Vorremmo riproporre a puntate, perché abbastanza lungo e da gustarsi giorno per giorno, questo interessante scritto di Armando Schiaffino, ex Sindaco del nostro Comune e medico apprezzatissimo della comunità isolana. Ci sembra molto significativo come quello da lui “auspicato” sia ancora molto attuale come pure il suo stato d’animo al momento del risveglio! Pubblichiamo il brano in tre episodi. Alvaro Andolfi “Alcune notti fa ho fatto un sogno strano. Chi arrivava da ogni parte d’Italia diretto all’Isola del Giglio poteva lasciare l’automobile in un mega parcheggio a pagamento in Maremma, nei pressi della stazione ferroviaria di Orbetello, e di lì proseguire per Porto S. Stefano o in treno (il vecchio tratto di ferrovia Orbetello-S.Stefano era stato ripristinato) o con un efficiente “servizio navetta” di piccoli pullman fino ai traghetti. I bagagli seguivano i passeggeri fino a destinazione con un sistema tipo quello degli aeroporti. L’intera organizzazione del servizio era gestita dalle stesse compagnie di navigazione, i passeggeri spendevano, fra posteggio e resto, la stessa cifra come se traghettassero la macchina andata e ritorno. Naturalmente chi voleva poteva lo stesso arrivare fino al Giglio in auto, ma il desiderio di quiete e gli altri privilegi di un’isola senza macchine avevano alla fine convinto tutti a lasciarla in Continente. Pian piano così anche Porto S.Stefano aveva cessato di essere il “garage del Giglio”, anzi l’esempio fu seguito anche da molte persone dirette a Porto Ercole e S.Stefano. Il Sindaco dell’Argentario, stupito dall’eccezionale idea dei gigliesi e dalla loro capacità organizzativa, li ringraziò caldamente in una pubblica lettera e promise ufficialmente che nessuno li avrebbe più chiamati “ghiozzi”. La sensazione di beatitudine che si aveva nel sogno non era però legata solo al minor numero di auto. L’isola sembrava in generale più pulita. La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani era arrivata a percentuali talmente alte che il Ministro dell’Ambiente, nel vedere il suo decreto così abbondantemente superato, elogiò l’Amministrazione Comunale del Giglio durante una trasmissione televisiva. Ma i gigliesi, modestamente, gli fecero sapere che in un’isola che vive di turismo e in cui l’immagine è così importante, era il minimo che potessero fare. In questo strano sogno (dove i depuratori fognari del Castello, del Porto e del Campese erano tutti e tre funzionanti) le attività artigianali del Giglio erano state finalmente concentrate in una valle interna dell’isola, la valle Orfana, avendo così dato piena attuazione alle previsioni urbanistiche del PIP (Piano Insediamenti Produttivi). - continua -
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