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Controcopertina: Quest' Isola che non sa amare i suoi visitatori

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : giovedì, 16 settembre 2004

Ho avuto più di un’occasione, nello scorso mese di agosto, di camminare in alcuni dei tanti sentieri che la morfologia dell’Elba propone. L’ho fatto, grazie ad alcuni amici, che, da anni, si dilettano in questo tipo di attività, le passeggiate nei sentieri, in parte faticoso, ma, in gran parte, assai interessante, per le bellissime prospettive che si possono godere. Ma non solo: ho avuto occasione di ammirare alcune colonne di epoca romana, poco sopra Cavoli, partendo da San Piero in Campo. Mi venne spontaneo, parlando con i miei compagni di escursione, chiedermi per quale ragione non fosse valorizzato a sufficienza questo importante aspetto dell’offerta elbana. La risposta fu una scrollata di spalle, quasi a sottolineare un certo disinteresse nei confronti di questo comparto della possibile proposta turistica, a torto, secondo me, considerato secondario, da parte degli addetti ai lavori. Non starò a confermare che in molti sentieri si nota l’assenza di una cura preventiva, al fine di “prepararli” per chi vorrà praticarli, perché nell’articolo di Senio Bonini questa situazione è molto ben evidenziata. Vorrei soffermarmi su un dettaglio non trascurabile, che emerge dallo stesso articolo: “si è speso tantissimo nel promuovere un prodotto di qualità che alla fine non esisteva”. Non è l’unica pecca che si può riscontrare nel rapporto tra offerta e domanda di turismo. Manca, a mio parere, anche una certa voglia di “amare” chi decide di trascorrere le vacanze all’Elba. Io passo da molti anni almeno un mese sull’isola e mi è capitato spesso, parlando o solo pensando, di paragonare l’abbraccio con cui l’azienda turistica romagnola è solita circondare i propri clienti e l’atteggiamento che, nella maggioranza dei casi, ho riscontrato, nella stessa tipologia di rapporto, tra aziende turistiche elbane e clientela vacanziera. Non arrivo a dire che le aziende turistiche elbane mostrassero di “sopportare” a fatica la presenza degli ospiti, ma quasi. E’ evidente che se manca l’amore nei confronti di questi ultimi, non sarà semplice offrire un prodotto di qualità. Io sono solito predicare umiltà, perché credo sia la strada migliore, per capire le proprie, ma anche le altrui esigenze. Per quanto corrette siano le proposte di lanciare importanti operazioni di marketing, penso pure che, oltre al marketing stesso, per il rilancio di un turismo che quest’anno ha in parte disertato l’isola, sarebbe necessario pensare anche alle vie d’accesso, ad esempio, per chi decide di spostarsi in treno. Fatta eccezione per la tratta che parte da Roma e, per alcuni orari, da Firenze, per le altre grandi città ci si imbarca in un’impresa abbastanza complessa, perché occorre utilizzare almeno tre treni, ma anche di più, con tanti saluti a chi ha con sé anche solo pochi bagagli. Si potrebbe parlare anche del costo dell’aereo che parte da Milano, ma questo è riservato a non molti viaggiatori, mentre sarebbe interessante valutare se e come fare in modo che il prezzo dei biglietti dei traghetti, sia per le persone, sia per le auto, abbia una minore incidenza sulla spesa complessiva della vacanza. Non so se siano problematiche solo mie, ma ho l’impressione di no: parliamone, per il bene dell’Elba.


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