Torna indietro

La storia di Niki e del suo guscio di acciaio navigante

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 01 ottobre 2004

"Il piccolo Niki a bordo della sua Walkirie - recita il comunicato firmato dal Luogotenente Angelo Casamento - è approdato a Portoferraio, la Squadriglia Navale della Guardia di Finanza di Portoferraio è stata lieta di ospitarlo presso i propri ormeggi di Reparto, nell'ambito degli accorsi stipulati con il Comando Generale della Guardia di Finanza. Grazie al supporto dell'Assessore alle Politiche Sociali Signora Gina Truglio ed alla collaborazione dell'Istituto Scolastico Comprensivo di Portoferraio, è stato organizzato un simpatico incontro tra le due classi delle scuole elementari C.Battisti e Niki. I piccoli ospiti - prosegue la nota dei Finanzieri - saliti a bordo, hanno potuto assistere ad una lezione impartita a Niki in videoconferenza con la scuola elementare siciliana di Partanna da una postazione telematica fissa in un ambiente dell'imbarcazione sulla quale vive. Una grave forma di patologia respiratoria lo costringe a non allontanarsi dal mare e quindi i genitori pur di stargli vicino e di offrirgli le cure necessarie hanno venduto casa ed aiutati, si sono costruiti una vera e propria casa galleggiante. Dopo il rito dello scambio dei doni preparati per l'occasione dai bambini portoferraiesi, ha avuto luogo un simpatico rinfresco sul Molo Elba organizzato dal Comune ed offerto dalla Fondazione Exodus. La Guardia di Finanza - va a concludere il comunicato - che si pone come custode degli spostamenti che questa barca effettua in ambito nazionale, ringrazia sentitamente tutti coloro che hanno partecipato e collaborato alla riuscita dell'evento ed in particolare il Preside Vincenzo Liorre, la Prof. Laura Valentini e l'assessore Gina Truglio. Chi volesse altre notizie sul piccolo Niki, può visitare il sito web www.walkirie.com ove si potranno apprendere informazioni sul progetto di ampia portata UNA SCUOLA PER NIKI" Abbiamo riportato quasi fedelmente il comunicato della G.D.F. non solo perchè era una buona sintesi dell'evento di cui dovevamo parlare, ma anche perchè per certi versi ci ha stupito, abituati come siamo a ricevere dalle forze dell'ordine comunicati del tutto diversi a partire dalla forma. Si vede che Niki e la sua vicenda umana hanno avuto la forza di addolcire pure lo stile linguistico austero dei militari. Ci resta però da raccontare quello che abbiamo visto e sentito in quella casa della speranza navigante, in quella quarantacinquesima isola minore italiana (come l'hanno definita i suoi abitanti) quando le scolaresche erano scese, e c'era solo una famiglia a bordo a quelle 43 tonnellate di acciaio incredibilmente messe insieme per solcare il mare nel giardino di una casa del novarese un posto che meno marittimo non si può proprio. Più di un'ora a bordo a sentire raccontare una storia pesante pesante come i 26 metri di quella barca che è ancora da rifinire e che è costata meno di un appartamento di 60 metri quadri in Calata e leggera leggera come il vento che il vero motore di casa, perche il 145 HP (montato soprattutto per pagare meno tasse) non può davvero far miracoli. C'è una signora gentile a bordo che ci offre polpette e caffè e ci parla di quanta arte del riciclare e dell'adattare c'è in barca: vetri di uffici e portelloni di frigoriferi che navigano ed erano destinati alla discarica, ruote di cancelli FAC diventate ottime pulegge, bulloni autoprodotti, derive di piombo colate in casa. E' proprio l'unica donna di bordo, la mamma di nicki a farci i discorsi più tecnici, curiosiamo in barca la ritroviamo nella cabina matrimoniale in fotografia con un abito da sposa che stride stranamente con quel luogo, una signora esile che peserà 45 kg sì e no, ma sono 45 kg di energia e determinazione. C'è un padre giovane e simpatico che ci racconta di un giornalista cinico e stronzo incontrato in un altro porto, e ironizza sulla barca che sta appoppata perchè a poppa ci sono i serbatoi d'acqua ed a prua quelli del gasolio sempre quasi vuoti perchè costa, c'è uno zio che non apre bocca che sta discosto (per quanto si può stare discosti su una barca) ma che non perde una parola, attentissimo. E poi c'è lui Niki di professione bambino di otto anni, vivace estroverso, reduce dal bagno di folla, che si mette a giocare a carte con una giornalista e poi la impegna in un match schermistico con la sciabola di plastica a prua, mentre con i grandi parliamo di tutta questa macchina messa in piedi per lui, le professioni lasciate a terra il navigare alla ricerca costante del clima più adatto perchè possa stare bene (tra 20 e 30 gradi non di bussola ma di temperatura, umidità tra il 33 e il 50%) nella sua barca-casa-scuola-isola in mezzo al mare. E la signora s'illumina quasi quando ci dice di quanti centimetri è cresciuto da quando la squadra va per mare, quando ci dice che da allora Niki non prende più cortisone e che anche l'adrenalina resta in frigo non utilizzata. Niki dice di essere il bambino che ha più amici al mondo e non si riferisce solo ai suoi compagni di classe telematici le cui foto stanno in bella mostra sottocoperta, dove va a scuola rimbalzando tra un satellite nello spazio il mare di chissaddove e l'aula di Partanna. Forse ha ragione Niki sicuramente ha intorno un formidabile guscio di acciaio e di affetto che lo protegge, ma è un guscio dinamico, con cui si muove, con cui fa rotta verso il suo crescere e diventare grande.


niki barca walkyrie

niki barca walkyrie

niki walkirie barca bambini

niki walkirie barca bambini

niki walkirie barca mamma

niki walkirie barca mamma