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Truffa gasolio ai danni del carcere

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 28 gennaio 2003

Manomettevano il contatore del gasolio delle loro autobotti per consegnare il 30 per cento in meno del combustibile richiesto, fatturando per l’intera fornitura commissionata. Sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza di Portoferraio, per truffa aggravata ai danni dello Stato, i due autisti e l’amministratore di una s.r.l petroli con sede ad Aricola in provincia dell’Aquila, che aveva committenze anche all’Isola d’Elba, tra cui il Carcere di Porto Azzurro. Ed è stato proprio il Direttore del penitenziario elbano Pierpaolo D’Andria ad accorgersi di alcune irregolarità nelle forniture di combustibile e ad avvertire tempestivamente gli uomini della Guardia di Finanza del Capoluogo isolano. L’amministrazione penitenziaria a fronte di forti sospetti aveva fatto predisporre due cisterne esattamente tarate a 1000 e 2500 litri, per controllare con precisione la quantità di gasolio fornita dalla ditta abruzzese. Quando la prima cisterna era stata completamente riempita, il contatore della autobotte segnava 1300 litri, 300 in più della effettiva capienza del serbatoio. Riempito anche il secondo, la ditta rilasciava una cedola di carico di 4485 litri. A questo punto intervenivano gli agenti della Guardia di Finanza che attraverso ulteriori controlli verificavano l’esatta fornitura: 3293 litri, 1192 in meno di quelli fatturati. Si indaga inoltre su i due mezzi sequestrati, che risultano essere di recentissima fabbricazione, per individuare il meccanismo con il quale si manometteva l’indicatore. Le ipotesi sono due. Un congegno meccanico, con una valvola a farfalla, che permetteva di recuperare parte del prodotto pompato all’esterno, o più probabilmente un telecomando che dalla cabina di guida dava impulsi al contatore elettronico. L’intervento, eseguito nella giornata del 24 gennaio, sta dando incentivo ad ulteriori indagini, in quanto la ditta appaltatrice opera in ambito nazionale e risulta avere già precedenti penali per reati di questo genere. Anche all’Elba, la Casa di Reclusione di Porto Azzurro non è l’unica committente, in quanto la s.r.l., fornendo prezzi a condizioni più vantaggiose di altri, si aggiudicava facilmente appalti pubblici e forniture ai privati.


autobotte finanza sequestrata

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