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"Santuario ligure" dei cetacei: presentato all'Elba il piano di gestione

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : venerdì, 17 settembre 2004

La due giorni elbana della conferenza intergovernativa tra Italia, Francia e Principato di Monaco getta finalmente le basi su un accordo di protezione dei mammiferi marini che finora era poco più di una dichiarazione di intenti. Una grande area di protezione marina che non aveva nemmeno un vero e proprio nome (finora veniva chiamata Santuario ligure dei mammiferi marini) e che i tre stati hanno deciso di chiamare Pelagos e che porrà finalmente le basi per un'effettiva protezione dei grandi e piccoli cetacei partendo da alcuni grandi problemi: traffico marittimo veloce, inquinamento da petrolio ed altre sostanze nocive, sistemi di pesca illegali o poco sostenibili. LEGAMBIENTE ha già segnalato al Governo italiano la presenza di spadare al largo di Montecristo e di Capo Corso e, insieme alle altre Associazioni Ambientaliste ha chiesto che, sull'esempio della Francia, venga estesa anche alle acque internazionali, attraverso un'area di protezione ecologica, la possibilità di intervenire contro i pirati del mare, una proposta recepita dal Sottosegretario Tortoli. L'ultima giornata del convegno, a porte chiuse, è servita a limare la bozza di convenzione e di accordo discussa il 15 settembre, ora occorrerà vedere il risultato finale e mettere in campo energie, risorse e controlli per attuarla.. La Presentazione e l’approvazione del Piano Di Gestione del Santuario Ligure, affermano le tre associazioni, è sicuramente un passaggio fondamentale per una reale e corretta gestione del Santuario. Le associazioni si augurano che il Piano possa risolvere soprattutto alcuni punti critici riscontrati ancora oggi nell’area del Santuario: q Aumento della navigazione, soprattutto di quella veloce q Traffico di navi con sostanze pericolose q Attivita’ di pesca gia’ proibite a livello comunitario come le spadare o comunque dannose per le popolazioni di cetacei. q Crescente disturbo a causa del Whale watching, un’attivita’ sicuramente valida ma non ancora regolamentata q Scarse risorse per la vigilanza, soprattutto durante il periodo estivo,. E’ necessario un Piano Operativo che garantisca la tutela, reprima le attivita’ illegali, contribuisca a migliorare le condizioni ambientali generali. Inoltre, nonostante all’interno dell’area del Santuario esistano numerose Aree Protette, le tre associazioni segnalano che sarebbe opportuno individuare e segnalare gli habitat critici e piu’ vulnerabili. Non solo per quanto riguarda la gestione del Santuario è auspicabile che la parte operativa sia semplice e allo stesso tempo efficiente. Ovviamente i finanziamenti dovranno essere adeguati per poter sviluppare una politica di gestione adeguata. Marevivo, Legambiente e il WWF plaudono la decisione del Ministero dell’ambiente e le altre parti contraenti per aver candidato il Santuario dei Mammiferi Marini a diventare un sito patrimonio dell’umanita’ dell’Unesco e prendono in parola la volontà di istituire a breve la zona di protezione ecologica. Infine le tre associazioni si augurano che il ruolo che hanno rivestito nella istituzione del Santuario venga riconosciuto e valorizzato anche in futuro


santuario cetacei cartina

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