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Illegali destinazioni di 3000 tonnellate di "alghe" la causa dei 33 avvisi di garanzia

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 29 settembre 2004

Una complessa attività investigativa delle Fiamme Gialle dell'Isola d'Elba del reparto aeronavale - si legge in un comunicato pervenutoci dalla Guardia di Finanza - ha avuto inizio nel maggio scorso durante un servizio di Polizia Ambientale. Nel corso della operazione veniva individuata una discarica non autorizzata in località Literno, ricadente nel Comune di Marciana (LI), in cui venivano sequestrate 700 tonnellate di alghe marine. La scoperta - prosegue il documento - induceva i Finanzieri a verificare le modalità di prelievo, conservazione, trasporto e concentramento finale delle alghe di Posidonia, la cui unica destinazione, una volta prelevate dalle spiagge, può essere quella dello smaltimento. Si appurava quindi che dal 2001 dal Comune di Marciana venivano portati in continente ingenti quantitativi di alghe destinate a recupero, in violazione della legge 748 del 1984 che ne vieta esplicitamente tale utilizzo. L'alga, secondo studi di settore, è da ritenersi pericolosa a causa dell'elevata concentrazione salina e pe la presenza di metalli pesanti in essa contenuti, nocivi entrambi per la produzione di comport di qualità per l'agricoltura e, quindi, per l'ambiente e per le derrate alimentari ottenute dallo stesso. La fraudolenta destinazione descritta - prosegue la nota delle Fiamme Gialle - consentiva altresì al Comune di M;arciana di non corrispondere alla Regione Toscana il "tributo speciale per il deposito in discarica" al momento quantificato in circa 80.000 euro. Per l'illegale gestione delle oltre 3.000 tonnellate di alghe 33 persone sono state denunciate a vario titolo per traffico di rifiuti, in violazione al C.D. "Decreto Ronchi", per truffa aggravata ai danni dello Stato, per concorso nel reato e per omissioni di denuncia da parte dell'organo provinciale preposto al controllo. I 33 soggetti coinvolti - prosegue il comunicato - sono alcuni degli amministratori del Comune di Marciana, diverse figure elbane di consulenza, di intermediazione e di supporto tecnico, 8 autotrasportatori ed i legali rappresentanti di società di smaltimento e recupero operanti nelle province di Livorno, Viterbo, Ancona, Perugia, Roma e Caserta. Sono in corso - termina la nota della G.d.F. - ulteriori attività di controllo nei confronti di altri Comuni della Toscana, atteso che si sono riscontrate delle destinazioni di partite di rifiuti introdotti con analoghe modalità, in alcune società del settore coinvolte. Infatti dagli accertamenti in corso è emerso che ulteriori 7.000 tonnellate di alghe sono state destinate a recupero anzichè a smaltimento, con la mancata corresponsione del previsto tributo speciale quantificato in circa 186.000 euro". Fin qui il lungo comunicato delle Fiamme Gialle a cui fa da contrappunto una dichiarazione rilasciata dal Sindaco Marcianese Luigi Logi all'ANSA: "Da anni svolgiamo questo servizio senza problemi e questa bufera giudiziaria ci coglie di sorpresa. Ma ben venga un' indagine della magistratura che chiarisca, una volta per tutte, il metodo da utilizzare per lo smaltimento delle alghe». È sereno Luigi Logi, sindaco di Marciana (Isola d' Elba), a capo di una lista civica di centrosinistra e indagato dalla procura di Livorno insieme alla sua Giunta e a decine di altre persone per violazioni al «decreto Ronchi». «Prima smaltivamo le alghe nelle nostre discariche - aggiunge - ma ora che sono sature siamo costretti a portarle fuori dall' isola con un' aggravio di costi per la comunità ». Secondo l' accusa il metodo è illegale perchè il materiale veniva avviato al compostaggio per ricavarne fertilizzanti per agricoltura anzichè essere distrutto in discarica. «Ma queste decisioni - spiega Logi - non le abbiamo prese a caso. Sono il frutto di decine di riunioni tra le istituzioni, Provincia e Regione comprese, e tenendo conto di precise indicazioni dei tecnici degli istituti di Biologia marina di Livorno e Piombino». Inoltre, secondo Logi, non si tratterebbe di alghe qualunque, ma di posidonia «da tutti considerata un vegetale dal quale si può ricavare il compost. Noi - conclude il sindaco - abbiamo fatto tutto con la massima trasparenza e se non fosse stato così non ci saremmo rivolti ad aziende pubbliche come la Rea di Rosignano, l' Asiu di Piombino e l' Esa dell' isola d' Elba, la società per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti dei comuni elbani. Se avessimo voluto truffare qualcuno avremmo fatto altro e non saremmo stati costantemente in contatto con altri enti come la Provincia, che infatti vede tra gli indagati il dirigente dell' ufficio Ambiente. Insomma, noi siamo tranquilli e speriamo che l' indagine faccia piena luce e chiarisca come si deve intervenire. Anche perchè da quando c' è stato il primo sequestro della Guardia di Finanza, nel maggio scorso, la raccolta delle alghe è bloccata e nessuno vuole andare avanti rischiando altre denunce».


alghe magazzini

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alghe da vicino

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alghe sassi

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