Perplessità per la fiducia sulla Delega Ambientale che il Governo porrà domani. Legambiente interviene alla conferenza stampa dei Verdi a Roma. “Non è una stagione di nuovi splendori quella che si apre per i beni culturali e ambientali italiani. Al contrario: questa legislatura ha visto il varo di un ventaglio di provvedimenti che erodono i principi fondamentali di tutela, basati su una valutazione non monetizzabile di quei beni. Il Parlamento ponga rimedio a questa pericolosa deriva. Ci appelliamo al Governo per una scelta di responsabilità, limitando almeno i danni più evidenti: la legge deve servire a cancellare l'estinzione dei reati commessi contro il paesaggio ma anche a rettificare quelle norme del Codice Urbani che indeboliscono gravemente i vincoli sul paesaggio della Legge Galasso”. Con un appello Legambiente, per bocca del suo responsabile relazioni istituzionali Maurizio Picca, interviene alla conferenza stampa indetta dal senatore Sauro Turroni dei Verdi che si è svolta questa mattina a Roma. “Per questo – sostiene Picca nel suo intervento – non è accettabile la fiducia posta su un provvedimento mira a modificare grande parte della legislazione ambientale e i termini della delega richiesta sono tutt'altro che chiari per molte materie. Il dibattito parlamentare anziché rendere più esplicito il mandato del Governo su queste materie, ha paradossalmente contribuito ad aggravare la proposta di legge con nuove disposizioni immediatamente attuabili che, in alcuni casi, anticipano addirittura quanto il Governo dovrebbe essere chiamato a fare”. Con la fiducia al provvedimento potrebbe passare anche il comma 32, ossia quella pericolosa e perversa estinzione di tutti i reati derivanti dalla violazione della legge paesaggistica (compresi gli edifici abusivi in aree vincolate, che erano stati esclusi dal recentissimo condono) sostanzialmente senza condizione alcuna. In sostanza, i responsabili degli abusi, se passasse questa norma, dovranno solo chiedere ai Comuni un’autorizzazione paesaggistica retroattiva, non limitata da alcuna esclusione di carattere qualitativo, quantitativo o temporale. Tutto ciò non riguarda solo le costruzioni edilizie, visto che la proposta della Camera parlava di "lavori realizzati in difformità o assenza di autorizzazione" e tra questi potranno di buon diritto entrare anche interventi devastanti per il territorio quali ad esempio sono le cave. Insomma, la fiducia posta sulla Delega ambientale va a completare – insieme al condono edilizio, al silenzio assenso per l’alienazione dei beni storico-artistici, al ruolo discutibile della Patrimonio Spa, e all’approvazione del Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici - quel quadro di smantellamento del sistema normativo, frutto di una elaborazione pluridecennale, a tutela del nostro patrimonio storico–artistico e paesaggistico. “Per queste ragioni – conclude Maurizio Picca - sarebbe stato di gran lunga più opportuno proseguire il dibattito parlamentare e, semmai, sottoporre a questo il maxi-emendamento del Governo. Il voto di fiducia impedirà ogni discussione di merito, sposterà il piano del dibattito e renderà impossibili molti dei miglioramenti che erano stati auspicati”.