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C'era una scrittura privata tra Ageno e i Cioni per vendere le Ghiaie

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 01 ottobre 2004

Consiglio comunale denso di numeri e colpi di scena quello svoltosi durante tutta la giornata di giovedì 30 settembre a Portoferraio. Dopo il rientro del consigliere Alberto Fratti e il riconoscimento di parte dei debiti fuori bilancio, si aggiunge un altro incredibile capitolo alla vicenda della vendita delle Ghiaie. Al numero 10 dell’ordine del giorno c’era infatti l’annullamento delle delibera di vendita di parte del terreno ai fratelli Cioni. Annullamento motivato, come ha esposto il Sindaco Peria, da una serie di illegittimità che rendevano a parere della amministrazione del tutto inammissibile la cessione. Ma accanto alle motivazioni classiche (mancato parere della Commissione Demanio, immobili che per diritto di accessione sarebbero di proprietà del Comune) è spuntata fuori anche una scrittura privata che rende ancora più oscura tutta la vicenda. Due giorni prima del fatidico consiglio comunale del 12 novembre 2003 in cui si deliberò l’atto di vendita, l’allora Sindaco Giovanni Ageno aveva stipulato con i fratelli Cioni una scrittura privata, mai protocollata, firmata anche dalla segretaria Maria Annunziata Fusco e dal funzionario Vilmano Mazzei, in cui ci si impegnava a vendere il terreno sottostante gli immobili de “Le Sirene”. Si stabiliva inoltre, in quei fogli scritti a mano, la cifra di 15.600 euro annui per risolvere il contenzioso sul canone di locazione arretrato che i Cioni avrebbero dovuto corrispondere al Comune a partire dagli anni '90. Si capisce allora come nel consiglio di due giorni dopo il Sindaco Ageno apparisse impaziente e nervoso tanto da lasciarsi sfuggire “io oggi devo, devo…”. Una scrittura privata per un ente pubblico come un Comune appare un’espressione paradossale, quasi priva di senso e che, come sottolinea l’avvocato Carrozza chiamato a difendere il Sindaco Roberto Peria dalla citazione dei fratelli Cioni, avrebbe il valore di una trattativa segreta tra Ageno e gli stessi imprenditori. Un pasticciaccio più brutto di quanto fosse già apparso nel consiglio del 12 novembre dello scorso anno, un tentativo da parte di Ageno di piegare la volontà dell’unico organo, il consiglio comunale, legittimato a deliberare la vendita di un bene di proprietà del Comune. Con l’azione di autotutela votata nel consiglio del 30 settembre, con il voto contrario del consigliere Novaro Chiari, si annulla una delle vicende più contorte della storia amministrativa portoferraiese. Il consiglio di giovedì è cominciato sotto il segno di Alberto Fratti che, alla sua prima uscita pubblica dopo la revoca degli arresti domiciliari, appariva teso ed emozionato ma soddisfatto di potersi sedere di nuovo nell’aula consiliare. Fratti, sostituito finora da Riccardo Nurra, ha fatto riferimento alla sua vicenda giudiziaria dicendosi convinto di uscirne pulito: “Passerò – ha dichiarato – il resto della mia vita affinché il nome di Fratti sia riabilitato” . Dopodiché ha ringraziato coloro che lo hanno sostenuto nei momenti difficili: “Ringrazio i miei figli, Gesù e la Madonna”. Ha poi lasciato l’aula e non ha partecipato allo svolgimento dei lavori. Con la definitiva rinuncia alla politica di Giovanni Ageno il consigliere Marcello Giardini entra definitivamente nel gruppo di minoranza “Portoferraio: la tua città”. La parte centrale della seduta di giovedì è stata dedicata alla discussione dei debiti fuori bilancio ed alle azioni di salvaguardia degli equilibri di bilancio. La partita che si sta giocando per rientrare nel patto di stabilità è difficilissima, ma possibile. Per riuscirci il Sindaco Peria ha fatto riferimento ad un bilancio “a pane ed acqua”. Rimandiamo la trattazione degli aspetti tecnico-contabili dibattuti nel consiglio in un articolo più approfondito nel prossimo numero del nostro giornale.


consiglio 30 settembre 04

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fratti cc 30 settembre

fratti cc 30 settembre