Dopo aver scritto un par di corsivi o tre dedicati alla totaninovela della Comunità Montana (miserie umane collegate e ricattini politici limitrofi), zuppati dall’esondante colucciapensier (con l’ex sindaco riese che vince sempre per sfinimento dell’avversario, nel senso che anche se non sei d’accordo con lui, al termine della lettura del suo periodico iper-pippettone sei talmente accacchinato che non hai la forza di reagire), avevamo deciso di rivolgere temporaneamente altrove la nostra attenzione nel tentativo di strappare un sorriso a chi apre fiducioso questo giornale, che ridendo e scherzando, senza soldi, senza potentati economici (anzi zampicando spesso venerabili piedini) padrini politici o altri consimili troiai, sta ritto da 100 settimane PUNTO. Dunque oggi avevamo deciso di parlarvi di Garibaldi e dei toposessuali. Che c’entra l’Eroe dei due Mondi coi topi? Ma siamo sicuri che l’evidente neologismo sia relativo ai roditori? O forse ancora con il termine “topo” (cfr la topografia che non è l’arte di istoriare i tarponi, né, per dirla con Diderot, versare dell'inchiostro sui gioielli indiscreti delle signore) si deve intendere “luogo” da cui un toposessuale sarebbe un sito atto ai convegni amorosi? Lo sapremo alla prossima puntata perché invece di una cappello abbiamo fatto un sombrero e poi le cose lunghe diventeno serpi.