No, non è stato semplice all’Elba per chi ha voluto mettere la propria firma contro una legge medievale sulla procreazione assistita. La visibilità e l’informazione per la raccolta delle firme in favore del Referendum abrogativo promosso da diverse forze politiche a livello nazionale, all’Elba sono state pressoché nulle. Con responsabilità diverse, partiti politici, uffici comunali, organi di informazione hanno contribuito davvero poco a pubblicizzare e favorire le firme dei cittadini interessati. Diverse sono state le telefonate giunte in redazione di persone indignate che non si sono rassegnate al primo “abbiamo finito i moduli, venga tra qualche giorno”. Difficile anche finire i moduli, in quanto essi si reperivano facilmente (lo avevamo indicato in un articolo di alcuni giorni fa) su internet, scaricabili attraverso una semplice stampante. Negli ultimi giorni, grazie anche ad una informazione più presente, diversi cittadini si sono recati presso il Comune di Portoferraio, ma la disorganizzazione era palese, nessuna indicazione precisa. “E’ stato grazie a Cosetta Pellegrini, consigliere comunale, che ho potuto firmare - ci racconta la Commercialista Manuela Cavallin – ma soltanto dopo che non mi ero rassegnata alle prime difficoltà. Ma le persone che erano con me non so se hanno avuto la costanza o il tempo di tornare di nuovo a firmare. Io so cosa vuol dire il dono e la gioia di un bimbo nato grazie alla procreazione assistita perché è una cosa che ho vissuto da vicino, per questo ho deciso di non soccombere a questa legge”. Anche la consigliera comunale Pellegrini ammette che la raccolta non è stata pubblicizzata e organizzata nel modo migliore: “Le persone si sono presentate all’ultimo minuto, ma è mancato anche un coordinamento a livello di partiti.”
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