La decisione del Coni di non accettare dal demanio la proprietà delle Miniere dell'Elba ha fatto tornare di attualità il Dossier pubblicato da Legambiente dell'Arcipelago Toscano nel Marzo 2004, il cui testo riportima qui di seguito integralmente: Cosa sta succedendo con le miniere dell’Isola d’Elba? E’ vero che il Governo le ha cedute al CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) per coprire l’enorme voragine finanziaria che rischia di far fallire l’intero sport italiano? E cosa ne farà il CONI, investirà e risanerà, come dice qualcuno, oppure cercherà di vendere tutto al migliore offerente per fare cassa? E’ vero che niente è ancora deciso? Oppure ci sono documenti che impegnano il Governo? Cosa è e che fine farà e il Protocollo d’intesa sottoscritto il 10 gennaio 2000 a Palazzo Chigi Tra Ministeri dell’Ambiente, Beni Culturali e Finanze, dalla Regione Toscana, dalla Provincia, dal Parco Nazionale, dai Comuni di Capoliveri, Porto Azzurro e Rio Marina e dalle società interessate? Con questo dossier, che si basa esclusivamente su documenti e dichiarazioni ufficiali, cerchiamo di dare risposta alle domande che tutti gli elbani si stanno facendo sul futuro di un pezzo così importante di territorio elbano. Ai lettori la libertà di capire e giudicare le ragioni ed i torti. Buona lettura. Un po’ di storia L’attività di estrazione dei minerali dell’isola d’Elba sembra abbia avuto inizio alcune migliaia di anni avanti Cristo ad opera di abitanti provenienti dall’attuale Liguria e chiamati “Ilvates”, da cui sarebbe derivato il nome “Ilva”, antica denominazione dell’isola, di certo i resti di forni ed i cumuli di scorie ritrovati sul territorio dell’Elba testimoniano delle attività minerarie e metallurgiche che vi erano effettuate ai tempi degli etruschi e poi dei romani. Il tramonto della civiltà etrusca all’Elba si verificò nel II secolo allorché Roma pose sotto il suo dominio l’intero scacchiere alto tirrenico. Con l’età giulio-claudia si diffusero in tutto l’Arcipelago le residenze patrizie e per secoli fiorirono attività legate al mare: la decadenza dell’impero romano causò l’inizio di un processo di progressivo spopolamento in tutto l’Arcipelago Toscano. Concentrando l’attenzione su periodi più vicini ai giorni nostri, le attività di estrazione e lavorazione del ferro proseguirono con continuità nel seguito attraverso i governi e le dominazioni della Repubblica Pisana e della Signoria dei Medici (proprio a Cosimo dei Medici si deve nel 1543 la costituzione della “Magona del ferro” per la gestione delle attività estrattive e metallurgiche) fino alla svolta industriale che conduce alla nascita della Società Elba nel 1899, con la costruzione dei primi altoforni a Portoferraio (poi distrutti nel corso della seconda guerra mondiale) e poco dopo dello stabilimento siderurgico di Piombino. La prima guerra mondiale porta l’intensificazione della coltivazione del minerale con la ricerca e l’apertura di nuove miniere che raggiunge il suo culmine nel periodo della seconda guerra mondiale, che porta però anche la distruzione degli stabilimenti siderurgici: nel periodo seguente la seconda guerra mondiale inizia la lenta decadenza dell’attività estrattiva con la chiusura di alcune miniere fino alla chiusura nel 1981 della miniera del Ginevro, l’ultima a chiudere. Si è calcolato che dalle miniere dell’isola siano stati estratti da 80 a 100 milioni di tonnellate di minerali e, tenuto conto che fu utilizzato quasi esclusivamente il minerale in pezzatura, i quantitativi effettivamente scavati sono stati presumibilmente sensibilmente superiori. Allo stato attuale le miniere non sono ancora esaurite: malgrado le ricerche siano state eseguite a meno di 100 m di profondità, le consistenze stimate dei giacimenti individuati sono tuttora notevoli e superiori a 18 milioni di tonnellate. Solo nella zona di Rio Marina l’attività è continuata fino a qualche anno fa con la coltivazione di silicati di magnesio utilizzati come fondenti nel processo siderurgico. Cosa sono Le miniere di ferro dell’isola d’Elba sono localizzate entro una stretta fascia costiera che va da cala del Telegrafo, a sud di Cavo, fino all’estremità meridionale della penisola di Calamita (Punta Calamita). La varietà delle specie mineralogiche rinvenute (circa 150 specie diverse) e la bellezza dei campioni fanno dell’isola d’Elba un luogo importante per la mineralogia; ciò è tanto vero che i siti minerari di Rio Marina, Rio Albano e del promontorio di Calamita sono stati inseriti nella “World Heritage Provisional List of Geological Sites” dell’UNESCO, nella quale sono elencati i più prestigiosi monumenti geologici del pianeta. I minerali utili principalmente coltivati nei giacimenti dell’isola sono stati l’ematite e la magnetite, ai quali erano associate quantità variabili di pirite, calcopirite, galena, sfalerite e limonite: questi minerali sono spesso accompagnati da una roccia nota con il nome di “skarn”, termine utilizzato per indicare le rocce associate al minerale coltivato che dovevano essere scartate in quanto economicamente non utili: da un punto di vista mineralogico, si tratta di silicati di calcio ferro (in subordine magnesio, alluminio, manganese) all’Elba rappresentati da pirosseni, granati, anfiboli, epidoti e plagioclasi. Inoltre è presente l’ilvaite, minerale che prende il nome dall’antica denominazione dell’isola (Ilva). Dove sono Le zone soggette a vincolo minerario sono state individuate e delimitate nel 1881 dal cosiddetto “piano Caratti”. Le aree di concessione mineraria sono suddivisibili in tre comprensori che ricadono quasi interamente nelle tre delimitazioni individuate dal “piano Caratti” nel 1881, dell’estensione complessiva pari a circa 2.093 ettari. Il compendio più a nord comprende circa 470 ettari di aree minerarie che ricadono tranne una piccola porzio- ne di 3,2 ettari situata nel comune di Rio nell’Elba, nel territorio del Comune di Rio Marina: la parte più consistente di questo territorio ricade anche nei confini del “piano Caratti” (concessione di Rio Marina Vigmneria e Rio Albano) in una fascia delimitata dalla linea di costa tra Rio Marina e punta delle Paffe che si estende verso l’entroterra per una profondità variabile tra 1.000 m e 1.500 m; di questo comprensorio, la gran parte è compresa all’interno dei confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per un’estensione territoriale pari a circa 360 ettari. Si tratta di una porzione di territorio molto acclive e movimentata che raggiunge la quota massima nel monte Giove (351 m s.l.m.). Il comprensorio centrale comprende circa 28 ettari di aree minerarie ricadenti nel territorio del Comune di Porto Azzurro, eccetto una piccola porzione di 1,8 ettari ricadente ancora nel Comune di Rio Marina. Queste aree ricadono interamente nei confini del “piano Caratti” che disegna una fascia tra la spiaggia di Barbarossa e punta delle Cannelle con una profondità verso l’entroterra variabile tra 500 e 900 m, con un territorio frastagliato situato sotto la linea dei 100 m s.l.m.; tali aree tuttavia sono poste al di fuori dei confini del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Il comprensorio più a sud comprende circa 210 ettari di aree minerarie ricadenti interamente nel territorio del Comune di Capoliveri, quasi totalmente ricompresse nel perimetro del “piano Caratti” (e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano per un’estensione di circa 150 ettari), e vanno dalla punta del Buzzancone, ad est, alla spiaggia di Pareti, ad ovest, con una linea passante per la sommità del monte Calamita (413 m s.l.m.). La proprietà delle zone di concessione mineraria è per la maggior parte demaniale (comprendendo anche la quota parte dei terreni acquistati dalle concessionarie dopo il 1924 e divenuti di proprietà demaniale alla riconsegna della concessione) pur esistendo alcune enclave di proprietà privata. Di chi erano le miniere Le miniere dell’isola d’Elba rientrano (almeno fino ad agosto n.d.r) nel patrimonio dello Stato italiano in quanto provengono dall’incameramento dei beni del Granduca di Toscana, il quale a sua volta le acquistò dal Principe Ludovisi Boncompagni. Il primo appalto per la concessione delle miniere dell’Elba venne assegnato nell’anno 1888 all’armatore di Rio Marina cav. Giuseppe Tonietti. Dopo la morte di Giuseppe Tonietti, il 14 maggio 1897 il nuovo appalto per la concessione delle miniere, a partire dal 1° luglio 1987, viene per pubblico incanto assegnato al figlio di quest’ultimo, Ubaldo, per un periodo di vent’anni, con contratto in data 9 novembre 1899, la concessione stessa veniva ceduta alla società ELBA e fui nel tempo stesso prolungata di 5 anni e cioè fino al 30 giugno 1922 e successivamente prorogata per ulteriori due anni fino al 30 giugno 1924. In seguito le concessionarie del compendio demaniale sono state: ILVA-Alti Forni e Acciaierie d’Italia fino al 30 giugno 1939; Società Anonima Mineraria Siderurgica FERROMINI fino al 31 dicembre 1965. L’ultima società concessionaria per l’estrazione del minerale fu la società ITALSIDER (poi NUOVA ITALSIDER) fino al 31 dicembre 1982; a seguito dell’abbandono della coltivazione del minerale di ferro, la società NUOVA ITALSIDER, dopo contenzioso con l’amministrazione demaniale, fu nominata sequestrataria dei beni con provvedimento del Tribunale di Livorno del 16 febbraio 1987. A seguito di successive fusioni ed accorpamenti societari, la titolarità dell’atto è passata all’ILVA SpA e di poi all’IRITECNA in liquidazione SpA, rientrano nella concessione demaniale, oltre alle miniere, ai terreni ferriferi ed al bosco di Monte Giove, nel territorio comunale di Rio Marina, i fabbricati, le strade, i pontili di caricamento, le macchine ed in genere ogni attrezzatura stabile e mobile quale risulta dall’inventario peritale del 12 aprile 1927, con l’eccezione di alcuni lotti di terreno della superficie catastale complessiva pari a 50.310 mq venduti dal demanio alla società Montecatini in data 8 agosto 1968. Il protocollo di intesa Il protocollo d’intesa del 10 gennaio 2000 è sottoscritto, a palazzo Chigi, dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Micheli, e dai rappresentanti dei Ministeri dell’Ambiente, dei Beni Culturali, delle Finanze, dell’Industria e del Tesoro, della Regione Toscana, degli enti locali, del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e delle società interessate. Il protocollo conclude una fase importante dell’attività che il comitato per l’occupazione ha condotto, a partire dal dicembre ’97, sulla base delle numerose sollecitazioni pervenute dagli enti locali livornesi. Per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza, riqualificazione e valorizzazione saranno impegnati i fondi del ministero dell’Ambiente, del ministero delle Finanze e del ministero dell’Industria. Verranno inoltre impegnati i fondi derivanti dalla vendita di beni demaniali presenti nell’area interessata dal Parco. Il protocollo prevede inoltre che la regione Toscana e la Provincia di Livorno, a fronte di progetti cantierabili, inseriscano i medesimi nel quadro della programmazione pluriennale come prioritari e si adoperino per accelerare le relative procedure amministrative. Nella stesura del protocollo d’intesa si è tenuto conto che circa il 95% delle aree minerarie dell’Elba ricade sotto la protezione dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (nel seguito EPNAT) e che questi può ricevere in concessione i terreni demaniali ai sensi della Legge 23 dicembre 1999 n° 488: l’EPNAT quindi è stato individuato quale soggetto attuatore dell’intervento e ad esso verrà assegnata la gestione dei fondi pubblici. Per quanto riguarda la progettazione e la realizzazione dei lavori saranno applicate le norme di cui al D. Lgs. 17 marzo 1995, n° 17. Il percorso individuato è il seguente: L’EPNAT si doterà della progettazione per il restauro ambientale e la prevenzione del rischio idrogeologico e franoso nelle zone ex minerarie dell’Elba orientale. Al progetto preliminare seguiranno i progetti esecutivi suddivisi per lotti funzionali. Questi verranno individuati secondo le singole zone minerarie: miniera di Rio Marina, miniera di Rio Albano, promontorio di Calamita, miniera del Ginevro, miniera di sassi neri e miniera di Terra Nera. I primi lavori interesseranno la miniera di Rio Marina dove l’emergenza idrogeologica e franosa minaccia direttamente l’abitato capoluogo. (…) la Parco Minerario dell’Isola d’Elba srl, a capitale prevalentemente pubblico, sarà individuata dall’EPNAT quale ente gestore per la valorizzazione culturale e turistica del compendio minerario. Tale società, per l’espletamento del proprio compito, si è impegnata ad assorbire in primo luogo il personale Iritecna che non potrà usufruire degli strumenti di esodo previsti dalla normativa vigente. (in seguito, il Commissario del Parco Barbetti ha frazionato le originarie competenze del Parco Minerario affidandole anche alle società Caput Liberi (Capoliveri) e D’Alarcon (Porto Azzurro). I lavori da fare Il Piano preliminare di intervento (maggio 2000) del Progetto di Recupero Ambientale delle Aree Minerarie prevede i seguenti lavori così finanziati (in lire): Progettazione 1.688.920.000 Prestazioni accessorie 218.000.000 Coordinamento della progettazione 423.600.000 Opere per il recupero ambientale del territorio 24.418.000.000 Opere per rendere fruibile al pubblico il territorio 4.869.500.000 Opere per la messa in sicurezza delle discariche di RSU 1.110.000.000 Direzione lavori 637.800.000 Coordinamento in fase di esecuzione ex lege 494/96 571.500.000 COSTO TOTALE PRESUNTO 33.937.320.000 Dei quasi 34 miliardi di lire previsti ben 31 miliardi erano (e sono) a carico del Parco Nazionale, e quindi del Governo. Sono questi i finanziamenti già arrivati e che stanno ancora arrivando, è grazie a quell’accordo del 2000 che si sono fatti i lavori nel compendio minerario e che si potrà risanare il territorio. Quindi chi dice che il CONI finalmente sistemerà tutto, dice una cosa non vera. Anzi, il Decreto Tremonti passa sopra l’accordo del 2000, lo ignora completamente e lo usa solo per dare al CONI un territorio risanata con i soldi di tutti e quindi più appetibile. Come ti tappo il buco Qui a fianco potete leggere lo stralcio del decreto Omnibus del Governo Berlusconi che contiene anche la creazione, per decreto, di una strana società: la CONI Servizi spa. Una società che dovrebbe curare le disastrate casse dello sport italiano (oltre 400 milioni di euro di debiti) ma che il Governo finanzia con un misero milione di euro. Dove prenderà il CONI le altre centianaia di milinoni? Il Governo farà stimare il patrimonio (sarebbe meglio dire il buco) del CONI e poi “con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze potranno essere individuati beni immobili patrimoniali dello Stato da conferire alla CONI Servizi spa. A tale fine potranno essere effettuati ulteriori apporti al capitale sociale con successivi provvedimenti legislativi”. E’ cercando questi beni immobili dello Stato che Tremonti ha cercato di raccattare 244.224.546,51 euro per il CONI e si è imbattuto nelle miniere dell’Elba che ha valutato in 86.663.269,00 euro. Attenzione: al CONI non andrà, come qualcuno erroneamente crede, tutte le zone precedentemente sottoposte a vincolo minerario ma dei 2.093 ettari dell’antico “piano Caratti”al CONI ne andranno “solo” 708 ettari di cui: 470 ettari nel Comune di Rio Marina (66,38%), 210 ettari nel Comune di Capoliveri( 29,66%) e 28 ettari nel Comune di Porto Azzurro (3,95%) e che interessano anche una piccola parte del Comune di Rio nell’Elba non inclusa nel “Parco minerario”; su queste aree insistono vari fabbricati, sia civili che industriali, per una volumetria complessiva di 176.824 metri cubi dei quali 77.415 mc ad uso industriale e 99.409 mc ad uso civile Il Decreto CONI Servizi s.p.a. Stralcio del decreto Omnibus approvato alla Camera, riguardante il settore dei giochi e la riorganizzazione del Coni - Seconda parte Articolo 8. (Riassetto del CONI) 1. L’ente pubblico Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) si articola negli organi, anche periferici, previsti dal decreto legislativo 23 luglio 1999, n. 242. Per l’espletamento dei suoi compiti si avvale della società prevista dal comma 2. 2. È costituita una società per azioni con la denominazione «CONI Servizi spa». 3. Il capitale sociale è stabilito in 1 milione di euro. Successivi apporti al capitale sociale sono stabiliti, tenuto conto del piano industriale della società, dal Ministro dell’economia e delle finanze, di intesa con il Ministro per i beni e le attività culturali. 4. Le azioni sono attribuite al Ministero dell’economia e delle finanze. Il presidente della società e gli altri componenti del consiglio di amministrazione sono designati dal CONI. Il presidente del collegio sindacale è designato dal Ministro dell’economia e delle finanze e gli altri componenti del medesimo collegio dal Ministro per i beni e le attività culturali. 5. L’approvazione dello statuto e la nomina dei componenti degli organi sociali previsti dallo statuto stesso sono effettuati dalla prima assemblea, che il Ministro dell’economia e delle finanze, di intesa con il Ministro per i beni e le attività culturali, convoca entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. 6. Entro tre mesi dalla prima assemblea, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, adottato di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, sono designati uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale per effettuare la stima del patrimonio sociale. Entro tre mesi dal ricevimento della relazione giurata, il consiglio di amministrazione o l’amministratore unico della società, sentito il collegio sindacale, determina il valore definitivo del capitale sociale nei limiti del valore di stima contenuto nella relazione stessa e in misura comunque non superiore a quella risultante dall’applicazione dei criteri di cui all’articolo 11, comma 2, della legge 21 novembre 2000, n. 342. Qualora il risultato della stima si rivelasse insufficiente, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze potranno essere individuati beni immobili patrimoniali dello Stato da conferire alla CONI Servizi spa. A tale fine potranno essere effettuati ulteriori apporti al capitale sociale con successivi provvedimenti legislativi. 7. La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del presente decreto tiene luogo degli adempimenti in materia di costituzione di società per azioni previsti dalle vigenti disposizioni. 8. I rapporti, anche finanziari, tra il CONI e la CONI Servizi spa sono disciplinati da un contratto di servizio annuale. 9. La CONI Servizi spa può stipulare convenzioni anche con le regioni, le province autonome e gli enti locali. 10. Il controllo della Corte dei conti sulla CONI Servizi spa si svolge con le modalità previste dall’articolo 12 della legge 21 marzo 1958, n. 259. La CONI Servizi spa può avvalersi del patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, ai sensi dell’articolo 43 del testo unico delle leggi e delle norme giuridiche sulla rappresentanza e difesa in giudizio dello Stato e sull’ordinamento dell’Avvocatura dello Stato, di cui al regio decreto 30 ottobre 1933, n. 1611, e successive modificazioni. 11. Il personale alle dipendenze dell’ente pubblico CONI è, dall’8 luglio 2002, alle dipendenze della CONI Servizi spa, la quale succede in tutti i rapporti attivi e passivi, compresi i rapporti di finanziamento con le banche, e nella titolarità dei beni facenti capo all’ente pubblico. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, su proposta del Ministro per la funzione pubblica, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentite le organizzazioni sindacali, sono stabilite le modalità attuative del trasferimento del personale del CONI alla CONI Servizi spa, anche ai fini della salvaguardia, dopo il trasferimento e nella fase di prima attuazione della presente disposizione, delle procedure di cui agli articoli 30, 31 e 33 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Per i dipendenti in servizio presso l’ente pubblico CONI alla data di entrata in vigore del presente decreto rimangono fermi i regimi contributivi e pensionistici per le anzianità maturate fino alla predetta data. 12. Tutti gli atti connessi alle operazioni di costituzione della società e di conferimento alla stessa sono esclusi da ogni tributo e diritto e vengono, pertanto, effettuati in regime di neutralità fiscale. 13. Sino alla prima assemblea restano in vigore, in via provvisoria, tutte le disposizioni legislative e statutarie che disciplinano il CONI. Dalla predetta data tali disposizioni restano in vigore in quanto compatibili. 14. Restano ferme le vigenti disposizioni in materia di vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali sul CONI. 15. All’onere derivante dal presente articolo, pari a 1.000.000 di euro, si provvede, per l’anno 2002, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2002-2004, nell’ambito dell’unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2002, utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero medesimo. Lo studio dell’ARPAT/Regione La Regione ha commissionato all’ARPAT uno studio sullo stato delle miniere dell’isola d’Elba. I dati resi pubblici rendono più chiari, leggibili e precisi problemi che in qualche maniera erano già conosciuti e compresi nell’accordo di programma tra Stato, Regione, Parco Nazionale ed Enti Locali per la valorizzazione, il risanamento ed il recupero idrogeologico del Compendio Minerario, che si estende sul territorio dei quattro Comuni dell’Elba Orientale (Capoliveri, Porto azzurro, Rio Marina, Rio nell’Elba). La situazione è preoccupante per la presenza, in estese porzioni di territorio, di residui minerari a cielo aperto contenenti Arsenico, cadmio, nichel, cromo ed altri metalli pesanti, a questo si deve aggiungere la formazione di “laghetti” fortemente inquinati da metalli e solfuri, in una miscela che rischia di inquinare il territorio ed il mare nel caso di esondazioni o di cedimento degli argini, ed un forte dissesto idrogeologico che coinvolge praticamente tutto il Compendio. E’ in questo quadro ambientale preoccupante che si inserisce la cessione alla CONI servizi s.p.a. del Compendio Minerario dell’Elba. Che farà il CONI A fianco potete leggere il Decreto che cede gratuitamente 700 ettari di territorio e 176.824 metri cubi di fabbricati alla Coni Servizi s.p.a. Hanno detto e scritto che serve solo a ricapitalizzare il Coni, nessuno venderà realmente, tutto resterà come oggi. Il Coni finalmente metterà mano al recupero ed alla valorizzazione turistica di un territorio abbandonato. Insomma, l’Elba trasformata, per decreto, in quello che le isole Cayman sono state per la Parmalat, solo un’operazione di finanza creativa di Tremonti, il Coni valorizzerà, arriverà il turismo. Peccato che questa rassicurante versione dei fatti sia stata autorevolmente smentita dal Direttore Generale del CONI Ernesto Albanese in una intervista al Tirreno del 13 marzo 2004. Il Dirigente chiarisce bene quale sarà il futuro delle miniere elbane: al CONI non interessa il recupero del territorio che deve essere pagato dallo Stato vuole solo vendere e far subito soldi. “Dopo il 2 agosto – dichiara Albanese – lasceremo i terreni al Demanio con l’incarico di venderli. Sono stati valutati circa 86 milioni di euro e noi aspettiamo di incassare questa cifra” Mentre i costi di manutenzione e sorveglianza, aggiunge il Direttore Generale del CONI “Li paga chi usa il terreno, non certo noi”. E Albanese aggiunge: “Noi, sia detto chiaramente, avremmo preferito i finanziamenti, mica le ex miniere. Dobbiamo trovare il modo di farle risultare come positività dei nostri bilanci. Mica siamo imprenditori turistici. Non ci può essere chiesto di fare villaggi turistici o commerciali e tanto meno riprendere l’attività delle miniere” Il CONI non è interessato al futuro delle miniere, allo sviluppo economico dell’Elba, alle bonifiche ambientali e al recupero idrogeologico, è solo interessato a far cassa e soldi il più presto possibile, con lo Stato italiano trasformato in agente immobiliare per conto della CONI Servizi s.p.a., costituita per decreto ed alla quale, con un altro decreto, ha regalato un gigantesco pezzo di storia, e di economia dell’Elba che verrà messo sul mercato al migliore offerente Il Decreto Tremonti MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 3 febbraio 2004 Conferimento di beni immobili patrimoniali dello Stato, ai sensidell'art. 8, comma 6, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, IL MINISTRO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE Visto l'art. 8, comma 1, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, che stabilisce che l'ente pubblico Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) per l'espletamento dei suoi compiti si avvale della società costituita in base al successivo comma secondo e denominata CONI Servizi S.p.A.; Visto altresi' il citato art. 8, comma 6, che prevede che entro tre mesi dalla prima assemblea della menzionata societa' per azioni, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, adottato di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, sono designati uno o più soggetti di adeguata esperienza e qualificazione professionale per effettuare la stima del relativo patrimonio sociale; Visto il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali del 25 febbraio 2003, con il quale la Ernst & Young Financial - Business Advisors S.p.a. e' stata designata quale valutatore ai sensi del predetto art. 8, comma 6; Vista la relazione del 16 giugno 2003 della Ernst & Young Financial- Business Advisors S.p.a., designata quale soggetto per effettuare la stima del patrimonio sociale della CONI Servizi S.p.A., ai sensi del predetto sesto comma del citato art. 8; Visto il predetto art. 8, comma 6, che prevede che, qualora il risultato della stima si riveli insufficiente, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, possono essere individuati beni immobili patrimoniali dello Stato da conferire alla CONI Servizi S.p.A.; Ritenuto pertanto necessario provvedere all'individuazione di beni immobili patrimoniali dello Stato da conferire in proprieta' alla CONI Servizi S.p.A., ai sensi dell'art. 8, comma 6, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, nella legge 8 agosto 2002, n. 178; Sentito il Ministero per i beni e le attività culturali che con nota del 22 gennaio 2004, prot. GP 2903, ha espresso parere favorevole al conferimento dei beni immobili oggetto del presente decreto nel rispetto delle prescrizioni in essa contenute; Ravvisata l'opportunità di individuare tra gli immobili da conferire in proprietà alla CONI Servizi S.p.A. quelli facenti parte del complesso del Foro Italico, in Roma, non aventi requisiti storico-artistici e quindi suscettibili di alienazione ai sensi del decreto del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, di concerto con il Ministro delle finanze del 20 aprile 2001, nonché gli ulteriori immobili indicati con nota dell'Agenzia del demanio del 30 dicembre 2003, prot. n. 2003/50081/DA, integrata con nota del 27 gennaio 2004, prot. n. 2004/3402/DA; Tenuto conto della relazione di stima dell'Agenzia del territorio del 30 dicembre 2003, prot. n. 103607 relativa ai beni immobili facenti parte del complesso del Foro Italico, in Roma, così come riportati nei punti da 1 a 7 dell'elenco allegato sub A al presente decreto, rilasciata per la valutazione dei beni dello Stato ai fini della formazione del patrimonio sociale di CONI Servizi S.p.A., posta in essere con specifiche modalità attuative secondo speciale legislazione; Tenuto conto della relazione di stima dell'Agenzia del demanio del 30 dicembre 2003, prot. n. 2003/50081/DA, integrata con nota del 27 gennaio 2004,prot. n. 2004/3402/DA, relativa agli ulteriori beni immobili da conferire in proprietà alla CONI Servizi S.p.A., così come riportati nei punti 8 e 9 dell'elenco allegato sub A al presente decreto, rilasciata per la valutazione dei beni dello Stato ai fini della formazione del patrimonio sociale di CONI Servizi S.p.A., posta in essere con specifiche modalità attuative secondo speciale legislazione; Decreta: Art. 1. Ai sensi dell'art. 8, comma 6, del decreto-legge 8 luglio 2002, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2002, n. 178, sono conferiti in proprieta' alla CONI Servizi S.p.A. i beni immobili patrimoniali dello Stato risultanti dall'elenco riportato all'allegato sub A, nel rispetto delle prescrizioni contenute nell'allegato sub B, allegati che costituiscono entrambi parte integrante del presente decreto. Eventuali ulteriori precisazioni o rettifiche catastali potranno essere rese con apposito decreto direttoriale da parte dell'Agenzia del territorio, da pubblicarsi nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Art. 2. I valori di conferimento e di iscrizione nel bilancio della CONI Servizi S.p.A. dei beni conferiti ai sensi dell'art. 1 sono pari al valore determinato dall'Agenzia del territorio per i beni indicati nei punti da 1 a 7 e dall'Agenzia del demanio per quelli indicati nei punti 8 e 9, valori riportati a margine dei beni conferiti dell'elenco allegato sub A al presente decreto. Art. 3. Per il periodo di sei mesi decorrente dalla data di emanazione del presente decreto, permane in capo all'Agenzia del demanio la gestione dei beni oggetto di conferimento, di cui ai punti 8 e 9 dell'elenco allegato sub A. A tal fine, CONI Servizi S.p.A. stipula con 1'Agenzia del demanio un contratto di gestione dei suddetti beni. Il presente decreto sara' trasmesso agli organi di controllo per la registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Roma, 3 febbraio 2004 Il Ministro: Tremonti Registrato alla Corte dei conti il 9 febbraio 2004 Ufficio di controllo sui Ministeri economico-finanziari, registro n.1 Economia e finanze, foglio n. 178 Allegato A ----> vedere allegato da pag. 9 a pag. 10 della G.U. <---- Allegato B ----> vedere allegato a pag. 10 della G.U. <---- Cosa regalano al CONI L’allegato A citato in fondo al Decreto del Ministro Tremonti contiene una vera e propria lista della spesa con lo Stadio Olimpico (valutato 138 milioni e 73.000 euro), terreni, capannoni, case ed altri impianti sportivi a Roma; altri terreni a Chieti, ma la parte del leone la fa il Compendio minerario dell’Isola d’Elba con una sterminata lista di località e particelle catastali che comprendono terreni e fabbricati civili ed industriali e che giungono in dote dai Comuni di: Rio Marina (30 località citate e oltre 300 particelle catastali)); Rio nell’Elba (una sola località e 10 particelle); Capoliveri (6 località e 30 particelle); Porto Azzurro (2 località e 19 particelle). L’intero elenco vale 244.224.546,51 Euro, il compendio minerario dell’Elba è valutato 86.663.269,00 euro, più o meno 172 miliardi delle vecchie lire. il Ministro dell’Economia ha conferito tutto questo patrimonio in proprietà alla Coni Servizi SpA lasciando all’Agenzia del Demanio la gestione dei medesimi fino al prossimo 3 agosto 2004. A cura del Comitato per l’informazione sulle miniere Fonti utilizzate: Progetto di Recupero Ambientale delle Aree Minerarie (Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano) Gazzetta ufficiale della Repubblica