Ieri Matteo Rossi di professione bambino di anni tre, stava scorrazzando per la casa avita (vicepresidente no, non significa imbullonata) quando è stato inavvertitamente urtato dal di lui nonno (che poi sarebbe chi scrive) cadendone. Evidentemente continuando a pensarsi nel suo film il sopraccitato (e sovraeccitato) frugolo si è rivolto con la faccetta truce all'antenato in questa guisa apostrofandolo: "Ahi .. m'hai fatto male bastardo!". Orbene, dopo la logica risata iniziale ci è venuto da riflettere e non tanto sulla palese mancanza di rispetto quanto per la forma linguistica in cui si è estrinsecata. Come dire che se la piccola peste in un accesso d'ira infantile ci si fosse rivolta con un poco educato ma più casareccio "Nonno budellodituma'!" lo avremmo accettato maggiormente dell'offesa stereotipata (Assessore comprendiamo che pure per lei è notte fonda) da dozzinale telefilm americato, mutuata dai cartoni giapponesi e dalla spazzatura televisiva berlusconiana (sia pubblica che privata). Come dire che c'è una originalità culturale e c'è una banalità culturale mell'invettiva e nell'imprecazione, così come nell'intercalare e financo nel moccolo. Vigilate genitori ed educatori più o meno autorizzati: proteggete le peculiarità le radici della favella dei nostri virgulti, fate sì che se proprio ci debbono mandare affanculo, almeno non lo facciano americaneggiando o in brianzolo.