Grande scalpore ha suscitato, in quel di Verona, l'idea di diversi grossisti di frutta e verdure di aprire il mercato, a giorni alterni e solo nel pomeriggio, anche ai privati cittadini, quindi non negozianti ma semplici acquirenti. Logicamente gli acquisti sono fatti a cassette intere e non certo a chili o mezzi chili. Le famiglie si organizzano, comprano uno per tutti, e poi dividono costi e prodotti. Il risparmio è del 50% sul prezzo applicato, giustamente o forse non proprio giustamente, dai rivenditori al dettaglio. La storia delle patate pagate 100 lire al chilo al produttore e vendute a 800/1000 dal dettaglianti è nota in tutto il mondo. Il mondo dell'agricoltura è in mano a diversi monopolisti (i grossisti) che sono gli unici a comperare dagli agricoltori con facoltà di strozzare due soggetti alla volta, il produttore ed il consumatore. Punto e a capo. Ed ora due esempi chiarificatori: Mi trovavo in Svizzera, alcuni anni or sono e, per documentarmi sul costo della loro vita, entrai in un supermercato, tipo Standa o roba del genere. Nel reparto frutta trovai le arance a 50 centesimi di franco svizzero il chilo(600 lire) Erano arance meravigliose, non sanguinelle perché loro non le gradiscono ma quelle chiare. In Italia, il Paese dal quale le arance venivano, gli stessi frutti erano quotati a lire 3.000 Doveva esserci qualche cosa che non funzionava. In effetti gli svizzeri le pagavano 300 lire al chilo e le vendevano a 600. Gli italiani le pagavano 300 lire e le vendevano a 3.000. Dove si incagliavano le arance? Occorre chiederlo ai grossisti ed ai "padroni" del mercato (Italiano). Un personaggio molto noto a Portoazzurro, essendo proprietario di un bel terreno, aveva destinato l'appezzamento a produzione ortofrutticola. Al primo raccolto pronto di zucchine e fagiolini e cocomeri, si presentarono i compratori ed ebbero a dire che le zucchine erano non mature, i fagiolini troppo maturi ed i meloni non di prima scelta. Totale dell'offerta lire 100 al chilo, l'uno per l'altro, prendere o lasciare. La persona in questione raccolse un po' di prodotti per lui e gli amici e poi, resosi conto della violenza esercitata dai compratori, con il trattore passò sopra all'orto che ripianò in un colpo solo. Dopo alcuni anni, al posto dell'orto, delle bellissime piante ornamentali, come quelle che troviamo in tutta l'Elba. Crescono quasi da sole, mi disse, e più passa il tempo e più costano e più mi rendono. Conclusione: avevo molti anni or sono incontrato il responsabile della Coldiretti Elbana al quale chiesi di organizzare un incontro con i produttori locali. Avrei voluto mettere gli albergatori ed i ristoratori allo stesso tavolo, concludere fra di loro un contratto di fornitura a prezzo fisso e costante per tutta la stagione e, con questo semplice accorgimento ottenere diversi scopi: a ) incentivare la produzione ortofrutticola e garantire un giusto compenso a chi produceva. b) far risparmiare agli albergatori/ristoratori più del 50% sull'acquisto dei prodotti c) usare prodotti veramente freschi, appena colti e di eccelsa qualità d) poter scrivere sui menu che tutte le verdure erano quelle meravigliose dell'Elba, tipo le pesche, che tutto il mondo ci invidia. e) ridisegnare le campagne, ora abbandonate, attraverso il lavoro ben compensato dei Contadini ed offrirle alla vista dei turisti come architettura agricola. L'incontro non si fece mai. Il programma, ben dettagliato dallo scrivente, rimase sempre nel suo cassetto o cestino. I casi della vita! Anche questo sarebbe un modo intelligente ed organico di riqualificare l'Elba e tutti i territori adatti alla coltivazione arricchendo un po' i Contadini, finalmente, attraendo nuovo interesse per il settore anche da parte dei giovani e far risparmiare dai 15 ai 70 milioni ad ogni albergatore. La stessa cosa avrebbero potuto fare i dettaglianti ed i supermercati. Non dimenticate che la frutta e le verdure che arrivano sulle tavole elbane hanno, mediamente, 1,000 chilometri di percorrenza ed un traghettamento. Idee semplici, quindi, e forse per questo inapplicabili.
la cocomeraia