La notte di sabato, le poche candele in Portoferraio si spegnevano soffiate dal vento così come, nel giro di breve tempo, si spegnerà la memoria di chi, fortunato!, non ha perso nulla e nessuno, nulla più degli ultimi brandelli di una ormai stanca verginità intellettuale. La notte di sabato ho ripescato nella memoria parole lontane che sento bruciare dentro, “Ma ecco… i bambini: che cosa ne faccio? E’ un problema ch’io non posso risolvere. Ripeto per la centesima volta: ce n’è una quantità di simili problemi, ma io mi limito a quello dei bambini, perché in questo si vede con la massima chiarezza ciò che io voglio spiegare. Dimmi: sta bene che debbano soffrire tutti, per comperare a prezzo di sofferenze l’armonia futura; ma dimmi, che c’entrano i bimbi? Dimmelo, per piacere! E’ assolutamente incomprensibile che debbano soffrire anche loro e acquistare a prezzo delle loro sofferenze quest’armonia. Perché anch’essi sono considerati come materiale atto a concimare per altri la futura armonia? Io capisco la solidarietà nel peccato di tutti gli uomini, come pure la solidarietà nel compenso; ma come può esistere una solidarietà nel peccato tra noi e i bambini? E se la verità è che veramente essi sono solidali coi loro padri nei peccati che questi hanno commessi, una tale verità non è di questo mondo, ed io non posso comprenderla”. Anch’io, come Ivan, non posso, né forse voglio, comprendere. Ma chi urlare l’indignazione, l’orrore, la vergogna? A nessuno. Dalla sera di sabato sono passati solo tre giorni e già tutto tace. Tacciono i morti, tacciono i vivi, tacciono tutti, soprattutto i politici. Quale sarà la “futura armonia” che Qualcuno tiene in serbo per noi e in nome della quale non si parla di responsabilità perché tutti hanno deciso di tacere sui corpi di 200 bambini morti? Una tale verità non è di questo mondo, ed io non posso comprenderla. Come faccio a spiegarla a mia figlia?
candela