica fatta al vertice ha le sue regole, la sua legittimità. Un criterio come la “pari dignità di tutte le forze della coalizione” (qualcuno direbbe la “visibilità”) è in qualche modo valido, così come la proporzionalità del potere, distribuito in base alla forza elettorale (tot voti, tot incarichi). Ma se questo criterio è praticamente l’unico (e in questo momento lo è) si rischia di cadere nei vizi più antichi della partitocrazia, in primis l’autoreferenzialità, e poi la mancanza di trasparenza, e poi l’assenza di rinnovamento, e poi la mancanza di confronto con i cittadini. Ecco quindi la proposta indecente: portare il dibattito sulle nomine in pubblico, spostandolo più sui contenuti che sui nomi. In altre parole, convocare una bella assemblea cittadina, magari alla Sala della Provincia, in cui le varie componenti della coalizione di maggioranza illustrano con chiarezza qual è la proposta sulla gestione dei rifiuti all’Isola d’Elba e quindi quali sono i criteri per avanzare una candidatura piuttosto che un’altra. Possibilmente con un giornalista a fare da conduttore e con una parte aperta al dibattito. Forse parlare di contenuti aiuterebbe a scegliere le persone giuste, molto al di là delle polemiche ad personam (anzi, contra personam). Mi piacerebbe sentire per esempio con quali argomentazioni i DS rivendicano la presidenza, e insistono paradossalmente sulla “presidenza politica”, dal momento che hanno la maggiore (anche se non esclusiva) responsabilità politica della scelta più sciagurata degli ultimi vent’anni, quella che ha portato all’installazione del famigerato impianto del Buraccio targato Daneco, un brutta faccenda che non si è ancora conclusa. Mi piacerebbe che qualcuno spiegasse quanto è costata la gigantesca bufala, e quanto continuerà a costare ai cittadini elbani. Dopodiché si potrebbe anche dibattere sui nomi, e su quanto questi rappresentino la competenza, il cambiamento, la discontinuità con un passato recente che, in tema di gestione rifiuti, si può solo definire vergognoso. Certo, quella di un dibattito pubblico su faccende così delicate è una proposta irrituale, inaudita, troppo nuova per essere reale. Una proposta indecente, appunto. Potrebbe magari servire a capire quanta paura abbiamo della democrazia, figuriamoci della tanto sbandierata “democrazia partecipativa”.
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