Il Comune di Capoliveri ha proposto al Ministero dell’ambiente l’istituzione di un’area marina protetta nelle acque prospicienti il suo territorio. Lo specchi d’acqua marina interessati dovrebbero essere quelli compresi tra lo Scoglio della Triglia e Punta Calamita e tra Capo Calvo e Mola, dove, se l’iniziativa del Comune andrà in porto saranno consentite solo le attività tradizionali, socio-economiche e del tempo libero tipiche del territorio. “Il Parco Nazionale dell’arcipelago toscano – si legge in una scheda esplicativa distribuita dal Comune capoliverese – prevede, per l’Elba, esclusivamente l’istituzione di un “Parco a terra”, mentre in realtà non può essere scissa la valutazione del valore naturale dell’ambiente marino da quello terrestre, al fine di al fine di una credibilità di un simile parco a livello non solo nazionale. La proposta che viene avanzata prevede un parco marino sulla superficie complessiva di ha 4200 circa, composto da due grandi aree, quella del versante sud-occidentale, tra lo scoglio della Triglia e Punta Calamita, e quella nord-orientale tra Capo Calvo e Mola. La prima comprende tutta la costa sud-occidentale del Comune, ove sono presenti le maggiori spiagge ed insenature, nonché la costa di rilevante valore naturale e ambientale. La seconda comprende, se si esclude Mola, un’area meno omogenea riguardo ai valori naturali, fortemente antropizzata, ma di forte interesse ambientale e di forte pressione nautica che deve essere razionalizzata e regolamentata. La proposta – prosegue il documento – è tesa alla salvaguardia dell’ambiente marino, sia per quanto riguarda la flora che la fauna, oggi troppo tutelate per il crescente sfruttamento delle risorse mediante la pesca a strascico e quella non regolamentata. Gli obiettivi sono quelli della tutela delle risorse, mediante la regolamentazione delle attività che vieti del tutto la pesca a strascico e quella subacquea e contemporaneamente privilegi quella dei residenti, sia pescatori professionisti che amatoriali (in quanto anche la pesca è un connotato storico-culturale della popolazione) e autorizzandola in modo equilibrato con la conservazione delle risorse. Regolamentato deve essere altresì il turismo nautico nella Baia di Mola ed in quella di Naregno con l’inserimento anche di divieti di ancoraggio selvaggio. Un altro aspetto da valorizzare – si chiude la scheda - che assume anche un elemento di controllo, e quello della conoscenza dell’ambiente sottomarino, mediante la presenza di percorsi subacquei guidati, affiancati da campi boe per l’ormeggio delle imbarcazioni. Quindi un Parco Marino regolamentato ma aperto, tutto da visitare e da godere sia dai turisti che dai residenti, e le cui norme dovranno essere concertate tra Comune e Ministero dell’Ambiente.